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Argentina. Occupate decine di università contro il governo Milei

La mobilitazione studentesca in difesa dell’istruzione pubblica ha generato uno shock nella scena politica argentina.

Sono state occupate quasi 100 facoltà, da sud a nord, e le azioni di studenti e insegnanti tendono a radicalizzarsi. Lunedì sono state occupate la facoltà di Legge e di Medicina dell’Università di Buenos Aires, una chiara espressione che la situazione è una polveriera, aprendo una nuova fase nella lotta contro il governo criminale di Milei.

Le occupazioni sono una risposta al veto di Milei contro l’aumento del budget universitario e fanno parte di una lotta del movimento educativo per borse di studio, aumenti di stipendio per gli insegnanti ed altre richieste. Esse evidenziano, a loro volta, il fallimento della politica di negoziazione e del filone parlamentare dei rettori e della burocrazia sindacale.

Il Congresso si è mostrato per quello che è veramente: un covo di banditi che difendono gli interessi dei ricchi e dei capitalisti, in cui Milei ha complici all’interno di tutti i partiti politici tradizionali (UCR, PRO, PJ). Grazie a loro, ha passato i veti contro l’università pubblica e i pensionati.

Il conflitto, come non potrebbe essere altrimenti, dovrà essere risolto nella lotta di strada. Si tratta di un braccio di ferro tra il movimento studentesco, che è uscito per combattere spinto dalla lotta degli insegnanti – che si prepara ad andare verso un nuovo sciopero e altre azioni di lotta – ed affronta la sfida di dover approfondire le sue azioni di protesta, contro un governo che prende soldi dal bilancio dell’istruzione per darli agli speculatori finanziari e ai capitalisti in generale.

Il clima nel movimento studentesco universitario è di effervescenza. Nelle facoltà di Scienze Esatte, Fadu, Medicina, GiurisprudenzaScienze Sociali, Ingegneria, Psicologia e Filosofia e Lettere dell’UBA sono state votate occupazioni comprese tra 24 e 72 ore. Il fatto che questa misura sia stata votata ha mostrato la radicalizzazione del processo di lotta, dato che si tratta di una facoltà bollata come “conservatrice” con pochi precedenti di questo tipo nel recente passato.

Come parte del piano di lotta, gli studenti di Legge faranno un blocco il prossimo martedì alle 18:00 sulle strade. Anche quelli di Medicina, che hanno votato per l’occupazione in un’assemblea questo lunedì, nonostante il boicottaggio del centro studentesco radicale, faranno un blocco. Allo stesso percorso seguiranno quelli di Economia, Ingegneria e Farmacia e Biochimica. Gli studenti di Scienze Esatte e Fadu, allo stesso modo, faranno un blocco nella Città Universitaria.

Anche nella provincia di Buenos Aires la lotta si sta intensificando. Nelle facoltà di Lettere e Filosofia, Psicologia, Scienze Esatte e Scienze Naturali dell’Università di La Plata ci sono importanti mobilitazioni. A La Plata si è appena conclusa anche l’occupazione del Collegio Universitario Nazionale. Gli studenti delle scuole superiori stanno iniziando a unirsi all’ondata di lotte.

L’Università Nazionale di Quilmes è stata occupata (qui una banda di “libertari” filo Milei è entrata nell’università e ha lanciato spray al peperoncino contro gli studenti che partecipavano alla lotta) e all’Università di Lanús ci sarà un’assemblea in cui si definirà cosa fare. L’Università Nazionale del Generale Sarmiento è stata occupata per la prima volta nella storia; all’Università Nazionale del Sud di Bahía Blanca, dopo l’occupazione dell’edificio delle Scienze Umanistiche, ci sarà un’assemblea per definire i passi da seguire. A Florencio Varela, presso l’Università Nazionale Arturo Jauretche, si terranno assemblee in cui si discuterà su come continuare la lotta.

Anche l’Università di La Matanza è stata occupata e la lotta si è fatta strada contro il rettorato. A La Cámpora hanno cercato di impedire la mobilitazione studentesca inviando bande contro gli studenti.

L’Università Nazionale di Tres de Febrero, invece, è stata occupata per tutto il fine settimana. Questo lunedì si è conclusa l’occupazione dell’Università Nazionale di Luján e della Facoltà di Filosofia e Lettere dell’Università di Tucumán. Allo stesso modo, è stata occupata la sede del rettorato dell’Università Nazionale del Centro della Provincia di Buenos Aires, a Tandil. All’Università Nazionale di Hurlingham, è stato deciso di portare avanti un piano di lotta che durerà tutta la settimana.

Allo stesso tempo, continuano le occupazioni nelle università nazionali di San Luis, Salta e La Pampa. Anche l’Università Nazionale di Córdoba si è unita alla ribellione studentesca, con occupazioni nelle facoltà di Psicologia, Scienze Sociali, Filosofia, Arti, Comunicazione e Giurisprudenza.

Ci sono lotte e occupazioni nell’UNPA Uarg a Santa Cruz, nell’UNCo a Fiske e nell’UNPA a Santa CruzA Comahue c’è stata un’occupazione del rettorato di 24 ore e diverse azioni di lotta. All’Università di Catamarca ci sono stati blocchi stradali, un festival a sostegno della lotta e dell’occupazioneAnche l’Università di Rosario è entrata nella marea studentesca.

La lotta continuerà nei prossimi giorni con scioperi, lezioni pubbliche e blocchi stradali.

Questo giovedì ci sarà uno sciopero degli insegnanti, indetto dal fronte sindacale universitario, e che inizierà lunedì 21 una settimana di lotta. La lotta comune tra insegnanti e studenti deve essere approfondita per sconfiggere il governo Milei. E la chiave è farlo in autonomia, senza fidarsi dei gruppi studenteschi e dei sindacati che rispondono ai responsabili della crisi educativa e dell’ascesa di Milei.

D’altra parte, gli studenti delle scuole secondarie e terziarie devono unirsi in massa a questo processo, promuovendo la lotta studentesca dal basso, dove i centri studenteschi sono un freno al loro sviluppo.

Abbiamo già visto come il radicalismo e il peronismo abbiano silurato le iniziative di lotta e le occupazioni. La loro strategia non è quella di sconfiggere la politica anti-istruzione di Milei. Nel caso del peronismo, Máximo Kirchner lo ha detto molto chiaramente quando ha detto che il compito degli studenti è aspettare le elezioni del 2025.

Dobbiamo andare verso una mobilitazione popolare in difesa dell’istruzione pubblica e per sconfiggere il governo Milei.

*da Resumen Latinoamericano

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1 Commento


  • Antonio

    il Vero problema e che le universite nom vogliano lasciarse controlare i fondi recibuti

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