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Persino Luttwak ora ci ripensa…

Luttwak è uno scellerato e lo sappiamo, non c’è bisogno di ricordarlo ogni volta: però è uno scellerato estremamente intelligente e soprattutto estremamente realista, e in questi due tweet si prende la responsabilità di affermare, finalmente, che il re (l’addestramento NATO) è nudo.

Il problema non è, come scrive Paul Schneider in un articolo comunque molto interessante (https://warontherocks.com/…/why-ukrainian-soldiers…/…), il modo e i tempi con cui l’addestramento NATO viene impartito, è proprio il concetto strategico che sta alla base delle “armi combinate” che va rivisto.

In sé, intendiamoci, questo modello non ha nulla di sbagliato e lo abbiamo verificato nelle guerre degli ultimi vent’anni: operazioni veloci condotte con reparti relativamente piccoli, dotati di armamenti ed equipaggiamenti estremamente sofisticati e coordinati in base al principio del “network-centric warfare”, che entrano in azione dopo che si è conseguita la supremazia aerea e dopo che le difese principali del nemico e buona parte della sua logistica è stata distrutta.

Dopo un anno e mezzo, Luttwak prova a far capire che qua però non si sta combattendo contro i talebani, ma contro un pari tecnologico (che ti è anche superiore in certi comparti) in un campo di battaglia costantemente sotto sorveglianza, retrovie incluse, con linee di difesa strutturate in profondità.

Inoltre – questo non lo scrive nei tweet ma ovviamente lo sa – contro un avversario che ha un’aviazione perfettamente funzionante, difese antiaeree attive, una logistica molto sviluppata, un’industria bellica in grado di compensare le perdite e migliorare i prodotti, una catena di comando in grado di imparare dai suoi errori, insomma un avversario in possesso di tutti gli elementi che ti impediscono di conseguire quello che nei manuali USA si chiama “full spectrum dominance”, senza il quale, e giustamente, la NATO non fa guerre.

Più che mandare addestratori occidentali a istruire gli ucraini su un modello di operazioni che in quel contesto è irrealistico e fallimentare, sarebbe forse il caso di mandare istruttori ucraini a spiegare alla NATO come si combatte in queste condizioni.

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