Menu

Il day after elettorale. Appuntamento al CNE per la proclamazione di Maduro

Appuntamento al CNE, l’organo di governo del Poder Elettorale della Repubblica Bolivariana, per la proclamazione ufficiale del vincitore delle presidenziali 2024. Maduro riconfermato con il 51% contro il 44% del suo avversario Gonzalez.

Seduti uno accanto all’altro il presidente del CNE Elvis Amoruso e naturalmente Maduro. Il primo a certificare la bontà del sistema elettorale venezuelano e a confermare i dati già diffusi la sera precedente, denunciando il tentativo di hackeraggio del sistema elettronico di voto da parte di soggetti ancora non pienamente identificati.

E poi ad investire ufficialmente Maduro della carica di presidente fino al 2031. E quest’ultimo in due ore di discorso rivendica innanzitutto di avere ancora una volta sconfitto l’estrema destra, serva dei gringos statunitensi. Non era facile, dice, dopo anni di dura crisi economica dovuta al bloqueo, alla caduta verticale del Bolivar, ad una inflazione a sei cifre.

Eppure, il popolo venezuelano ha ritenuto di dare ancora fiducia al chavismo, al socialismo venezuelano. Ha ringraziato i partiti e i movimenti che lo hanno sostenuto, per poi lanciarsi in un duro attacco ai paesi occidentali che con i loro media continuano a diffondere falsità.

Ha citato i social network statunitensi come primi colpevoli di questa squallida campagna di mistificazione della realtà. Ha ricordato poi che la sua conferma alla presidenza ha evitato al Venezuela di fare la fine dell’Argentina del pagliaccio Milei.

Intanto, fin dall’ alba a Caracas gruppi di teppisti legati alla destra si stanno prodigando in vari atti violenti contro le sedi istituzionali. Per ora la situazione appare ancora non grave, ma il rischio di escalation è alto.

Possiamo d’altronde testimoniare per esperienza diretta di questo clima di tensione. Siamo stati costretti, in qualità di osservatori internazionali, ad essere scortati dalla polizia nel viaggio in bus al ritorno in albergo.

Gruppi di facinorosi motorizzati hanno infatti operato blocchi stradali e alla vista del nostro bus hanno cercato di intercettarci. La polizia ha così dovuto chiudere la strada (equivalente ad una tangenziale italiana) facendoci percorrere la stessa in senso inverso, per poi imboccare strade più sicure.

La destra radicale venezuelana insomma ha deciso di puntare tutto su caos e disordini per delegittimare il voto popolare, sapendosi spalleggiata in primis dall’ imperialismo statunitense.

Anche se proprio la probabile prossima candidata alle elezioni presidenziali USA ha invece avuto parole di rispetto per il voto venezuelano.

D’altronde, il voto dei latinos per i democratici statunitensi è fondamentale per battere Trump. Non ha così mancato di attaccarla duramente per questo Elon Musk, che dalla sua piattaforma X, l’ex Twitter, ha scritto che “gli Stati Uniti diventeranno come il Venezuela se Trump non sarà eletto”.

Deliri a parte, intanto, il Psup ha organizzato una grande manifestazione per rispondere alle violenze eversive della Destra. Appuntamento il 30 luglio.

Così la destra capirà che non solo è perdente nelle urne ma anche nelle piazze. E che il processo verso il socialismo bolivariano non sarà certo interrotto da canaglie al soldo della borghesia ex “petrolera”. La resa dei conti sembra davvero vicina.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *