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Mar Rosso. Le forze yemenite rivendicano operazione contro il traffico navale

Le forze yemenite Ansarallah, più conosciute come Houthi, dichiarano di aver effettuato ieri una “grande” operazione militare nel Mar Rosso, nel Mar Arabico, nel Mediterraneo e nell’Oceano Indiano, segnando “un nuovo punto di svolta nelle operazioni di interdizione del traffico navale destinato a Israele o di stati complici con il genocidio israeliano contro i palestinesi.

Ad annunciare questa operazione è stato Yahiya Saree, il portavoce militare di Ansarallah. Gli Houthi affermano di aver attaccato una nave israeliana nel Mar Arabico, una petroliera americana nel Mar Rosso, una nave britannica nell’Oceano Indiano e un’altra nel Mediterraneo. “L’operazione su larga scala è una vittoria in nome della lotta contro l’oppressione del popolo palestinese e dei suoi combattenti, in risposta ai massacri commessi dal nemico contro i figli del popolo palestinese nella Striscia di Gaza, e in risposta all’attacco degli Stati Uniti e del Regno Unito contro il nostro Paese”, ha detto Sared.

E’ dalla metà di novembre, che gli Houthi di Ansarallah hanno sferrato una serie di attacchi contro le navi commerciali e militari in transito nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden, dirette o collegate in qualche modo a Israele. Gli Stati Uniti e la Gran Bretagna a dicembre scorso hanno varato l’operazione militare navale “Prosperity Guardian” finalizzata a proteggere la navigazione nel Mar Rosso. Lo stesso ha fatto l’Unione Europea con la missione Aspides. Diversamente da quest’ultima le forze aeronavali statunitensi e britanniche hanno condotto attacchi contro le postazioni degli Houthi in Yemen, mentre le unità europee della missione Aspides si sono limitate a intercettare e abbattere i droni e i missili di Ansarallah.

Le operazioni di interdizione del traffico navale nel Mar Rosso da parte di Ansarallah in solidarietà alla resistenza palestinese, ha portato i principali colossi delle compagnie di navigazione ad abbandonare questa rotta e preferire il transito dal Capo di Buona Speranza, con conseguente aumento di tempi e costi dei noli.

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