Più di metà dei parlamentari d’opposizione sono stati sospesi dalla sessione in corso del parlamento indiano per aver protestato contro l’irruzione in aula, la settimana scorsa, di un contestatore che ha acceso un fumogeno.
I 141 parlamentari sospesi appartengono a una coalizione di ventisei partiti d’opposizione chiamata India (acronimo di Indian national developmental inclusive alliance), che si è formata in vista delle elezioni legislative del 2024.
Il 13 dicembre un uomo ha fatto irruzione nell’aula della camera del popolo (Lok sabha, la camera bassa del parlamento indiano), calandosi dal settore riservato ai visitatori e accendendo un fumogeno giallo.
Il giorno dopo quattordici deputati sono stati esclusi dall’aula per aver denunciato l’inefficacia delle misure di sicurezza. Il 18 dicembre altri 78 parlamentari sono stati sospesi per il resto della sessione parlamentare, che si concluderà il 22 dicembre.
Infine, il 19 dicembre altri 49 deputati sono stati sospesi per aver gridato degli slogan all’interno del parlamento e per aver chiesto le dimissioni del ministro dell’interno Amit Shah.
“L’opposizione è stata decimata per permettere alla maggioranza di approvare una serie di leggi pericolose senza alcun dibattito”, ha dichiarato sul social network X Jairam Ramesh, un parlamentare sospeso che fa parte del partito del Congress (opposizione).
L’intrusione dell’uomo con il fumogeno è avvenuta nel 22° anniversario di un attacco al parlamento, all’epoca ospitato in un altro edificio, in cui cinque uomini armati uccisero otto membri della sicurezza e un giardiniere.
In una rara intervista al quotidiano Dainik Jagran, il primo ministro Narendra Modi ha definito la vicenda “molto grave” e ha annunciato l’apertura di un’inchiesta, aggiungendo però che un dibattito in parlamento, chiesto dall’opposizione, non è necessario.
Il premier, che è ancora molto popolare, punta a ottenere un terzo mandato nelle elezioni legislative previste nella primavera del 2024.
Secondo l’ong Freedom House, negli ultimi anni l’India ha registrato un forte declino nei diritti politici e nelle libertà civili, con repressione del dissenso e limitazioni alla libertà di stampa.
* da Internazionale
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