L’Iran “non ha avuto altra scelta che esercitare il proprio diritto all’autodifesa” ha detto l’ambasciatore di Teheran all’Onu, Saed Iravani, durante la riunione di emergenza del Consiglio di Sicurezza. “Il Consiglio di Sicurezza ha mancato al suo dovere di mantenere la pace e la sicurezza internazionale non condannando l’attacco israeliano del 1 aprile contro il consolato iraniano a Damasco, e “in queste condizioni, la Repubblica islamica non ha avuto altra scelta che esercitare la sua diritto all’autodifesa”.
Le ben 72 ore di preavviso con le autorità iraniane hanno informato alcuni alleati regionali degli Usa dell’attacco (informando di conseguenza anche Washington) lasciano intendere che Teheran aveva preventivato una ritorsione “misurata” al raid israeliano del 1 aprile sul consolato iraniano a Damasco.
Il ministero degli Esteri iraniano ha dichiarato in un comunicato che gli ambasciatori di Gran Bretagna, Francia e Germania a Teheran sono stati convocati dopo la presa di posizione “irresponsabile” di alcuni funzionari di questi Paesi contro l’attacco di ritorsione dell’Iran contro Israele.
L’Iran afferma di aver “inviato un messaggio agli Stati Uniti che se parteciperanno alla possibile prossima mossa aggressiva dei sionisti la sicurezza delle sue basi e forze nella regione mediorientale sarà a rischio”. In questo caso a parlare è stato il capo di Stato maggiore iraniano, Mohammad Bagheri. “Gli Usa hanno dato luce verde all’attacco israeliano al nostro consolato e difeso Israele la scorsa notte, usando tutta la loro forza, per azzerare l’operazione iraniana, ma non sono stati capaci di affrontare l’Iran”, ha aggiunto, asserendo che “l’Iron Dome non ha potuto opporre una reale resistenza ai droni”.
Israele e Stati Uniti affermano infatti con un po’ troppa sicurezza che “il 99% dei droni e dei missili iraniani è stato intercettato e abbattuto”. Ma il dato fornito e diffuso con eccessiva enfasi contrasta con i video e le immagini di esplosioni sul territorio israeliano, in particolare nella strategica zona del Negev dove Israele ha diverse installazioni militari – tra cui una base aerea danneggiata, ma soprattutto i suoi depositi di armi nucleari.
Almeno nove dei missili lanciati dall’Iran contro Israele sono andati a segno colpendo basi militari israeliane, senza causare però danni ingenti. Lo ha riferito all’emittente televisiva “Abc News” un “alto funzionario” statunitense in condizione di anonimato. In particolare, cinque missili balistici avrebbero colpito la base aerea di Nevatim. Secondo alcune fonti anche il quartier generale dell’intelligence dell’aeronautica militare a Ramon sarebbe stato colpito.
Gli israeliani rimasti feriti – non risulta alcuna vittima mortale – sarebbero una trentina, anche se al momento appare difficile sapere se a causa dell’attacco iraniano o di quelli degli Hezbollah.
In Israele intanto dopo diverse ore di discussione, il gabinetto di guerra non ha ancora deciso se, come e quando rispondere all’attacco missilistico e dei droni iraniani.
I ministri hanno sospeso le loro discussioni senza una decisione, riferisce la televisione israeliana Channel 12 news, anche se si prevede che si riuniranno di nuovo nel prossimo futuro.
Secondo diversi resoconti dei media israeliani, il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz e il suo collega del partito di unità nazionale Gadi Eisenkot, hanno entrambi proposto di colpire l’Iran anche durante l’attacco iraniano in corso la scorsa notte.
Secondo il Times of Israel, questa posizione è stata però fermamente osteggiata dal ministro della Difesa Yoav Gallant, dal capo dell’IDF Herzi Halevi e da altri, in parte a causa della difficoltà di intraprendere un’azione simultanea quando l’aviazione era concentrata sull’intercettazione dei missili e dei droni iraniani in arrivo.
Successivamente, quando la tenuta dei sistemi di difesa aerea israeliani è stato evidente ed è stato chiaro che l’assalto iraniano aveva causato pochi danni, e dopo che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato con il primo ministro Benjamin Netanyahu, l’idea di una risposta immediata israeliana è stata accantonata, riportano entrambi i canali Channel 12 e 13.
La posizione di Netanyahu nelle discussioni sui tempi e la natura di una risposta israeliana non è chiara, sottolinea il Times of Israel.
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Tiberio
Penso che continuare a sparare il sionismo dall’ebraismo sia un grossolano errore che contribuisce a mischiare le carte.
Redazione Roma
Immaginiamo che lei volesse dire “separare” e non sparare. In realtà sono due cose diverse, molti ebrei sia in passato che nel presente, erano e sono antisionisti, mentre anche molti non ebrei sono sionisti. Il sionismo è una ideologia non una categoria razziale.
Mauro
Nonostante l’intervento di G.B, Francia,U.S.A,e dello stesso Israele, più di qualche missile è riuscito a colpire l’obiettivo x il quale era stato lanciato…con ciò l’Iran ha detto ad Israele:”Stai in campana”…
Tiberio
@Redazione Roma
Grazie, in effetti sono andato a rileggerlo e confermo la correzione, intendevo “separare”.
Un errore di battitura, grazie.
Mara
Nemmeno l’opinione pubblica mi risulta sia stata informata su cosa si siano detti nella videoconferenza dei paesi del G7.