«No, non apro. Mostratemi il mandato. Chiamo la polizia e il mio avvocato». Così Yurii Sheliazenko, leader del Movimento pacifista ucraino, ha reagito all’irruzione nella sua casa dei servizi di sicurezza, che alle 7 di mattina del 3 agosto volevano entrare per una perquisizione.
Lui non ha aperto, ha mandato subito un allarme in diretta sui social, ha registrato l’evento.
Gli agenti dei servizi segreti hanno sfondato la porta e sono entrati. Hanno messo a soqquadro la piccola casa nella periferia di Kiev, hanno sequestrato computer e documenti, Yurii ha dovuto subire una perquisizione al limite della legalità durante la quale gli hanno portato via con la forza il cellulare Oikutel che aveva usato per registrare il rifiuto di identificazione da parte degli agenti.
Dopo momenti concitati e un interrogatorio senza avvocato, Yurii ha ricevuto dall’investigatore dell’Sbu Novak un documento simile a una copia della sentenza del tribunale distrettuale di Pechersk del 5 luglio 2023, in cui, sulla base di congetture, lo si accusa di aver pubblicamente appoggiato l’aggressione russa.
Nel frattempo l’avvocato Oleg Veremiyenko ha raggiunto la casa di Yurii a perquisizione in corso. Uno dei documenti sequestrati è l’Agenda per la pace in Ucraina e nel mondo che lo stesso Yurii aveva letto a Kyiv, davanti alla statua di Gandhi, il 2 ottobre scorso, durante la carovana di Pace Stop The War Now, promossa da Movimento nonviolento, Un ponte per e Pax Christi.
Il Movimento pacifista ucraino, guidato da Yurii, sezione dell’Internazionale dei resistenti alla guerra (Wri) e dell’Ufficio Europeo per l’Obiezione di Coscienza (Ebco-Beoc), non ha mai avuto alcuna ambiguità nel condannare la guerra, l’aggressione della Russia, l’espansione della Nato, e proporre soluzioni di pace, il cessate il fuoco, la via della diplomazia.
Così come Yurii ha fatto pubblicamente il 10 e 11 giugno, al Vertice dei popoli di Vienna dove ha ribadito il supporto agli obiettori di coscienza ucraini, russi e bielorussi insieme a un’ampia delegazione italiana della coalizione Europe for Peace.
«Condannando l’aggressione russa, l’Assemblea generale delle Nazioni unite ha chiesto un’immediata risoluzione pacifica del conflitto tra Russia e Ucraina – si legge nel documento incriminato – e ha sottolineato che le parti in conflitto devono rispettare i diritti umani e il diritto umanitario internazionale. Condividiamo questa posizione”.
Nella stessa agenda viene portata avanti la tesi della resistenza nonviolenta contro l’invasione: «Prima o poi le parti si siederanno al tavolo dei negoziati. È sbagliato prendere le parti di uno qualsiasi degli eserciti in guerra, è necessario stare dalla parte della pace e della giustizia”.
Più volte Yurii ha ripetuto che la guerra di Putin è senza dubbio malvagia, ma durante i sette anni prima dell’invasione russa in Ucraina, sia i russi che gli ucraini hanno violato l’accordo di cessare il fuoco in Donbass, in cui migliaia di persone sono state uccise.
«Alcuni dicono che è immorale smettere di armare l’Ucraina per l’autodifesa – ha dichiarato Yurii – ma io credo che sia immorale alimentare la guerra con la fornitura di armi.
L’unica speranza di uscire dal circolo vizioso è imparare a resistere agli aggressori e ai tiranni senza violenza, senza riprodurre i loro metodi e la loro follia militarista. Putin ha aggredito militarmente, ma noi non possiamo agire come se la difesa nonviolenta e la diplomazia non esistessero».
Il suo avvocato Oleg Verermiyenko ci fa sapere che qualsiasi aiuto in una situazione del genere è benvenuto e in particolare sarebbero utili lettere di supporto che forniscano prove sul carattere e l’impegno nonviolento di Yurii.
* da il manifesto
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Paolo
al manifesto, giornale di Confindustria, sfugge qualcosa. seppure Putin è un delinquente, almeno alla pari dei politici occidentali, in realtà l’aggressione è dell’ucraina verso una parte del proprio territorio solo perché “russofono”. del resto gli stessi accordi di Minsk sono stati semplicemente presi per prendere tempo per meglio preparare la inevitabile guerra con la Russia causata dalle stragi ucraine di civili del donbass.
Redazione Contropiano
critiche politiche giuste a parte, “il manifesto” ha molti difetti, ma non è il giornale di Confindustria. Per molti motivi…