Menu

Venezuela, le “comuni” del socialismo bolivariano

Una delegazione di Rete dei Comunisti e di Cambiare Rotta ha “accompagnato” domenica 25 agosto la Seconda Consultazione Popolare Nazionale, una giornata caratterizzata da una massiccia mobilitazione e dalla riaffermazione dell’impegno per la democrazia diretta e il socialismo comunitario, come ci hanno raccontato i nostri osservatori internazionali.

La Consultazione – prevista nella Costituzione voluta da Chavez – rappresenta un sistema di equità e giustizia sociale per rivendicare i diritti della popolazione, cui storicamente non era mai stata riconosciuta la sua sovranità.

In questo senso – spiega Luciano Vasapollo, che ha collaborato con Chavez nel varo di tale sistema di democrazia partecipativa – le elezioni delle comuni sono l’espressione più alta del significato e della modalità del socialismo bolivariano”.

Il socialismo bolivariano si organizza infatti – sottolinea Vasapollo – attraverso i comitati delle comuni, e tali cellula di base sono semplicemente le comunità che possono essere costituite come insediamenti abitativi ovvero come organismi produttivi formati, a secondo delle zone, da un certo numero di famiglie che insieme si organizzano e scelgono come procedere per migliorare la vita a livello locale, formulando proposte anche a livello nazionale”.

Si tratta, spiega l’economista della Sapienza, di un’interpretazione significativa della pianificazione centralizzata, che è la forma più alta di decentralizzazione economica, sociale, produttiva e culturale.

E quindi trasformano e dimensionano a livello locale quello che è un sistema di pianificazione socialista centralizzato, che ovviamente rimane a livello centrale, per le grandi opere. In questo modo lo trasformano in economia locale, ovvero in pianificazione decentralizzata”.

La comuna – sottolinea Vasapollo – è il centro del socialismo bolivariano, è il potere popolare, cioè si declina al suo interno, ad esempio, come gestire la sanità pubblica e gratuita, come istituire le scuole, come gestire l’istruzione e la cultura, le biblioteche, e ancora: come gestire l’economia produttiva, come diversificare l’economia, come dipendere sempre meno dalle importazioni e darsi quindi una struttura produttiva anche di autorappresentazione che sia espressione della propria cultura, ma anche della cultura contadina, della cultura operaia”.

Per questo “il potere popolare della comune è il livello più alto di espressione che ha voluto Chavez, nel socialismo bolivariano, e ha avuto poi la sua massima capacità di espressione durante questi anni di presidenza di Maduro che, da parte sua, ha dato un grosso impulso alle comuni”.

Personalmente, osserva il prof. Vasapollo, “io penso che uno dei motivi per cui l’imperialismo cerca di attaccare il socialismo bolivariano in tutti i modi, con il blocco, con le sanzioni, a livello militare, con le guarimba, con gli omicidi e la violenza, sia proprio la caratterizzazione popolare e partecipativa che questo socialismo bolivariano si dà per andare oltre il socialismo, superando la forma-stato”.

“Infatti, il Venezuela, oltre a detenere risorse di interesse strategico per l’imperialismo che vorrebbe appropiarsene, dall’oro al coltan, al petrolio, al gas, costituendo insieme al Congo, i due paesi che più detengono queste risorse, rappresenta una spina nel fianco del capitalismo imperialista proprio per il suo potere popolare che diventa un problema serio per l’imperialismo in quanto dimostra che si possono gestire le risorse fondamentali dell’economia attraverso la pianificazione e la socializzazione”.

Spaventa insomma – ragiona il decano di economia della Sapienza – la democrazia di base, la democrazia popolare, cioè il potere popolare, quello che a Cuba si esprime attraverso i comitati di difesa rivoluzionaria, dove appunto la comunità, la classe operaia, la classe contadina e i proletari dei quartieri prendono gestiscono l’economia, gestiscono cultura e gestiscono, diciamo così, la specificità del loro territorio”.

Quindi – conclude Vasapollo – queste elezioni sono importanti perché una volta che si è ribadita, con le elezioni del 28 luglio, la legittima continuità di Maduro alla guida del Paese, ecco che con il voto locale del 25 agosto il socialismo bolivariano imprime una nuova spinta verso la struttura socialista e verso la democrazia di base, con la democrazia partecipativa e la democrazia popolare.

Questa è la centralità di queste elezioni. Qui si gioca il fatto che ogni comunità si sceglie il proprio progetto comunitario e indica quali sono i progetti comunitari nazionali più forti che vanno sviluppati. Insieme, ovviamente, a quelle che sono le decisioni di pianificazione centrale”.

* da Il Faro di Roma

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *