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Cade un Eurofighter italiano nelle esercitazioni Nato in Australia

Mercoledì mattina un Eurofigheter Typhoon in dotazione dell’Aeronautica militare italiana è precipitato al suolo nel corso di un volo addestrativo sui cieli del Northern Territory, a circa 18 chilometri a sud-ovest del fiume Daly, Australia. 

Ancora ignote le cause che hanno provocato l’incidente, salvo il pilota che si è prontamente eiettato dal velivolo, nessun danno ulteriore registrato dalla caduta del mezzo. 

In Australia è in corso l’esercitazione internazionale Pitch Black 24, iniziata il 12 luglio a Darwin e in via di conclusione il 2 prossimo agosto. Per l’Italia, oltre all’Aeronautica alle manovre partecipa anche la Marina. 

Proprio l’Aeronautica, presente per la prima volta alle esercitazioni, aveva dichiarato per bocca del Generale di brigata Nannelli che “non vede l’ora di poter collaborare e lavorare con così tanti partner internazionali in quest’area del mondo, lontano dalla nostra patria”. 

La Difesa ha fornito 21 velivoli per queste esercitazioni, in un territorio considerato sempre più strategico nel contesto di guerra attuale in cui si muove la Nato, considerato che si trova in posizione vantaggiosa in caso di intervento rapido rispetto a potenziali “hot spot” come lo Stretto di Taiwan e nel Mar Cinese Meridionale. 

Organizzata dalla Royal Australian Air Force, alle esercitazioni partecipano 20 Paesi con oltre 140 aerei che si confrontano in una serie di scenari a carattere multidominio, carattere da cui deriva la presenza congiunta di diverse forze armate. 

Non è il primo incidente che accade nell’area, considerato che nel luglio del 2023 quattro soldati australiani e nell’agosto del 2023 altri tre marines statunitensi erano deceduti in seguito a incidenti accaduti durante le esercitazioni. 

Anziché continuare a servire supinamente gli interessi statunitensi e imperialistici che si annidano nella Nato, il governo italiano farebbe bene a ritirare gli oltre 10.000 soldati dispiegati nei vari angoli del mondo e a ridurre le spese per la guerra.

Un servilismo nei confronti del blocco euroatlantico, quello di Meloni, Crosetto & co., in perfetta linea di continuità con l’intera storia repubblicana del Paese, contro cui non può che porsi qualsiasi ipotesi di alternativa politica, economica e sociale che ambisce a migliorare le condizioni di chi vive, lavora e studia in Italia. 

È su questo punto, insieme all’Unione europea e alla Palestina, che si giocheranno le vere prospettive politiche della prossima fase storica. Da una parte c’è la guerra, dall’altra la possibilità di un sistema alternativo alla barbarie causate dal capitalismo. 

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1 Commento


  • Sergio Binazzi

    oltre che servi degli usa, nato, Israele ecc.. evidentemente è nel DNA di coloro che ci hanno governato da tantissimi anni, anche mussolini era così e ad oggi non si vedono le differenze. colossali spese militari ed abolizione di servizi utili al cittadino il quale si ritrova a pagare esosissime tasse finalizzate a scopi nettamente contrari a ciò che dovrebbero essere i beni primari. si divertono a fare guerre quasi maiali.

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