È scoppiata la «guerra del prosciutto» tra Argentina, Italia e Spagna. Il giro di vite protezionista da parte del governo di Buenos Aires ha investito anche l’import di prodotti suini, decidendo lo stop all’ingresso di prosciutti e salumi provenienti da Italia, Spagna e Brasile; niente più prosciutto di Parma e San Daniele sulle tavole degli argentini, a causa di un accordo sottoscritto dal segretario del Commercio interno Guillermo Moreno con i produttori nazionali di carne suina che dovranno aumentare l’offerta nazionale. Una nuova misura che punta a proteggere il prodotto interno argentino e a frenare la fuoriuscita di valuta dal Paese latinoamericano.
La misura non è naturalmente piaciuta alle organizzazioni settoriali italiane. Per la Coldiretti, si tratta di «misure protezionistiche ingiustificate, in contrasto con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio». Ad essere danneggiato è tutto il made in Italy alimentare, protesta l’organizzazione agricola, ricordando che nel 2011 l’Italia ha esportato circa 264 tonnellate di salumi in Argentina. Proteste anche da Cia e Confagricoltura. Il Brasile intanto, dopo il crollo del 30% delle vendite in Argentina ad aprile, ha risposto con la rappresaglia: stop quindi all’ingresso di una lista di prodotti fra cui mele, vino e farina di grano. Tanto che ieri i ministri degli esteri brasiliano, Antonio Patriota, e argentino, Hector Timmermann, si sono riuniti a Brasilia per cercare di porre fine al reciproco protezionismo.
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