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Sessantacinque anni della Rivoluzione Cubana

Negli ideali della Rivoluzione Cubana, realizzata da Fidel Castro ma ispirata da Josè Martì, si riconoscono tutti i subalterni, gli ultimi e gli sfruttati; i Sud del mondo che non vanno intesi come un’etichetta geografica, ma un termine con cui si indicano gramscianamente tutti i popoli subalterni”.

Lo affermano Luciano Vasapollo e Rita Martufi, fondatori del Capitolo italiano della Rete di Artisti e intellettuali in difesa dell’umanità in occasione del 65esimo anniversario della Rivoluzione Cubana.

Secondo i due esponenti italiani di REDH, “si deve dar vita a una riattivazione e rielaborazione delle posizioni culturali e di azione di Marti e Fidel perché le colonne portanti dei loro pensiero e scritti sono essenzialmente tre: l’etica, il sentimento, la presa di posizione a favore delle classi popolari”.

Le linee di questa direzione, spiega Vasapollo, sono quelle della gratuità dell’istruzione e dell’accesso incondizionato alla sanità per tutti, così come la via dell’affermazione dello sport ad alti livelli. In questo, Fidel è “contaminato fortemente dal pensiero di Che Guevara”.

Vasapollo e Martufi ribadiscono l’importanza della lezione di Fidel: “Castro – spiegano – ci ha insegnato ad “adattarci alle condizioni del momento storico. Al di là di quelli che sono il democraticismo piagnone di certa sinistra presente oggi in Europa o al di là delle ipotesi velleitarie settarie estremistiche di un’altra parte della sinistra”.

Tutti noi dovremmo ispirarci agli insegnamenti di Fidel”, sostengono i fondatori del capitolo italiano di REDH. mettendo in evidenza l’importanza “del grande lavoro di Fidel sul piano dell’internazionalismo, sia di classe che socialista.

Egli ha messo a disposizione i medici e gli insegnanti per tutti quei paesi e processi non necessariamente socialisti, dove c’erano delle difficoltà, in cui bisognava uscire dalla piaga dell’analfabetismo ed in cui servivano dei medici dinanzi ai disastri naturali. Del dare se stessi nell’internazionalismo proletario”.

Infatti, “non un caso che Cuba prenda oggi da 190 paesi altrettanti voti all ‘ONU a suo favore e contro il blocco”.

Vasapollo e Martufi vogliono sottolineare il contributo di Fidel all’elaborazione teorica: egli ha lottato per l’unità latino americana, “consolidando la proposta dell’ALBA, nata da Chavez e da lui stesso”.

Infatti, “solo l’unità dei popoli avrebbe potuto mettere in difficoltà gli Stati Uniti d’America. E ciò è il vero lascito di Fidel per affrontare l’oggi in una forte e coerente visione rivoluzionaria per il socialismo nel XXI secolo, nel senso dell’altruismo umanista e in primis classista , sempre avanti combattendo per una nuova futura umanità socialista“.

Secondo Vasapollo e Martufi, “l’epopea della rivoluzione cubana ha una risonanza globale e gli ideali di Martì e Fidel possono illuminare il tema della transizione che impegna anche oggi i popoli in lotta contro la fame e il sottosviluppo imposti dal Bloqueo infame e genocida”.

Da parte sua, ha concluso Vasapollo, “Cuba ha resistito e continua a resistere, con Fidel e Raul e Diaz Canel hanno coinvolto il popolo, in un processo di mutuo insegnamento”.

E l’attuale presidente (nella foto con Vasapollo e Martufi) ha saputo mantenere viva e efficace l’eredità di Che Guevara e Fidel Castro, declinando fedeltà e continuità.

I due fondatori della REDH italiana insistono poi sulla pianificazione voluta da Fidel Castro: “per rendere un Paese indipendente sul piano economico, transitandolo fuori dall’economia coloniale capitalistica, in una società socialista, occorrono scelte economiche sia di largo orizzonte che peculiari alla situazione.

Pianificazione, sistema statale con distribuzione di budget alle imprese, compresenza della legge del valore e del mercato nella transizione: questi sono gli strumenti economici che, non disgiunti dal grande tema della responsabilità umana in un processo di cambiamento, qualsiasi società che volesse uscire dalla morsa di ciò che chiamiamo globalizzazione liberista dovrebbe, accanto ad altri, affrontare”.

Ed è questo un altro grande insegnamento che ci viene dalla Rivoluzione Cubana.

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2 Commenti


  • avv.alessandro ballicu

    L’AVVOCATO FIDEL CASTRO è CERTAMENTE UN EROE CHE HA FATTO MOLTO PER IL SUO PAESE, UN ESEMPIO PER TANTI POPOLI IN TUTTO IL MONDO, è DEGNO DI ESSERE ACCOSTATO AD UN ALTRO GRANDE , L’AVVOCATO VLADIMIR LENIN, DUE EROI COMUNISTI IL CUI ESEMPIO E LE CUI IDEE SONO ATTUALISSIME, BASTI PENSARE CHE LENIN GIà NEL 1917 AMMONIVA CONTRO I PERICOLI DELLA PLUTOCRAZIA I CUI POTERI OGGI SONO ASSAI PIù FORTI, ARROGANTI E PERICOLOSI CHE MAI PER IL MONDO INTERO.
    COME DICEVA BERTOLD BRECHT SVENTURATO IL PAESE CHE HA BISOGNO DI EROI
    PURTROPPO L’ITALIA DAI TEMPI DI ANTONIO GRAMSCI STA ANCORA ASPETTANDO QUALCHE EROE CHE CI FACCIA ALMENO SPERARE DI NON MORIRE SCHIAVI DELLE BANCHE E DELLE MULTINAZIONALI


  • Pasquale

    La piccola grande Cuba forte degli insegnamenti del grande Marti’ e maturata con i suoi dirigenti rivoluzionari, i grandi Ernesto Guevara e Fidel Castro,che l’hanno liberata da una ferrea dittatura, nonostante un bloqueo che ancora subisce imposto da Washington,ci dice che possono esistere sanità e istruzione, pilastri fondamentali per una società civile,che siano umane, solidali, all’avanguardia e gratuite per tutti. Basta volerlo e per volontà si intende anche e, forse soprattutto,quella politica.
    Hasta la Victoria.

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