L’organizzazione “Stand Up to Racism” lancerà, questo 17 agosto, la campagna “Stop the far right”, ed ha chiamato a manifestare in ogni centro abitato il primo giorno di questo fine settimana.
Siamo alla vigilia di quella che potrebbe essere un’altra ondata di mobilitazioni dell’estrema destra e naturalmente di contro-manifestazioni.
Piazze che hanno già dimostrato la loro efficacia i giorni scorsi, quando circa 25 mila persone, in differenti città britanniche, sono scese in strada contro le 39 annunciate iniziative dell’estrema destra (alcune delle quali rivelatesi inconsistenti o inesistenti) che avrebbero dovuto svolgersi di fronte ad alcuni edifici eletti come bersaglio dalla destra radicale.
Il Primo Ministro Britannico, Keir Starmer, ha lodato la polizia che ritiene il maggior fattore di deterrenza rispetto allo scatenarsi della violenza neo-fascista, ma ha volutamente ignorato il ruolo cruciale delle contro-manifestazioni mentre ha ricordato che le celeri condanne comminate nei confronti dei rioters “hanno lanciato un segnale forte”.
Fino ad oggi sono stati 483 gli arresti e ben 148 le condanne inflitte di fronte a questa inedita mobilitazione razzista, riporta il quotidiano comunista The Morning Star. Ma secondo il Live di The Guardian di venerdì pomeriggio sarebbero poco meno di 600.
6 mila riot officers verranno impiegati questo fine settimana, mentre viene mantenuto lo stato di “allerta massima” secondo le parole di Starmer.
Se la dirigenza del Labour ha scelto la strada dell’incremento delle politiche di legge ed ordine per impattare l’ondata xenofoba dell’estrema destra, le organizzazioni di base di una sinistra che non si trova più rappresentata nel centrismo laburista ha scelto l’organizzazione diretta e chiama in causa i diretti responsabili di ciò che sta avvenendo.
Un interessante parallelismo con la situazione greca è suggerito da Georgios Samaras in un suo recente intervento su Jacobin Magazine.
“L’incapacità del sistema politico britannico di affrontare efficacemente il terrorismo interno non è un caso unico in Europa. Anzi, ha dei paralleli sorprendenti con l’ascesa decennale di Alba Dorata, un’organizzazione criminale neonazista greca, durante la crisi economica del Paese”.
“La violenza dell’estrema destra contro i migranti è aumentata poco dopo che il partito si è assicurato i primi seggi parlamentari nel giugno 2012”.
“Il partito ha fatto rapidamente ricorso alla propaganda della paura sull’immigrazione; l’establishment politico ha risposto normalizzando questa retorica per evitare potenziali perdite elettorali a favore di fazioni di destra più estreme”.
“Il resto degli anni 2010 ha visto un’ampia copertura mediatica internazionale di Alba Dorata. Si è trattato di omicidi di attivisti di sinistra e di migranti, di pogrom nei mercati delle pulci e di aggressioni fisiche a parlamentari al Partito Comunista Greco”.
“Ci sono voluti quasi sette anni di processi prima che i tribunali stabilissero che Alba Dorata rappresentava una chiara minaccia per la democrazia e doveva essere fermata, con conseguenti lunghe condanne per molti dei suoi parlamentari e leader”.
Per continuare a dare una visione che rispecchi i contenuti internazionalisti e di classe di chi sta animando le mobilitazioni contro l’estrema destra abbiamo tradotto un intervento di Zarah Sultana.
Questo articolo, di cui abbiamo ripreso il titolo integralmente, è stato scritto per il Guardian dalla trentenne e deputata indipendente, membro della Socialist Campaign Group, e tra i parlamentari più attivi nel movimento di solidarietà con la Palestina.
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“Il nemico della classe operaia viaggia con il jet privato, non con il gommone dei migranti”
Lo straordinario spettacolo di solidarietà comunitaria che ha respinto l’estrema destra ci ha mostrato come la politica progressista può conquistare il futuro.
Moschee attaccate, alberghi che ospitano richiedenti asilo dati alle fiamme, Black e Brown assaliti da folle razziste, “posti di blocco razziali” istituiti agli incroci.
Mia madre, terrorizzata da ciò che sta vedendo, supplica me e le mie sorelle: non uscite se non siete costrette. E di sicuro non uscite da sole. È un messaggio che viene ascoltato dal posto di lavoro di mia sorella, che cancella i suoi turni di lavoro per timore della sicurezza. Lei indossa l’hijab e uscire la mette a rischio.
Come siamo arrivati a questo punto, in cui la violenza razzista di estrema destra e islamofoba è presente in tutto il Paese e la paura attanaglia i musulmani britannici e le persone di colore?
La miccia può essere stata innescata dalla disinformazione online e dai canali segreti dei social media, ma l’esplosione della violenza di estrema destra è stata preparata da decenni.
E se Stephen Yaxley-Lennon (alias Tommy Robinson) e la sua banda di agitatori di estrema destra ne sono gli istigatori immediati, gran parte della classe politica e mediatica britannica è complice nel gettare le basi per questa eruzione di odio.
La verità su come siamo arrivati a questo punto capovolge la normale narrazione classista sul razzismo in Gran Bretagna. La realtà è che il razzismo non è un’espressione dal basso del malcontento popolare, ma un progetto dall’alto verso il basso propagato da persone in posizioni di potere.
Pensate a come la stampa di destra, di proprietà dei miliardari, alimenta l’odio nella politica britannica, diffondendo titoli allarmistici sui loro giornali: “Complottasti islamici nelle scuole del Regno Unito” – Telegragh, “1 mussulmano su 5 simpatizza per gli jihadisti”- Sun, “i migranti scatenano la crisi degli alloggi”- Daily Mail.
Oppure pensiamo a come i politici conservatori normalizzano la retorica dell’estrema destra, disumanizzando le persone e diffondendo l’odio.
Dai conservatori “di una sola nazione” come David Cameron che, da primo ministro, ha descritto i migranti come uno “sciame”, a quelli come Suella Braverman che, da ministro degli Interni, ha detto che c’è una “invasione” di migranti.
Lo slogan di Rishi Sunak “Stop the boats” è ormai un ritornello dell’estrema destra e proprio questa settimana il candidato alla leadership del partito Tory Robert Jenrick ha detto che la polizia dovrebbe “arrestare immediatamente” le persone che gridano “Allah Akbar” per strada, la frase araba che significa “Dio è grande” – l’equivalente di un cristiano che dice “alleluia”.
Questa retorica è stata ulteriormente propagata dall’ex commerciante della City Nigel Farage, che sostiene di essere un uomo del popolo. Durante la campagna elettorale generale, ha affermato che molti musulmani non condividono i “valori britannici” e questa settimana ha promosso la cospirazione del “doppio standard della polizia”.
Ma la colpa non è solo dei politici, degli opinionisti e delle pubblicazioni di destra. Anche i cosiddetti centristi spesso si rifiutano di reagire a questo odio, a volte riproponendo gli stessi pericolosi stereotipi o ignorando le preoccupazioni di coloro che sono oggetto di questo odio.
Proprio questa settimana mi sono trovato di fronte a questa dolorosa realtà. Lunedì mattina sono stata invitata a Good Morning Britain per parlare dei recenti disordini razzisti, per poi essere “torchiata” – e mi è sembrato un interrogatorio – sul perché io, deputato musulmano, ritenessi importante definire islamofobica la recente violenza razzista. “Perché è importante usare questa parola specifica?“. Kate Garraway mi ha ripetutamente chiesto.
Quasi prima che potessi rispondere, e comportandosi con la stessa condiscendenza sogghignante con cui ha seguito l’intero segmento, l’ex cancelliere ombra laburista e ora emittente Ed Balls mi ha ripetutamente interrotto, apparentemente incredulo che io pensassi che questo odio dovesse essere chiamato con il suo vero nome.
Lo show ha ricevuto più di 8.200 reclami da parte dell’Ofcom, l’episodio di quella mattina, molti dei quali relativi alla gestione della mia intervista.
Non è stato un caso isolato, nemmeno per Ed Balls. Nell’estate del 2010, mentre esponeva la sua proposta di leadership laburista sul Guardina, Balls ha accusato i “migranti dell’Europa orientale” di avere un “impatto diretto sui salari, sui termini e sulle condizioni di troppe persone“.
Non è certo l’unico esponente laburista a fare eco ai discorsi della destra: dall’allora leader della Camera dei Comuni Jack Straw, che nel 2006 ha dichiarato di aver chiesto alle donne musulmane velate di togliersi il velo durante gli incontri con lui, all’ex deputato laburista Jonathan Ashworth che di recente ha affermato che i richiedenti asilo possono stare in hotel per “il resto della loro vita”.
Questi atteggiamenti non si limitano alle dichiarazioni pubbliche. Il rapporto di Martin Forde KC del 2022 sui processi interni del Labour ha rilevato che il partito opera una “gerarchia del razzismo”, e in seguito ha rivelato preoccupazioni sul modo in cui tratta “il razzismo anti-nero e l’islamofobia”. Questa constatazione concorda con la mia esperienza di deputato musulmano più giovane.
Questo è ciò che intendo quando dico che gran parte della classe politica e mediatica britannica è complice della recente ondata di violenza razzista e islamofoba contro gli immigrati.
Da coloro che prendono di mira i musulmani e gli immigrati con entusiasmo rabbioso a coloro che non riescono a contrastare queste narrazioni di destra, la responsabilità del fatto che la politica britannica sia al punto in cui si trova ora – rivolte razziste e tutto il resto – è di questa classe.
E non è un mistero perché questa classe fallisca questo test. Quando i servizi pubblici sono stati decimati e gli standard di vita hanno subito il più grande colpo mai registrato, le persone in posizioni di potere giocano a dividere e governare per mantenere il loro privilegio.
È quindi urgente trovare un’alternativa a questo capro espiatorio moralmente fallimentare e mercoledì sera, in città e paesi di tutta la Gran Bretagna, abbiamo visto il potere della solidarietà. Migliaia e migliaia di persone sono scese in piazza, affrontando l’estrema destra e difendendo le loro comunità.
Giorni prima, sindacati come il Sindacato dei Vigili del Fuoco, l’RMT, il Sindacato Nazionale dell’Educazione e il Sindacato dei Lavoratori della Comunicazione avevano preso posizione in modo analogo, invitando le loro sezioni e i loro membri a contattare le moschee e i centri per immigrati per offrire sostegno e solidarietà.
Queste azioni si inseriscono in una lunga tradizione di unità della classe operaia e riflettono una realtà importante: il nemico della classe operaia viaggia su jet privati, non su gommoni di migranti.
Prima che sia troppo tardi, i progressisti di tutta la Gran Bretagna devono riscoprire questa verità, opponendosi a chi la nega e spaccia odio razzista.
*Zarah Sultana è la deputata indipendente di Coventry South
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Max
Dovete tornare ad avere paura!