La Gran Bretagna è attraversata da giorni da numerose manifestazioni e attacchi razzisti dell’estrema destra contro la comunità musulmana.
Si stanno svolgendo anche molte mobilitazioni antifasciste in risposta al montare dell’odio xenofobo che ha usato i social media – in particolare X di Elon Musk – come cassa di risonanza.
Sabato sono scoppiate violenze a Liverpool, Manchester e Belfast nell’Irlanda del Nord durante le manifestazioni in tutto il Regno Unito, con slogan anti-immigrazione e anti-musulmani.
Domenica 4 agosto, la polizia ha riferito di aver arrestato più di 90 persone in diverse città del Paese in seguito alle manifestazioni del giorno precedente. E tuttavia, domenica le iniziative sono continuate.
Circa 300 persone hanno manifestato in centro a Middlesbrough brandendo i cartelli “Tom Jones is Welsh, Alex Rudakubana non lo è” e “Vogliamo di nuovo il nostro paese”.
Altri hanno manifestato ad Aldershot nell’Hampshire. fuori dal Potters International hotel, una struttura alberghiera che ospita richiedenti asilo. Stesse scena ma ancora più violente di fronte all’Holliday Inn a Rotherham.
L’elenco potrebbe continuare tenendo conto che appelli a manifestare sono stati lanciati in 30 città, la maggior parte dei quali in risposta allo slogan anti-immigrazione Enough is enough, che è stato ampiamente diffuso sui social network, secondo un conteggio dell’organizzazione antirazzista Hope Not Hate.
Le proteste sono iniziate in seguito all’attacco con coltello che lunedì scorso ha causato la morte di tre ragazze a Southport (Inghilterra nord-occidentale).
Dopo questo fatto tragico, sono circolate voci infondate sulla religione e sull’identità del presunto aggressore, Axel Rudakubana, un adolescente di 17 anni.
Questo triplice femminicidio è stato strumentalizzato dall’estrema destra, spostando l’asse dell’attenzione da un reale aumento di violenza mortale nei confronti delle donne ad una fittizia correlazione con l’immigrazione, in particolare con i richiedenti asilo, e contro una parte importante della società britannica come la comunità musulmana.
Da allora, grazie a questa fake news, nonostante la ferma posizione del governo laburista contro quello che ha descritto come “odio di estrema destra”, il Regno Unito ha assistito all’ennesimo giorno di violenze, dopo quelle che hanno scosso Southport martedì, Londra e altre città mercoledì e Sunderland venerdì.
Keir Starmer, a capo del governo da appena un mese, si trova ad affrontare la prima vera crisi politica interna che evidenzia una profonda frattura nel paese con l’esplosione dell’odio razzista.
Odio che covava da tempo e che aveva avuto una rappresentazione politica con l’enorme consenso ottenuto dalla nuova formazione di Nigel Farage – Reform UK -, il quale non ha condannato la mobilitazione violenta di Southport, secondo quanto riporta The Indipendent.
Il neo-fascismo ‘in doppio petto’ di Farage, ha ceduto il passo a quello di strada della galassia dell’estrema-destra.
Stamer ha convocato una riunione d’emergenza dei suoi ministri chiave e ha dichiarato che “non ci sono scuse per la violenza”, secondo un portavoce di Downing Street. Ha inoltre ribadito il suo sostegno alla polizia affinché prenda “tutte le misure necessarie per mantenere le strade sicure”.
Ma è chiaro che la situazione è sfuggita di mano.
Le manifestazioni di sabato
Segnalati in diverse città, tra cui Leeds, Nottingham, Portsmouth e Belfast in Irlanda del Nord, i raduni di sabato sono stati ampiamente riportati sui social network da esponenti della destra radicale come il fondatore ed ex leader della English Defence League, Tommy Robinson, a cui è stata data di nuovo la possibilità di scrivere su X.
La situazione è stata spesso tesa, con contro-dimostrazioni organizzate in alcuni luoghi da movimenti anti-razzisti, e talvolta è degenerata, come a Liverpool.
In questa popolare città del nord-ovest dell’Inghilterra, i manifestanti hanno lanciato sedie, mattoni e altri oggetti contro la polizia, secondo quanto riportato da un fotografo dell’Agence France-Presse (AFP).
“Diversi agenti di polizia sono stati feriti mentre si occupavano di gravi disordini nel centro di Liverpool”, ha riferito la Merseyside Police su X. “Questo comportamento (…) ha portato a un gran numero di persone ferite”. “Questo comportamento (…) non sarà tollerato. E arresteremo i responsabili”, ha aggiunto.
A Manchester sono scoppiati tafferugli tra manifestanti e polizia, che ha cercato di tenere a bada una contro-dimostrazione per evitare scontri tra i due gruppi, secondo la BBC.
Anche a Nottingham la polizia è intervenuta tra i manifestanti, con un gruppo che da una parte gridava slogan anti-migranti ed esponeva bandiere inglesi, e dall’altra un gruppo che rispondeva con lo slogan: “I rifugiati sono i benvenuti qui”, secondo un giornalista dell’AFP presente sul posto.
Secondo la BBC, a Hull, nel nord-est, i manifestanti hanno distrutto le finestre di un hotel utilizzato per ospitare i richiedenti asilo, mentre a Belfast sono stati lanciati petardi durante gli scambi di tensione tra un gruppo anti-musulmano e manifestanti anti-razzisti.
La comunità musulmana
I leader religiosi musulmani sono particolarmente preoccupati, poiché durante i precedenti scontri di martedì una moschea di Sunderland è stata presa di mira, così come una di Southport.
Secondo il gruppo di monitoraggio sulle violenze anti-musulmane Tell Mama, sono 10 gli attacchi o minacce che si sono consumati in meno di una settimana contro le moschee, ed è aumentato il vero e proprio clima di terrore che regna nelle comunità musulmane.
Iman Atta di Tell Mama ha riferito a The Guardian che: “le marce e le violenze stanno terrorizzando le comunità. Le persone non vogliono essere visibili, non vogliono andare alla moschea”.
A Londra, i partecipanti a una marcia pro-palestinese organizzata regolarmente nel centro della città si sono riuniti come previsto, sotto la pesante sorveglianza della polizia. “I miei genitori mi hanno detto di non venire oggi, ma io sono di qui. Il Regno Unito è la mia casa”, ha dichiarato all’AFP lo studente 24enne Mera Harun.
Le mobilitazioni antifasciste
“Migliaia di antifascisti si mobiliteranno in tutta la Gran Bretagna mentre il Paese si prepara a un fine settimana di attività di estrema destra” segnalava il quotidiano comunista britannico The Morning Star.
In un post online, Hope Not Hate ha sottolineato che questa ondata di manifestazioni evidenzia la natura “post-organizzativa” dell’estrema destra moderna, con molte proteste pianificate da persone del posto collegate a reti decentrate di estrema destra online.
Un’organizzazione ‘fluida’, ma piuttosto efficace.
Come riporta The Mornig Star, “sono destinate ad affrontare una feroce resistenza, con contro-dimostrazioni di Stand Up to Racism (SUTR) organizzate a Liverpool, Nottingham, Leeds, Manchester, Bristol, Cardiff e Stoke-on-Trent sabato, poi a Rotherham e Weymouth domenica”.
Il co-convocatore di SUTR, Weyman Bennett, ha dichiarato: “I razzisti di tutta la Gran Bretagna sono stati incoraggiati dal razzismo di Reform e Farage in Parlamento e dalla dimostrazione di Robinson, forte di 15.000 persone, a Londra. Entrambi devono essere ritenuti responsabili mentre fomentano l’islamofobia e gettano benzina sul fuoco”.
“Gli antirazzisti sono ora impegnati a rompere nuovamente la fiducia dei razzisti e ad affrontarli laddove tentano di diffondere l’odio e di attaccare i musulmani”.
Le violenze dell’estrema-destra occasione per la torsione autoritaria
Invece di affrontare le cause degli atti di violenza razzista della settimana, il Primo Ministro Sir Keir Starmer ha colto l’occasione per conferire maggiori poteri alla polizia.
Ha lanciato il “programma nazionale per i disordini violenti” per reprimere i gruppi riottosi, consentendo alle forze di polizia di condividere le informazioni e di implementare un più ampio utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale.
Silkie Carlo, direttore di Big Brother Watch, ha dichiarato che la mossa “minaccia piuttosto che proteggere la democrazia” e che la sorveglianza dell’intelligenza artificiale “non ha alcuna base legale esplicita nel Regno Unito”.
Habib Kadiri, direttore di Stop Watch, ha sottolineato che la tecnologia è “pericolosamente imprecisa” nel trovare i sospetti, al punto che il suo uso è limitato in tutta Europa.
Starmer ha anche incoraggiato un maggiore uso degli ordini di condotta criminale per limitare la circolazione di alcune persone.
Kadiri ha aggiunto: “Va bene rivendicare l’attenzione alla prevenzione dei disordini violenti dei teppisti di estrema destra oggi, ma se si lascia fare alla discrezione della polizia, si corre il rischio di consentire l’uso eccessivo di un potere su minoranze razzializzate già sovraesposte all’attenzione poliziesca domani”.
Come occultare le ragioni di un triplice femminicidio
Women’s Aid ha scritto al ministro dell’Interno Yvette Cooper, chiedendo che l’accoltellamento di Southport non venga considerato isolatamente, ma come parte di una più ampia epidemia di violenza contro donne e ragazze.
L’organizzazione ha aggiunto che le proteste razziste all’esterno della moschea di Southport e i piani per ulteriori azioni di estrema destra “sono terrificanti per noi donne, ma anche per le donne e i bambini a cui forniamo assistenza”.
L’amministratore delegato di Women’s Aid, Farah Nazeer, ha dichiarato: “La misoginia e l’odio che permettono l’esistenza della violenza maschile devono essere smantellati, in modo che le donne e le ragazze possano vivere in sicurezza al riparo dalla paura”.
Un recente report di fonti ufficiali di polizia afferma che la violenza contro le donne ammonta ad 1/5 di tutti i crimini denunciati in Inghilterra ed in Galles dal 2022 al 2023.
1/6 degli omicidi totali sono dovuti a violenze domestiche. Una donna su dodici, secondo una stima al ribasso, avrebbe subito violenza.
Questa è una vera e propria emergenza nazionale, stando anche all’aumento del 25% del numero degli arresti per questo tipo di violenza dal 2019 al 2025.
Purtroppo, questa ennesima violenza perpetrata sul corpo delle donne è stata sfruttata dall’estrema destra per scatenare il suo odio razzista e dal governo per un giro di vite securitario.
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