Dopo due anni di silenzio assordante (e complice) dei mass-media occidentali su chi ha distrutto il gasdotto North Stream 1 e 2, dopo che le magistrature svedese e danese chiusero senza mai iniziare le indagini sui colpevoli, adesso la magistratura tedesca spicca un mandato di arresto contro un ucraino, indiziato quale colpevole.
E’ l’ennesima bufala e depistaggio atlantista – ma riprenderò su questo dopo – ora è il caso di capire chi è il vero colpevole e perché.
Da quando è collassata l’Unione Sovietica e il suo blocco di paesi collegati, nonostante le promesse (vane) di Bush padre a Gorbaciov di non allargare a est la NATO, gli yankee, con costanza, hanno inglobato gli ex stati socialisti e da ultimo la Svezia e la Finlandia (due governi autolesionisti!).
Lo scopo di questa politica militare è chiara, aggredire la Russia per smembrarla, visto le sue enormi risorse naturali (estrazione del valore), e di fatto da trenta anni gli yankee stanno attuando una aggressione militare diluita nel tempo, cercando la destabilizzazione della Russia.
Questa strategia politica è suicida, tanto più per i governi europei perché significa non solo tagliare con le materie prime russe, ma aprire lo spazio a future invasioni.
Quello che nessuno racconta è che con la formazione di un grande e forte stato nella steppa russa si è costituito dal XV secolo un “tappo” ad eventuali invasioni dall’Asia.
L’Europa nei secoli ha subito molte invasione dall’Asia, le più importanti furono degli Unni, degli Avari, dei Magiari e dei mongoli di Gengis Khan.
Lo stato dell’Orda d’oro che tentò l’ultima grande invasione a fine XIII secolo, forte per avere distrutto la Rus di Kiev, arrivò sino in Polonia, Ungheria e Friuli, però lasciando campo alla Rus di Mosca, che ampliandosi divenne un argine a nuove invasioni.
La Russia è un avversario militare che per grandezza territoriale, popolazione e cultura è da evitare come paese da invadere, ne hanno fatto le spese la Svezia di Cristiano XII che con la sconfitta a Poltava (in Ucraina) vide distrutto il suo esercito (allora uno dei più potenti) e il suo mini-impero, la Francia di Napoleone (che perse lì il suo esercito di 500mila uomini) e la Germania nazista che si era portata dietro gli eserciti di mezza Europa, compresi noi italiani.
La distruzione del North Stream è dentro questo attacco forsennato degli yankee, che non hanno imparato nulla dalla storia.
E torniamo quindi al North Stream, sia 1 che 2.
Gli Yankee non lo volevano realizzato o distrutto da molti anni, con grandi discussioni con Angela Merkel. Perché tanta ostilità yankee?
La risposta semplice e immediata è per impedire che gli europei si svincolino dai legami con gli USA (la NATO è infatti una “camicia di forza” che lega a lei e allo stesso tempo è un mezzo per selezionare in Europa una classe dirigente servile e arrendevole ai suoi interessi), ma la realtà è molto più impattante.
Da venti anni gli Usa non sono più la potenza industriale trainante del mondo (da allora è la Cina) e hanno un debito pubblico enorme, che si regge sul dollaro quale mezzo monetario mondiale di scambio.
Il problema degli yankee è l’estrazione della ricchezza dal mondo per potersi continuare a reggere e l’Europa, che ha una classe politica imbelle, ha al suo interno una grande ricchezza: siamo noi europei i veri obiettivi delle azioni militari (e di estrazione del valore) degli yankee!
Costruire un nemico in Europa e fare scoppiare una guerra contro la Russia in Ucraina significa che noi europei siamo ora costretti a comprare il gas degli USA (a costi triplicati), spostare per i costi energetici le nostre industrie in America e comprare le loro armi (che è la loro industria nazionale): stiamo trasferendo valore/ricchezza verso gli USA, estrazione che avviene con il consenso dei nostri governi servili.
Che sia stato il governo USA a distruggere il North Stream, oltre che da questa evidente analisi degli interessi in gioco, lo ha detto in maniera palese il presidente Biden a gennaio 2022, che affermò: “Se la Russia invaderà l’Ucraina non ci sarà più un Nord Stream 2. Vi porremo fine. Vi assicuro, saremo in grado di farlo”.
Affermazione confermata dalla velenosa golpista Victoria Nuland, allora sottosegretario di Biden: “se la Russia invade l’Ucraina, in un modo o nell’altro Nord Stream 2 non andrà avanti”.
La distruzione del North Stream (NS) era ed è così importante strategicamente per il governo USA che assolutamente non l’avrebbe affidata a degli ubriaconi (loro affermazione) e pasticcioni ucraini: l’ha realizzata direttamente, al massimo con la collaborazione inglese.
Dal punto di vista operativo l’azione terrorista yankee è stata resa pubblica dal giornalista, pluripremiato, Seymour Hersh, che pubblicò un articolo (snobbato servilmente dai nostri mass-media, che anzi lo hanno smentito aspramente) in cui affermava avere avuto notizie certe da fonti militari interne USA, dove a giugno 2022, durante e con la copertura delle esercitazioni NATO BALTOPS 22 davanti all’isola danese Bornholm (con base militare NATO), un gruppo di sommozzatori specializzati posarono l’esplosivo che venne poi fatto attivare il successivo 26 settembre attraverso una boa-sonar.
L’operazione terrorista richiedeva particolare competenza per le caratteristiche del gasdotto.
Il North Stream è costituito da quattro tubi paralleli in acciaio anticorrosivo del diametro interno di 115 cm e con lo spessore del tubo di 3,5 cm, posati per la lunghezza di 1200 chilometri e con una “camicia” di protezione esterna.
I tubi sono stati fatti esplodere, per il NS1 a 88 mt di profondità, mentre per il NS2 a 70 mt di profondità.
I tubi erano progettati per resistere sia alla pressione interna del gas pompato, sia per la pressione della colonna d’acqua sovrastante.
Per potere distruggere i tubi (è avvenuto per tre su quattro) serviva utilizzare una enorme quantità di esplosivo ad alto potenziale (ho letto circa da una a due tonnellate), calandolo con più immersioni sino a 90 mt di profondità, piazzandolo in maniera perfetta, utilizzando una squadra di sommozzatori di grande esperienza che tenesse conto dei tempi di risalita per evitare embolie.
Insomma un lavoro lungo, pericoloso, faticoso e che non poteva passare inosservato, tranne ci fosse stata una “copertura” ben orchestrata (le esercitazioni NATO, per l’appunto).
Al tempo avevo anche letto che un sommozzatore era rimasto disperso (quindi morto) durante la BALTOP 22, ma per quanto ho cercato di nuovo la notizia non l’ho ritrovata, rimane un ricordo senza prove.
Affermare che un gruppo volenteroso di nazi-ucraini decida, dopo una ubriacatura a maggio 2022, di affittare una barca a vela di dieci metri e con cinque persone (la sesta sarebbe stata una donna che doveva farla sembrare una simpatica gita in barca) trasporti un sacco di esplosivo e lo piazzi a poca distanza da una base NATO sorvegliatissima, offende la nostra intelligenza, non certo quella dei vai “giornalai” main-stream, pagati proprio per dare per certe le cose più inverosimili (e lo vediamo nel doppio standard tra i civili palestinesi sottoposti a genocidio a Gaza e i soldati sionisti caduti nel tentativo di fare il genocidio).
Che quello dell’attentato effettuato da ucraini sia una bufala lo afferma anche Seymour Hersh, per il quale la bufala è necessaria per nascondere la responsabilità di Biden, mentre un ex deputato ucraino, Andrei Derkach, ora fuggito in Russia, ha accusato gli USA di avere addestrato tra Romania e Ucraina il finto gruppo di sabotatori, fornendone anche i nomi, proprio per depistare dai veri esecutori yankee.
Nel depistaggio è interessante notare le varie notizie contraddittorie proposte nel tempo, che da un lato attribuiscono ai capi nazi-ucraini la responsabilità e dall’altra la propongono come iniziativa personale di “volenterosi”; poi “Zelenskj non sa” ma poi approva e infine ritira l’autorizzazione pressato dagli yankee, poi che il fondale è basso quindi l’azione è stata possibile facilmente, eccetera, eccetera.
Tutte notizie per non mettere in discussione il sostegno ai nazi-ucraini, solo la Germania si tiene il suo cerino acceso tra le dita e continua a non vedere l’attentato fatto a suo danno dagli yankee.
Perché dopo quasi due anni è diventato così importante, anche per i nostri mass-media, interrogarsi sugli attentatori del NS 1 e 2?
Allo stato attuale non esiste una risposta, ma se ora – dopo tanto silenzio omertoso – se ne parla allora da qualche parte esiste qualcosa che costringe il potere atlantista a sviare con falsi scoop.
Sicuramente i finti attentatori ucraini non rischiano nulla, sia perché non c’è la volontà di farlo, (il primo ministro polacco Tursk ha intimato ai pseudo-sabotatori di non parlare e di mentire in merito all’attentato), magari finirà tutto per mancanza di prove o altri magheggi giudiziari.
Esistono prove (magari in mano ad Assange) contro gli yankee e di cui la NATO sa l’esistenza?
La richiesta politica di Sarah Wagenknecht di indagini e di ripristino del North Stream mette sotto pressione i complici yankee (Socialdemocratici e verdi) nel governo tedesco?
I russi sono in possesso delle prove che accusano Biden?
Negli ambienti atlantisti c’è il timore che, se eletto Trump, per sputtanare Biden renda pubbliche le prove e i nomi di chi ha distrutto il North Stream? Se fosse così si assisterebbe a un vero tracollo delle classi dirigenti europee.
Il North Stream rimane un affare sporchissimo, basta pensare allo stranissimo incidente aereo che è costato la vita a Karl-Peter Griesemann e alla sua famiglia, proprietario dell’azienda tedesca che faceva la manutenzione al gasdotto.
20 giorni prima dell’attentato, partiti in aereo privato dalla Spagna, invece di atterrare in Germania, il velivolo proseguì lungo tutto il mar Baltico affondando davanti l’Estonia.
Caso strano, ma di “casi Mattei” gli Usa ci hanno già dato notizia.
*Anpi Trullo-Roma
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Pina
Grazie Paolo, faccio girare il più possibile