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Ucraina. Londra adesso frena sui missili a lungo raggio. Operazione “false flag” in preparazione per condizionare i governi occidentali

La Gran Bretagna per adesso non autorizzerà l’Ucraina ad usare missili a lungo raggio contro obiettivi in Russia senza l’accordo degli Stati Uniti. Lo hanno dichiarato alcune fonti ben informate al quotidiano britannico The Times, secondo cui Londra non agirà “da sola”, poiché i sistemi di guida statunitensi sono considerati fondamentali per garantire che i missili colpiscano i loro  obiettivi.

Secondo quanto riporta The Times, il governo britannico ritiene che gli Stati Uniti probabilmente daranno il via libera durante l’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York prevista per metà ottobre nonostante su questo ci siano divisioni all’interno dell’amministrazione Biden.

La Gran Bretagna ha iniziato a fornire all’Ucraina i suoi missili a lungo raggio Storm Shadow nel maggio 2023. I missili hanno una gittata di oltre 250 chilometri. I missili sono stati schierati in una serie di attacchi devastanti contro obiettivi russi, come un attacco in Crimea contro il comando della flotta russa. Nella primavera del 2024, il New York Times ha riferito che gli Stati Uniti avevano spedito circa 100 versioni aggiornate dei missili ATACMS, che possono raggiungere fino a 300 chilometri.

La notizia diffusa da The Times arriva dopo che il presidente ucraino Zelensky ha chiesto con insistenza alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti di superare i loro timori  di mostrare “decisione” sul via libera agli attacchi in profondità sul territorio della Russia.

Mosca, come noto, ha già fatto sapere che in caso di autorizzazione da parte dei governi Nato all’uso di armi a lungo raggio da parte dell’Ucraina, considererà i paesi della Nato “cobelligeranti” e si regolerà di conseguenza. Un messaggio estremamente esplicito che ha costretto le cancellerie occidentali a frenare i prudori bellicisti. Ma gli apprendisti stregoni – in particolare Polonia, Baltici e Gran Bretagna – sembrano essere ancora all’opera per far alzare ulteriormente la tensione e l’asticella dell’escalation bellica.

E proprio per forzare la mano ai governi occidentali, sarebbe in preparazione una classica operazione “ false flag ” in Ucraina con lo scopo di provocare un’ondata di indignazione e far superare gli indugi nella fornitura e nell’uso di armamenti a lungo raggio a Kiev.

Le autorità ucraine “stanno preparando la simulazione di un attacco missilistico russo” contro un istituto per bambini denuncia una nota diramata dal Servizio informazioni estero (Svr) della Russia.

Si prevede di simulare un attacco missilistico russo contro un istituto per bambini nel territorio controllato da Kiev – un ospedale o un asilo – con conseguente gran numero di vittime. È prevista un’ampia copertura mediatica di questa tragedia con il coinvolgimento dei principali media internazionali”, ha riferito l’intelligence russa.

La provocazione ha l’obiettivo di giustificare la rimozione da parte dell’Occidente delle restrizioni sull’uso di armi missilistiche per attacchi sul territorio della Russia.

Allo stesso tempo, gli americani stanno progettando di usare la provocazione per intensificare la campagna di pressione che hanno già lanciato sull’Iran, così come sulla Corea del Nord, per aver presumibilmente fornito a Mosca missili balistici. Si suppone che questi saranno i tipi di munizioni utilizzate negli attacchi all’istituto per bambini”, conclude la nota dei servizi di intelligence russi.

Un esempio di operazione False Flag per provocare indignazione e giustificare gli attacchi militari della Nato è quello della “strage di Racak” nella ex Jugoslavia nel gennaio 1999. Due mesi dopo gli aerei e i missili della Nato bombardavano Belgrado e le città jugoslave riportando la guerra in Europa cinquantaquattro anni la fine della Seconda Guerra Mondiale. La più famosa del dopoguerra rimane l’incidente nel Golfo del Tonchino che servì agli Usa per invadere il Vietnam.

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