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Gaza. La tregua regge. Rilasciati i primi prigionieri. Israele attacca Spagna e Belgio

E’ avvenuto senza problemi il rilascio dei primi13 ostaggi israeliani nel quadro dello scambio di prigionieri tra Hamas e Israele. Oggi tocca ad un secondo gruppo.

Gli ostaggi israeliani – nove donne e quattro bambini – ieri sono stati consegnati da Hamas alla Croce rossa internazionale e sono giunti poi in Egitto, attraverso Rafah, il valico di confine tra la Striscia di Gaza e il territorio egiziano.

Successivamente, sono stati imbarcati su elicotteri militari israeliani e condotti verso la base dell’Aeronautica di Hatzerim, nel sud di Israele, e poi portati negli ospedali.

La tregua sembra reggere ma l’esercito israeliano intende riprendere i combattimenti nella Striscia di Gaza dopo la tregua di quattro giorni. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa, Benny Gantz, davanti a una folla di centinaia di persone che partecipavano a un raduno a Tel Aviv. Come riferito dal quotidiano israeliano “Times of Israel” al raduno erano presenti i familiari degli ostaggi. “Voglio rassicurare le famiglie di tutti gli ostaggi: non ci fermeremo, riprenderemo l’azione militare a Gaza per ripristinare la dissuasione”, ha affermato Gantz davanti alla folla.

Più difficile invece è stato il rilascio dei prigionieri palestinesi. Ci sono infatti stati spari e lacrimogeni dei militari israeliani contro i familiari che davanti al carcere di Ofer attendevano il rilascio dei detenuti palestinesi per lo scambio prigionieri. Si tratta di prigioniere donne e di minorenni.

Gli scontri sono scoppiati nei pressi della prigione di Ofer a Beitunia, a ovest di Ramallah, mentre la gente del posto e i giornalisti si riunivano in attesa del rilascio del primo gruppo di prigionieri. Le autorità israeliane avevano vietato ogni tipo di festeggiamento per la liberazione dei prigionieri palestinesi.

L’atmosfera è precipitata quando le forze di sicurezza israeliane sono intervenute per disperdere la folla di famiglie e i giornalisti in attesa di coprire l’evento e dare il benvenuto alle persone rilasciate.

Non solo. Ieri sera le forze di occupazione israeliane hanno fatto irruzione nelle case delle famiglie delle tre detenute palestinesi, che dovevano essere rilasciate ieri e hanno minacciato le loro famiglie di non festeggiare il loro rilascio.

Il corrispondente di WAFA ha detto che le forze israeliane si sono schierate in vari quartieri di Gerusalemme, hanno fatto irruzione nelle case di tre detenute palestinesi che saranno rilasciati più tardi stasera come parte di un accordo di scambio con Israele.

Le detenute sono Amani al-Hashim, Marah Bakir e Zaina Abdo, dei quartieri di Jabal Mukaber e Beit Hanina.

Due bambini e un fotoreporter sono stati feriti a colpi d’arma da fuoco dalle forze di occupazione israeliane questa sera dopo che queste ultime hanno attaccato le famiglie dei detenuti palestinesi che aspettavano il rilascio dei loro cari davanti alla prigione militare di Ofer a Beitunia, a ovest di Ramallah.

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Israele infuriata con Spagna e Belgio. “Sono amici di Hamas”

Il ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen, su istruzione di Netanyahu, ha convocato gli ambasciatori del Belgio e della Spagna per i commenti fatti dai loro primi ministri al valico di Rafah venerdì e ha accusato i due paesi europei di essere complici di Hamas.

Da dove nasce tutta questa acrimonia? Durante una visita al valico di frontiera di Rafah in Egitto venerdì, Spagna e Belgio hanno chiesto un cessate il fuoco permanente. Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez e il primo ministro belga Alexander De Croo hanno visitato il valico di Rafah dopo aver incontrato il presidente egiziano Abdel-Fattah El-Sisi all’inizio di venerdì.

Durante la conferenza stampa, Sánchez ha descritto la situazione a Gaza come “il peggior disastro umanitario dei tempi moderni”.

“Quello che sta accadendo è un disastro e lo abbiamo affrontato in modo efficace, riuscendo a fermare il fuoco, portando all’arrivo degli aiuti”, ha dichiarato Sánchez.

Il primo ministro spagnolo ha anche esortato la comunità internazionale a riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina, affermando che: “Potremmo decidere di riconoscere lo Stato di Palestina se l’Unione Europea non lo farà”.

Da parte sua, il primo ministro belga De Croo ha invitato Israele a fermare l’uccisione di civili nella Striscia di Gaza, sottolineando che un cessate il fuoco di quattro giorni non è sufficiente e chiedendo una cessazione permanente delle ostilità.

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Il Sudafrica vuole portare Israele alla Corte Penale Internazionale

“Il Sudafrica presenterà direttamente una petizione alla Corte Internazionale di Giustizia per fornire un parere consultivo sulle conseguenze legali derivanti dalla continua violazione da parte di Israele del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione dalla sua prolungata occupazione, insediamento e annessione del territorio palestinese occupato dal 1967”, ha detto il ministro degli Esteri sudafricano Pandor, in risposta a un’interrogazione parlamentare di un deputato.

Pandor ha anche detto che il Sudafrica lavorerà affinché la Palestina ottenga l’adesione alle Nazioni Unite.

“A livello globale, il Sudafrica sostiene gli sforzi palestinesi per l’adesione alle Nazioni Unite e la creazione di meccanismi internazionali positivi, credibili e duraturi per affrontare la causa palestinese sulla base del diritto internazionale”, ha spiegato il ministro degli Esteri del Sudafrica.

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1 Commento


  • Giovanni

    Spagna, Belgio e Sudafrica esprimono un rigurgito di dignita’ diplomatica e politica.L’ italica classe politica stracciona, invece, imbonisce e distoglie il gregge con calcio, quiz e bruno vespa vari…..

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