L’8 settembre si è svolta a Santiago del Cile una grande manifestazione per commemorare i caduti e i desaparecidos della dittatura di Pinochet a 51 anni dal golpe. Tante anche le bandiere palestinesi e le kefie nel corteo. Una partecipata manifestazione e poi le cerimonie all’interno del cimitero che, come ormai costume da due anni a questa parte, sono state funestate dalla repressione del governo “progressista” di Gabriel Boric, altrimenti noto come “titere” (burattino) di Washington.
Un giovane di 26 anni, Alonso Verdejo, è stato pugnalato a morte, aggredito da una persona (32 anni) che dichiarandosi “contramarcha” (cioè contrario al corteo) ha aggredito il ragazzo, poi deceduto in ospedale, e altre due persone. Pare che questo soggetto sia venuto fuori da dietro le file dei Carabineros, che l’hanno fermato solo dopo che alcuni partecipanti al corteo l’hanno, giustamente, sanzionato con qualche bastonata.
Non sarebbe la prima volta che il governo di turno, da Piñera a Boric si serve di individui reclutati in ambienti della criminalità per creare situazioni in cui scatenare la repressione. Ma ancora non si hanno certezze in questo senso. Quello che è certo è che la repressione è iniziata fin dall’inizio del corteo e questo è ormai un must da parte del governo, che, inoltre, questa volta fa anche finta di ignorare la chiara matrice politica di questo ulteriore omicidio. Anzi, per bocca della sua portavoce Camila Vallejo (ahimè PCCh…) ha addirittura negato che il fatto sia avvenuto durante il corteo insinuando che avrebbe potuto essere una semplice rapina vicino alla metro… No comment.
In risposta a tutto questo è già prevista una nuova manifestazione/corteo proprio per l’11 settembre, data dei funerali del giovane Alonso, oltre che data d’inizio della dittatura, e un’altra per il 6 ottobre in onore di Miguel Enriquez, dirigente del MIR assassinato il 5 ottobre del 1974. Il popolo cileno non si fa intimidire facilmente come spera il governo.
Aggiornamento dell’11 settembre 2024: com’era prevedibile, il governo Boric ha represso, con tanto di pistole puntate sui partecipanti, anche il corteo funebre del giovane assassinato durante la manifestazione dell’ 8 settembre in commemorazione delle vittime della dittatura di Pinochet a 51 anni di distanza dall’ 11 settembre 1973. https://360noticias.cl/como-la-dictadura-reprime-funeral-joven-asesinado/ )
Qua di seguito un articolo di Andrés Figueroa Cornejo che, tra l’altro, riporta anche le commoventi parole del fratello della vittima.
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Cile. “Che non te ne andrai e non mi lascerai cadere” scrive il fratello di Alonso Verdejo, giovane assassinato a 51 anni dal colpo di Stato
Durante la tradizionale marcia che si svolge ogni anno a Santiago, dall’Alameda al Cimitero Generale, alla quale partecipano migliaia di familiari, amici e persone, ricordando i combattenti sociali caduti durante la dittatura di Pinochet e i successivi governi civili, questo 8 settembre il giovane Alonso Verdejo è stato assassinato e altri due ragazzi sono rimasti feriti, per mano di Patricio Salerick Villafaña Juica. Secondo le registrazioni e le denunce di media indipendenti, il principale sospettato dei crimini avrebbe usato un pugnale o un coltello per aggredire i giovani che partecipavano alla marcia, nelle vie Recoleta e Santos Dumont.
Dai dati forniti dal Pubblico Ministero, risulta che il presunto assassino dello studente Alonso Verdejo ha 32 anni ed è di nazionalità cilena.
Nicolás Verdejo Bravo, fratello di Alonso, è architetto e autore della prestigiosa Editorial LOM. Venuto a conoscenza del delitto scrive: «Ho dovuto tracciare le linee più difficili della mia vita. Il mio amato Alonso, mio fratello, amico, compagno e anima immensamente generosa e ribelle, resta con me come un dolore che accetto di soffrire. Tutto pur di sentire il suo tenero segreto; che non te ne andrai e non mi lascerai cadere. Ti ho amato da quando ti ho tenuto tra le mie braccia poco meno di 27 anni fa, e ti amerò ogni giorno che mi resta di vita. Riposa in pace, maialino bello».
“Sono un contromarcia”, ha detto l’autore del reato Patricio Villafaña, dopo l’udienza di formalizzazione, dove è stato sottoposto alla misura cautelare della detenzione preventiva, perché considerato un pericolo per la società.
Il giovane Alonso Verdejo ha ricevuto due coltellate con un coltello e, secondo il rapporto dei carabineros, è morto pochi istanti dopo all’Ospedale San José, a causa della gravità delle ferite riportate.
Qualunque sia il tragico evento – che si aggiunge agli attentati mortali avvenuti negli ultimi tempi nel bel mezzo di manifestazioni popolari, come, ad esempio, nella sparatoria avvenuta contro i partecipanti al Primo Maggio alternativo nella Stazione Centrale di Santiago, quando nel 2022 la comunicatrice sociale della TV Señal 3 La Victoria, Francisca Sandoval, fu assassinata da colpi di arma da fuoco da parte di membri della criminalità organizzata- il pellegrinaggio di quest’anno al più grande cimitero del Cile è stato particolarmente represso dalle Forze Speciali (FFEE) e dal Gruppo Operazioni Speciali (GOPE) dei Carabineros.
Infatti, l’attacco congiunto di autoblindo con lancia-gas e lancia-acqua contro i manifestanti, è cominciato praticamente prima che il corteo lasciasse l’Alameda, provocandone l’immediata frammentazione e aumentando la tensione sociale dei manifestanti, che hanno dovuto riorganizzarsi in diversi tratti del percorso che conduce al Cimitero Generale, essendo permanentemente repressi. Anche una volta raggiunto il punto di arrivo, le forze dell’ordine sono entrate con violenza nella necropoli metropolitana.
Allo stesso modo, e al di là dei molteplici casi di agenti dei carabineros in borghese presenti a proteste pubbliche con lo scopo di provocare i partecipanti, non è esclusa la possibilità che nel paese, come in altri luoghi del continente, le forze coercitive dello Stato agiscano in collusione con organizzazioni e soggetti legati alla criminalità e alle mafie private. Questo con il proposito che gli agenti in divisa non risultino coinvolti in incidenti che ne danneggino l’immagine agli occhi della popolazione, al fine di trasferire o “esternalizzare” a delinquenti comuni “il lavoro sporco”.
Traduzione di Rosa Maria Coppolino
https://youtu.be/m_ySxNWQbf4?si=B2QPwGKaS5D1gsMV
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