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La memoria incancellabile di Che Guevara, mito e speranza per i popoli oppressi

Sono passati 56 anni dalla morte del comandante Ernesto Che Guevara, eliminato con un assassinio perpetrato su ordine degli Stati Uniti, eppure il comandante eterno divenuto mito e mai dimenticato, rappresenta ancora una minaccia per i mandanti di quell’omicidio e una grande speranza per tutti i popoli oppressi, oggi ancora più numerosi di quella fase storica e forse con ancora meno speranze.

Sappiamo che è talmente forte e viva quella figura da essersi dimostrata incancellabile e noi pensiamo assolutamente che per comprendere la personalità di Ernesto Guevara sia importante considerare il momento storico in cui nasce, cresce, si forma, lotta e muore questo uomo eccezionale; e pensiamo nella maniera più chiara e tranquilla che la dimensione umana di Guevara sia ancora oggi eccezionale per i giovani.

Il Che si è distinto come guerrigliero, come dirigente politico ed economico, e pensatore teorico profondo; inoltre per una grande sensibilità umana ,un elevato senso di sacrificio, un’altissima spiritualità, e il Che ci trasmette la sua forza come fratello, come rivoluzionario nello spirito e come combattente.

Il ricordo del nostro comandante eterno Che Guevara è anche quello di un grande economista, di ministro dell’industria e responsabile del comitato esecutivo per l’economia, responsabile della commissione economica ,responsabile del progetto del piano annuale dell’economia cubana già spiegato da Fidel castro il 20 ottobre del 1961 con la prima vera concreta pianificazione socialista.

Quando si analizzano gli scritti e le idee di Guevara bisognerà sicuramente far riferimento al suo articolo il socialismo e l’uomo a Cuba, dove segnalava: lo Stato a volte sbaglia, quando uno di questi errori si produce e dà luogo ad una diminuzione dell’entusiasmo collettivo generato da una diminuzione quantitativa di ognuno degli elementi che la formano, il lavoro si paralizza fino a ridursi a livelli insignificanti, allora è il momento giusto di rettificare.

Questo è il concetto di unione tra politica ed economia, per cui anche i più grandi esperti rimangono dei tecnici ma quando in mezzo c’è il destino autodeterminato dei popoli ci vuole il cuore, ci vuole il sentimento, ci vuole l’uomo nuovo di Che Guevara.

Quindi per Guevara neanche nei primi passi della transizione al socialismo, il sistema socio economico deve caratterizzarsi per l’utilizzo della legge del valore e delle relazioni monetarie e mercantili, perché secondo il suo criterio questi costituiscono un grave ,un pessimo cordone ombelicale che mantiene l’uomo alienato nella società, implicando anche l’impossibilità di ristrutturare le relazioni sociali nella loro essenza.

Così agli inizi degli anni 60 la dinamica della rivoluzione cubana seguiva il suo corso; le teorie del socialismo di mercato giocarono un ruolo importante in tutti questi processi come componente ideologica della crisi, ma bisogna chiaramente dichiarare come fece Guevara le profonde storture del modello di costruzione socialista nei paesi dell’area sovietica ,che già allora necessitavano di riforme economiche radicali.

Ne segue che ciò che colpisce però oltre gli errori più consistenti, sono nei discorsi e negli articoli di Guevara in tema di politica economica, le argomentazioni di quell’importante dibattito sulla transizione.

Allora per esempio già nei vari testi si ritrovano i termini del grande dibattito delle anche polemiche tra Guevara e gli altri, discussioni che risultavano e sembravano un po’ bizantine. Invece sostenevano due metodi, uno pienamente sostenuto da Guevara e il metodo del calcolo economico più a carattere sovietico.

Guevara che si faceva portatore del senso della coscienza dell’”uomo nuovo” anche in economia, non si stancava di mettere in guardia contro i rischi che comportava la trascuratezza e imprecisione; occorreva essere rigidi e non lasciare che gli incentivi materiali prevalessero sulla coscienza di classe, sui valori spirituali e sugli incentivi immateriali.

Come si vede chiaramente, netta è la contraddizione tra la corretta traduzione del pensiero di Guevara, la paternità del sistema budgetario di finanziamento e la traduzione errata del testo e degli articoli di Guevara; questa metodologia e questa contraddizione sono stati messi ben in evidenza nel libro che ho scritto (Luciano Vasapollo, Efrain Echevarria e Alfredo Jam, Che Guevara economista, attualità del dibattito sulla transizione tra Cuba e Unione sovietica) nel 2007 per la Jaca book.

Per concludere vogliamo sottolineare che, per capire fino in fondo la crisi di oggi, il processo, l’attualizzazione, il perfezionamento della pianificazione, bisogna pensare ai principi fondamentali di autogestione e di rendimento interno dall’economicità socialista di cui si era fatto portatore Guevara.

Queste tendenze, queste sfide sono quelle oggi del socialismo del XXI secolo, che si confrontano con un capitalismo aggressivo, alle prese con una crisi strutturale ultra quarantennale e con l’elaborazione di una sistematica strategia della guerra imperialista; sono oggi fasi complesse, soprattutto perché bisogna riprendere in particolare dopo il 1989 il percorso di costruzione della società socialista in un mondo in cui i riferimenti internazionali tradizionali sono venuti meno.

Proprio per questi motivi è necessario procedere all’analisi dell’evoluzione storica del socialismo del XX secolo che ha identificato e ha messo in essere dei modelli di organizzazione economica funzionale ma si è anche imbattuto, in diversi casi con alcune contraddizioni risolte della pianificazione socialista.tra questi questioni c’è quella del sistema di direzione dell’economia socialista e dell’uso in tale sistema delle categorie mercantili, come strumento per il passaggio della transizione dal capitalismo al socialismo per arrivare poi all’orizzonte del comunismo.

E questo è un modo che sia sul piano teorico sia a livello delle concrete applicazioni politiche dobbiamo riprendere e dobbiamo sciogliere perché è quello che genera tutt’oggi le più grandi discussioni, condizionando i criteri di programmazione di quelle che furono l’economia socialista del XX secolo e quelli che sono gli orizzonti delle pianificazioni socialiste del XXI secolo ,in un mondo che va verso il pluri-popolarismo.

Proprio dalle esperienze storiche concrete del secolo scorso emergono i passaggi fondamentali dell’oggi e cioè: il socialismo è il risultato cosciente della volontà del proletariato e si incarna nella direzione centralizzata e pianificata dell’economia e ciò si oppone alla gerarchia del profitto e alle leggi di mercato.

Secondo: La costruzione in uno o più paesi della transizione verso il socialismo in questo mondo capitalista non è possibile senza un uso adeguato controllato anche dei rapporti mercantili nel quadro della pianificazione centrale.E’ in questo dibattito che vive Guevara, in questo dibattito che si può anche oggi mettere in atto quella che è la creazione per Guevara dell’uomo nuovo.

E per meglio capire questo bisogna camminare verso il socialismo come meta dell’umanità come diceva Guevara, che si raggiunge consapevolmente; pertanto l’educazione con la liquidazione completa della vecchia società e del suo pensiero nella coscienza della gente è un fattore centrale di importanza strategica, senza dimenticare assolutamente che se non ci sono i progressi paralleli nella produzione non si può mai arrivata una tale società; quindi coscienza e produzione socialista; ecco le forme, forme di conduzione dell’economia e aspetto tecnologico della pianificazione per raggiungere quelle che sono le forme della nuova futura umanità.

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