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Il “loro” ordine mondiale è a rischio. L’allarme dei capi dell’intelligence Usa e britannica

Se i capi dell’intelligence Usa e britannica entrano in campo sul piano della comunicazione e delle public relations vuol dire che la situazione internazionale si va facendo decisamente critica.

In un articolo a quattro mani pubblicato sul Financial Times, i capi della Cia e del Sis britannico, William Burns e Sir Richard Moore, scrivono che “L’ordine mondiale internazionale è “minacciato in un modo che non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda”.

L’articolo comune dei due capi della maggiori agenzie di intelligence e spionaggio del mondo è decisamente una novità, non era mai accaduto. Burns e Moore sono comparsi insieme per la prima volta a Londra in occasione di un vertice sulla sicurezza, ed hanno affermato di aver previsto l’arrivo della guerra in Ucraina “e di essere stati in grado di avvertire la comunità internazionale”, in parte declassificando documenti segreti per aiutare Kiev.

“Non c’è dubbio che l’ordine mondiale internazionale – il sistema equilibrato che ha portato a una relativa pace e stabilità e ha fatto crescere il tenore di vita, le opportunità e la prosperità (sic!) – sia minacciato in un modo che non si vedeva dai tempi della Guerra Fredda. Combattere con successo questo rischio è alla base delle relazioni speciali tra Regno Unito e Stati Uniti”, scrivono i due sul Financial Times.

“Nel 21esimo secolo, le crisi non arrivano in sequenza. Mentre vengono dedicate alla Russia risorse e attenzione significativi, agiamo insieme in altri luoghi e spazi per contrastare il rischio di instabilità globale”, precisano. “L’anti terrorismo rimane al cuore della nostra partnership e lavoriamo a stretto contatto con altri per proteggere i nostri Paesi e per contrastare la minaccia dell’Isis”.
Una delle “minacce senza precedenti” che entrambi i Paesi ritengono di dover affrontare è la guerra in Ucraina arrivata ormai al terzo anno. Moore e Burns hanno affermato che “mantenere la rotta è più vitale che mai” quando si tratta di sostenere l’Ucraina, aggiungendo che il presidente russo, Vladimir Putin, “non avrà successo”.

I due capi dell’intelligence occidentale hanno inoltre affermato che si sta lavorando per “interrompere la sconsiderata campagna di sabotaggio” in Europa da parte della Russia, per spingere verso una de-escalation nella guerra tra Israele e Hamas e per contrastare la recrudescenza dello Stato Islamico.
“Continueremo ad aiutare i nostri partner ucraini coraggiosi e risoluti – precisano – Questo conflitto ha dimostrato che la tecnologia, dispiegata insieme a straordinario coraggio e armi tradizionali, può alterare il corso della guerra”. Insomma una sorta di peana per nascondere invece il fatto che sul terreno le cose stanno andando piuttosto male sia per le forze armate di Kiev che per i loro sostenitori occidentali.

Ma per Burns e Moore, è l’ascesa della Cina a dover essere considerata la sfida principale a livello di intelligence e geopolitica del 21esimo secolo e precisano che le due agenzie sono state riorganizzate “in modo da riflettere tale priorità”. “Mantenere il vantaggio tecnologico è cruciale per assicurare il nostro vantaggio condiviso nell’intelligence. Sis e Cia non possono farlo da sole: la nostra partnership è potenziata da una rete di partnership con il settore privato”, con “le imprese più innovative negli Stati Uniti in Gran Bretagna e nel mondo”, precisano i due, confermando l’impiego di Ia, inclusa Ia generativa, per rendere possibili e migliorare le attività di intelligence, e tecnologie cloud.

Curiosa la coincidenza tra l’uscita di questo articolo e le sportellate pubbliche che stanno volando tra i “servizi” alleati di Germania e Polonia sul caso del sabotaggio del gasdotto North Stream che ci dice tutt’altro.

 

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