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Le reazioni internazionali sulla situazione in Palestina e Israele

Qui di seguito alcune delle reazioni internazionali all’azione militare della Resistenza palestinese in Israele. La comunità internazionale non è composta solo da Stati Uniti ed Unione Europea e le reazioni appaiono piuttosto diffenziate.

La posizione di Hetzbollah

Quella che segue è la risposta del leader di Hetzbollah,  Nasrallah all’appello alla resistenza lanciato da Hamas, chiamato in codice “Diluvio di Al-Aqsa”:

    “Hezbollah si congratula con il popolo palestinese che resiste e con gli eroici combattenti delle fazioni palestinesi, in particolare con i nostri cari fratelli delle Brigate Al-Qassam e del Movimento di Resistenza Islamica, Hamas, per l’operazione eroica di ampio respiro e divinamente sostenuta, che promette una vittoria completa”.

    “Questa operazione trionfale è una risposta decisiva ai continui crimini dell’occupazione e alle continue violazioni contro le santità, gli onori e le dignità.

    “È una rinnovata conferma che la volontà del popolo palestinese e il fucile della resistenza sono l’unica scelta per affrontare l’aggressione e l’occupazione.

    “Invia un messaggio al mondo arabo e islamico, e alla comunità internazionale nel suo complesso, specialmente a coloro che cercano la normalizzazione con questo nemico, che la causa palestinese è eterna, viva fino alla vittoria e alla liberazione”.

    “Facciamo appello ai popoli della nostra nazione araba e islamica, e ai popoli liberi di tutto il mondo, affinché dichiarino il loro sostegno e il loro appoggio al popolo palestinese e ai movimenti di resistenza, affermando la loro unità nel sangue, nella parola e nell’azione”.

“La leadership della Resistenza islamica in Libano segue da vicino i significativi sviluppi sulla scena palestinese, monitorando le condizioni sul campo con il massimo interesse. Sono in contatto diretto con la leadership della Resistenza palestinese sia all’interno che all’estero, valutando costantemente gli eventi e l’andamento delle operazioni.

    “Invitiamo quindi il governo del nemico sionista a comprendere le importanti lezioni impartite dalla Resistenza palestinese sul campo di battaglia e nelle arene di confronto”.

La posizione dell’Arabia Saudita

L’Arabia Saudita ha chiesto un “arresto immediato dell’escalation” e ha ricordato i suoi ripetuti avvertimenti sui pericoli di un'”esplosione della situazione a causa del protrarsi dell’occupazione“.

L’Arabia Saudita ha chiesto di “fermare immediatamente l’escalation del conflitto tra Palestinesi e Israele”, in seguito alla grande operazione militare lanciata sabato dalla Resistenza palestinese.

Secondo Arab News, il ministero degli Affari esteri dell’Arabia Saudita ha dichiarato in un comunicato che “sta seguendo da vicino gli sviluppi della situazione senza precedenti tra una serie di fazioni palestinesi e le forze di occupazione israeliane, che ha portato a un alto livello di violenza che si sta verificando su diversi fronti.

Ricordiamo i nostri ripetuti avvertimenti sui pericoli di un’esplosione della situazione a causa del perdurare dell’occupazione”, ha aggiunto la dichiarazione.

Il ministro degli Esteri saudita, principe Faisal bin Farhan, ha parlato con il segretario di Stato americano Antony Blinken per discutere dell’escalation di violenza a Gaza e dintorni, secondo la dichiarazione.

Secondo quanto riferito, il principe Faisal ha sottolineato “il rifiuto del regno di prendere di mira i civili e la necessità che tutte le parti rispettino il diritto umanitario internazionale”.

La posizione dell’Iran

Il ministro degli esteri iraniano Amir-Abdollahian ha dichiarato che “l’operazione della resistenza palestinese è una mossa spontanea e il risultato degli incessanti crimini del regime sionista contro la Palestina”.

Russia: Cessate il fuoco, negoziate

Questa è la posizione russa espressa sabato dalla portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, Maria Zakharova.

“Chiediamo alle parti palestinese e israeliana di cessare immediatamente il fuoco, rinunciare alla violenza (e) mostrare la necessaria moderazione“, ha dichiarato.

Zakharova ha invitato le parti ad avviare “un processo negoziale volto a stabilire una pace globale, duratura e a lungo attesa con l’aiuto della comunità internazionale.

Il lungo conflitto tra Israele e Palestina non può essere risolto con la forza, ma solo con mezzi diplomatici”, ha aggiunto Zakharova.

La portavoce del Ministero degli Esteri ha inoltre ribadito che Mosca mantiene la sua posizione a favore dei negoziati “per la creazione di uno Stato palestinese indipendente entro i confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale, che viva in pace e sicurezza con Israele”.

Gli Stati Uniti sostengono Israele

Questa è una delle dichiarazioni rilasciate dal Dipartimento di Stato americano subito dopo l’inizio della guerra:

“Gli Stati Uniti condannano inequivocabilmente gli spaventosi attacchi dei terroristi di Hamas contro Israele, compresi i civili e le comunità civili”. “Non c’è mai alcuna giustificazione per il terrorismo. Siamo solidali con il governo e il popolo di Israele e porgiamo le nostre condoglianze per le vite israeliane perse in questi attacchi.  “Rimarremo in stretto contatto con i nostri partner israeliani. Gli Stati Uniti sostengono il diritto di Israele a difendersi”.

Da parte sua, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha twittato sulla piattaforma di social media X: “Condanniamo inequivocabilmente gli spaventosi attacchi dei terroristi di Hamas contro Israele” e “Siamo solidali con il governo e il popolo di Israele e porgiamo le nostre condoglianze per le vite israeliane perse in questi attacchi”.

Lo stesso sentimento è stato trasmesso dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden: “Gli Stati Uniti condannano inequivocabilmente questo spaventoso assalto contro Israele da parte dei terroristi di Hamas provenienti da Gaza, e ho chiarito al Primo Ministro Netanyahu che siamo pronti a offrire tutti i mezzi appropriati di sostegno al governo e al popolo di Israele”.

La posizione della Cina

La Cina ha chiesto un cessate il fuoco immediato dopo che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha detto che il suo paese era in guerra” a seguito di un attacco a sorpresa da parte dei militanti di Hamas, in una grande escalation del conflitto decennale tra i combattenti palestinesi e l’esercito israeliano.

Pechino è “profondamente preoccupata per l’attuale escalation di tensione e violenza tra Palestina e Israele”, ha detto il ministero degli Esteri cinese in una dichiarazione domenica.

Tutte le parti interessate sono esortate a esercitare calma e moderazione, a cessare immediatamente il fuoco, a proteggere la popolazione civile e a prevenire un ulteriore deterioramento della situazione”, ha aggiunto.

La posizione del governo e dei partiti italiani

In qualità di vice premier e ministro degli Esteri, Tajani ha ribadito la propria solidarietà a Israele. “Il governo – ha dichiarato il numero uno della diplomazia italiana – condanna con la massima fermezza gli attacchi a Israele. Sono a rischio la vita delle persone, la sicurezza della regione e la ripresa di qualsiasi processo politico. Hamas cessi subito questa barbara violenza. Sosteniamo il diritto di Israele ad esistere e difendersi”.

La Lega ha manifestato la solidarietà incondizionata a Israele. “Tutto il mio sostegno al popolo di Israele, sotto violento e vigliacco attacco da parte di estremisti islamici”, ha commentato il vicepremier Matteo Salvini.

La segretaria del PD Elly Schlein parla di “Netta e ferma la nostra condanna per l’attacco terroristico di Hamas contro i civili israeliani con migliaia di missili e incursioni. Esprimo a nome del Partito Democratico il più profondo cordoglio per le vittime di questo scellerato attacco. La comunità internazionale si mobiliti immediatamente e intervenga per fermare questa aggressione ed escalation violenta che mina le prospettive di dialogo e porta solo morte e distruzione.

“Solidarietà al popolo e alle istituzioni israeliane per il pesante attacco terroristico subito – ha affermato Carlo Calenda, leader di Azione – Ferma condanna per il criminoso gesto di Hamas: auspichiamo che si utilizzino tutti gli strumenti diplomatici a disposizione per fermare l’aggressione il prima possibile”.

La posizione del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina

È il giorno in cui sono state recuperate la natura della lotta e la dignità della nazione araba. Le rocce incrollabili delle fila della resistenza si sono unite per rispondere all’appello della Palestina, l’appello di Al-Quds e Al-Aqsa, durante il quale si riscopre l’essenza del conflitto e si ripristina l’onore della nazione araba. Sono determinati a ottenere una vittoria strategica sul nemico in una battaglia che aprirà la porta al ritorno e ridefinirà la storia della Palestina e della regione.

Il Fronte Popolare esorta il nostro eroico popolo a partecipare attivamente in tutta la Palestina alla battaglia contro l’alluvione di Al-Aqsa. Ciascuno, dalla propria posizione e con i mezzi di cui dispone, deve attaccare l’esercito nemico e i suoi coloni, tagliare le sue linee di rifornimento, sabotare le sue installazioni vitali e inseguire gli invasori sionisti terrorizzati di fronte agli attacchi della resistenza, colpendoli ovunque. del suolo palestinese.

Il Fronte sottolinea il suo appello a tutti coloro che portano armi, in particolare ai membri delle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese, a impegnarsi nella battaglia del popolo palestinese contro il suo nemico e ad assumere la posizione naturale di ogni palestinese libero che lotta per liberarsi dall’occupazione. e raggiungere gli obiettivi e i diritti di tutto il nostro popolo.

La posizione della Turchia

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è tornato a sottolineare l’importanza della fondazione di uno stato palestinese e chiede “equità” nella ricerca di una soluzione che ponga fine al conflitto tra Israele e Hamas. Una guerra tornata a infiammare il Medio Oriente che da ieri ha causato centinaia di morti sia nella Striscia di Gaza che negli insediamenti israeliani.

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1 Commento


  • Bernardino Marconi

    Sostenere in questa fase la resistenza palestinese non solo in Israele contro i soprusi perpetrati verso il mondo arabo, per la dignità di uno stato palestinese di continuità con capitale Gerusalemme est.

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