Ultim’ora. Il segretario generale delle Nazioni Unite è rimasto “inorridito” dall’attacco delle forze israeliane contro un convoglio di ambulanze a Gaza avvenuto ieri, ha detto in un comunicato, aggiungendo che il conflitto “deve finire”. La Mezzaluna Rossa Palestinese ha riferito che una delle sue ambulanze è stata colpita “da un missile lanciato dalle forze israeliane” a pochi passi dall’ingresso dell’ospedale Shifa di Gaza City.
“Sono inorridito dall’attacco riportato a Gaza contro un convoglio di ambulanze fuori dall’ospedale Al Shifa. Le immagini dei corpi sparsi sulla strada fuori dall’ospedale sono strazianti”, ha detto Antonio Guterres nella dichiarazione.
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“Sparare sulla Croce Rossa”, in qualsiasi lingua, è un marchio di infamia indelebile. Il segno che sei da considerare fuori dall’umanità, essere spregevole non solo perché crudele, ma anche ottuso.
Ambulanze e ospedali infatti, obbedendo al cosiddetto “giuramento di Ippocrate”, raccolgono e curano chiunque, a prescindere da età, sesso, appartenenza, “buona o cattiva condotta”, ecc.
Nel Novecento, nel disperato e disperante tentativo di porre un limite alle atrocità che si commettono in qualsiasi guerra, ha preso forma un diritto internazionale che considera tra i crimini proprio la violazione di un obbligo preciso che tutte le nazioni si sono impegnate, firmando i trattati relativi, a rispettare:
La Prima e Seconda Convenzione di Ginevra del 1949 impegnano i belligeranti a proteggere in modo particolare i malati, i feriti, i naufraghi, il personale medico, le ambulanze e gli ospedali. La parte belligerante, nelle cui mani si trovano le persone protette, deve garantire loro cure e assistenza.
Non siamo ingenui e conosciamo la Storia. Non sempre e non dappertutto questa regola è stata rispettata. E anche se in qualche caso scatta l’accusa di aver commesso “crimini di guerra” per chi ha sparato su ambulanze ed ospedali è pressoché impossibile far seguire la cattura e la condanna (il Tribunale Internazionale de L’Aja è solo una struttura di servizio dell’area euro-atlantica, peraltro prudentemente non riconosciuto dagli stessi Stati Uniti che pretendono di usarlo solo per i loro nemici).
Però “sparare sulla Croce Rossa” resta un’infamia tale che chiunque l’abbia realmente fatto cerca di scusarsi parlando di un “errore” e cazzate simili. Ogni governo di ogni Paese si comporta così.
Meno uno.
L’esercito israeliano ha ieri ammesso che un suo “aereo ha colpito un’ambulanza” fuori dall’ospedale al-Shifa, a Gaza. Sommando così l’attacco mirato a un’ambulanza quello ad un ospedale (una bomba è una bomba, l’esplosione si espande in cerchio a partire dall’epicentro e non distingue tra oggetti, uomini, animali, edifici). L’attacco ha ucciso 15 persone e ne ha ferite più di 60.
L’enormità è tale che lo stesso esercito di Israele lo giustifica sostenendo che quell’ambulanza fosse “utilizzata dai combattenti di Hamas”.
A Hamas terrorist cell was identified using an ambulance. In response, an IDF aircraft struck and neutralized the Hamas terrorists, who were operating within the ambulance.
We emphasize that this area in Gaza is a war zone. Civilians are repeatedly called upon to evacuate…
— Israel Defense Forces (@IDF) November 3, 2023
In realtà tutta la stampa internazionale ancora presente a Gaza dà una notizia diversa: ad essere state attaccate sono state molte ambulanze che stavano trasportando feriti al valico di frontiera di Rafah con l’Egitto, come da accordi raggiunti tra Egitto, Usa e lo stesso stato di Israele.
Tutto trionfante, l’Idf afferma che “Un certo numero di agenti terroristici di Hamas sono stati uccisi nell’attacco“, aggiungendo che “presto rilascerà ulteriori informazioni”.
Seguono le giustificazioni prevedibili in casi come questo: “Abbiamo informazioni che dimostrano che il metodo operativo di Hamas consiste nel trasferire agenti terroristici e armi in ambulanze” e “Sottolineiamo che quest’area è una zona di battaglia. I civili della zona sono ripetutamente invitati ad evacuare verso sud per la propria sicurezza“.
La seconda, in particolare, è un’ammissione del “piano” di Tel Aviv: obbligare tutta la popolazione di Gaza ad “autodeportarsi” nel deserto egiziano, altrimenti sarà considerata come “bersaglio legittimo”. Ossia bombardabile come già ora l’Idf sta facendo.
Bombardare gli ospedali, le scuole e le strutture dell’Onu dimostra insomma l’intenzione di “persuadere” tutta la popolazione civile che “non c’è un posto sicuro” dove sperare di sopravvivere. E quindi che si possa solo fuggire altrove, “fuori” da quella prigione e ovviamente verso un paese arabo, non certo in direzione dei massacratori.
Non siamo ingenui e conosciamo la Storia. E’ teoricamente possibile che dei combattenti, in zona di guerra, ricorrano all’uso di ambulanze per spostarsi senza essere colpiti (anche questo sarebbe tecnicamente un “crimine di guerra”), ma ciò non toglie che sparare sulle ambulanze e gli ospedali è comunque un crimine.
Anche perché, in questo caso, Israele ricorre alla solita panzana che vorrebbe essere un’assicurazione: “abbiamo avuto informazioni che…”.
Un mantra che sembrava funzionare fin quando Tel Aviv è riuscita a mantenere credibile il ‘mito dell’infallibilità’ dei propri servizi segreti, che tutto sapevano, ascoltavano, registravano, disponevano, assassinavano.
Un mito che proprio il 7 ottobre – il “diluvio di Al Aqsa” – ha dimostrato essere una semplice “narrazione in stile Hollywood”, con i servizi di Israele nel ruolo dell'”onnipotente”. Almeno 2.000 miliziani si erano esercitati per due anni, in una prigione a cielo aperto come Gaza, certamente imbottita di informatori dello Shin Bet, senza che a Tel Aviv nessuno si accorgesse di nulla.
Adesso, invece, si vorrebbe far credere a tutto il mondo che in pochi giorni, nel mentre da quelle parti tutti sono occupati a bombardare e organizzare l’invasione di terra – e la popolazione di Gaza non riesce più ad usare alcuna infrastruttura, a partire dalle telecomunicazioni – il Mossad e lo Shin Bet sono miracolosamente tornati alla loro molto presunta “onniscienza”. Al punto da sapere in tempo reale se una e quale ambulanza è stata riempita di ferite oppure di miliziani.
In ogni caso, comunque, non si bombardano le ambulanze né gli ospedali. In parte perché la presenza di “militari nemici” al loro interno è possibile ma mai certa. Ma sopratutto perché è invece sicuro che al loro interno il personale civile – medici, infermieri, portantini, autisti – è prevalente.
Insomma, la Croce Rossa – così come le insegne dell’Onu su scuole o uffici – va garantita da ogni attacco, comunque giustificato.
Per bombardare strutture sanitarie, e per rivendicarlo, serve una disumanità davvero particolare. Israele lo fa contando non tanto sulla propria (notevole) forza militare, quanto sulla protezione degli Stati Uniti e sulla vigliaccheria servile dei paesi europei.
Lo ha dimostrato, con particolare improntitudine, l’ambasciatore israeliano presso la Ue e la Nato, Haim Regev, a proposito del bombardamento dell’ospedale battista (cristiano!) Al Alhi, anche quello prima rivendicato con l’identica scusa e poi negato:
“Non è il momento per un’indagine internazionale. Il responsabile è Hamas e noi abbiamo mostrato le prove per quanto possibile poiché non possiamo condividere pubblicamente tutte le informazioni: spero che vi fidiate più di noi, di un Paese democratico, che di un’organizzazione terroristica“.
Nessuna verifica, bisogna “credere sulla parola” a dei macellai mentitori seriali. “Lo diciamo noi, mica oserete pensare il contrario…”
Questo ci porta ancora una volta a dover sottolineare la vigliaccheria morale dei “nostri” giornalisti. Davanti alla mostruosità del bombardamento di una colonna di ambulanze – peraltro autorizzate anche da Israele a compiere quel percorso – si sono limitati a “dare le due versioni” (di Tel Aviv e dei palestinesi), come se fosse una banale lite di condominio.
Ossia facendo finta che non esista un diritto internazionale, e anche un’etica universale, che vieta quel bombardamento a prescindere da qualsiasi scusa. Ogni bombardiere, infatti, potrebbe “assicurare” che le cose stanno come dice lui, perché “ha buone informazioni che non può rivelare”.
Gira da giorni questo meme che traduce in diverse i nomi di diverse strutture civili (dalle scuole ai ristoranti, dagli ospedali ai negozi, ecc). In ogni lingua c’è un nome corrispondente. Solo nella lingua di Israele tutte quelle strutture si chiamano “base di Hamas”. Ossia bersagli.
Nella foto di apertura si vede, tra le vittime del bombardamento delle ambulanze, anche un povero asinello. Ma forse diranno che era anche lui un “terrorista di Hamas” in uno dei suoi migliori travestimenti.
Un giornalista italiano disposto a crederci si troverà sicuramente…
P.s. Almeno due persone sono rimaste uccise la scorsa notte ed altre ferite in un attacco israeliano di fronte all’ingresso dell’ospedale per bambini al-Nasser, a Gaza City. Anche i bambini, evidentemente, sono considerati “potenziali miliziani”…
P.s. 2 – Il ministero della Sanità di Gaza ha dichiarato che almeno 12 persone sono state uccise in un attacco israeliano a una scuola delle Nazioni Unite dove si rifugiavano migliaia di palestinesi sfollati.
Il ministero ha riferito in un comunicato che almeno “12 martiri e oltre 54 feriti sono stati colpiti dall’attacco alla scuola di Al-Fakhura, che ospita migliaia di sfollati dal campo di Jabalya nel nord della Striscia di Gaza”.
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Maurizio
Viva la Libera Repubblica di Palestina
Mara
Su quotidiano. it è apparso un articolo dal titolo:chi nega Israele nega l’olocausto.
Basta il titolo per rivelare quello che è scritto nell’articolo che non ho avuto modo di leggere ma che penso che nemmeno ne valga la pena.
Chi ha dimenticato l’olocausto sono da tanti anni a questa parte proprio le autorità israeliane che si sono avvicendati alla guida del loro paese altrimenti non si sarebbero prodotte a questa mattanza che stanno facendo a Gaza su civili inermi ma avrebbero trovato altre soluzioni.
Quello che le autorità israeliane stanno facendo a Gaza ai palestinesi e molto simile a quello che i nazisti hanno fatto al loro popolo con la differenza che è più cruento.
Inoltre sono le autorità israeliane con la partecipazione degli USA che hanno sfruttato colonizzato e oppresso la Palestina quindi sono loro ad avere responsabilità del conflitto e della guerra civile
Pasquale
La domanda è una e solo una. Perché la comunità internazionale con i suoi sceriffi mondiali non vuole fermare questa atrocità???
Redazione Roma
Perchè la comunità internazionale non esiste. Ci sono i paesi occidentali che continuano ad essere complici con Israele e il resto del mondo che chiede il cessate il fuoco
moreno stievano
in un conflitto del genere è pressoché scontato che qualunque combattente, anche fosse filoisraeliano, apprifitterebbe di qualsiasi situazione per proteggersi, lo sappiamo tutti. Israele preferisce centinaia di innocenti morti pur di uccidere un sospetto terrorista.
Non riesco a trovare molta differenza tra azioni del genere e far esplodere una bomba in un mercato in nome di un dio jihadista, se non l’odio contro un popolo, indistintamente.