Menu

I black out a Cuba. L’ennesima difficoltà causata dal blocco economico

Intervista a Luciano Vasapollo. A seguito della crisi dei cosiddetti apagones a Cuba, ossia dei malfunzionamenti del Sistema Nazionale Elettrico, ci appare necessario capire e ricordare la situazione sull’isola attraverso le testimonianze raccolte dal Prof. Luciano Vasapollo, decano e Rappresentante per i paesi dell’America Latina nell’ambito delle relazioni internazionali per i settori economia, sviluppo e turismo per il Dipartimento di Studi Europei, Americani ed Interculturali della Sapienza (Univ. di Roma).

Questa intervista si rende necessaria anche in considerazione delle notizie fuorvianti che provengono dai media nazionali occidentali che imputano la responsabilità dei disservizi elettrici al governo cubano, citando solo come ultima istanza la possibile responsabilità del blocco economico imposto all’isola dal 1961 e che costituisce un chiaro attacco all’autodeterminazione dell’isola dei Caraibi.

Professore, abbiamo assistito alle molteplici notizie dei media italiani sulla situazione che sta attraversando l’isola di Cuba con le ripetute interruzioni del servizio elettrico. Comprendendo l’attacco, non solo economico attraverso il blocco ma anche politico-culturale da parte dei principali mezzi di comunicazione occidentali, vorremmo capire da Lei la difficile situazione che sta attraversando il paese caraibico…

Da venerdì 18 ottobre l’isola sta attraversando una profonda crisi energetica, con una mancanza di elettricità in tutta l’isola di cuba a causa di danni ingenti al sistema elettrico nazionale. Questa situazione non è direttamente imputabile ad attentati da parte degli Stati Uniti o della CIA, come in molte altre situazioni abbiamo constatato, ma è ovviamente il frutto di una condizione causata dal blocco economico, dalle sanzioni, che ormai da cinque anni stanno mettendo a durissima prova il popolo e il governo cubano.

L’amministrazione Trump ha, infatti, allargato il blocco con 243 nuove sanzioni, confermate successivamente dall’amministrazione Biden, creando così una condizione, forse la peggiore dall’imposizione del blocco nel 1961, paragonabile al Periodo Especial quando è implosa l’Unione Sovietica e Cuba ha perso il suo più importante rapporto economico che contava l’85% dell’interscambio commerciale.

Il blocco genocida da parte degli Stati Uniti ha, negli anni, esteso le sanzioni in tutti gli ambiti della vita economica del paese con blocchi finanziari, monetari, economici e commerciali, che hanno portato l’isola a registrare la sempre più carenza di beni, anche di prima necessità come medicine e alimenti.

L’ultimo infamante attacco è stato quello dell’inclusione dell’isola tra i paesi patrocinanti del terrorismo, una decisione scellerata e in estrema opposizione al serio e costante rapporto di Cuba con la solidarietà attiva e di internazionalismo attivo, con forme di cooperazione, complementarità e relazioni con tutti i paesi dei Sud, del cosiddetto Terzo Mondo della Tricontinental (America Latina, Africa e Asia). Basti pensare, in particolare, la grande esperienza di solidarietà dei medici cubani in giro per il mondo in situazioni estreme come l’epidemia del COVID-19 o per far fronte a crisi di emergenza sanitaria anche nei paesi occidentali, come all’interno del SSN in Calabria.

Da un’analisi portata avanti da alcuni ricercatori cubani è emerso che solo 18 giorni di blocco, corrispondono a livello economico, al costo complessivo di un anno di gestione del sistema elettrico nazionale, pertanto, non è difficile comprendere le dirette responsabilità a questa emergenza.

Per tale ragione, includere Cuba all’interno della lista dei paesi patrocinanti del terrorismo significa imporre un attacco volto ad aumentare le difficoltà e rendere ancora più intenso il blocco economico. Questa crisi energetica non è altro che un drammatico effetto della situazione che il paese caraibico sta affrontando ormai più di sessant’anni.

Il governo cubano come intende superare questa ennesima crisi? Quali sono le politiche per far fronte a questa emergenza?

Il governo ha già avviato degli interventi ad hoc per fare fronte a questa situazione e limitare gli effetti di questa crisi energetica sulla popolazione. Diaz-Canel, attraverso Granma, ha sottolineato i progressi fatti, con il 36% del servizio già ripristinato con il 90% dei servizi attivi nella capitale L’Avana, menzionando l’importanza di affrontare i deficit energetici attraverso una gestione oculata del combustibile e la cooperazione con paesi amici. Tuttavia, la situazione rimane critica nelle province orientali, colpite dal ciclone Oscar, con danni gravi nella provincia di Guantánamo, dove si segnalano sei vittime e inondazioni storiche nei comuni di San Antonio e Imías.

Sicuramente ci vorrà tempo e le condizioni climatiche non aiutano vista l’imminenza di un ulteriore uragano che si abbatterà sull’isola nei prossimi giorni, a seguito di Oscar e già si prevedono ulteriori ed ingenti danni nonostante un sistema ben collaudato a Cuba nella limitazione degli effetti derivanti da queste crisi climatiche. Per cercare di evitare o comunque di limitare i danni degli uragani, la situazione imposta dal blocco rende ancor più difficoltoso il tentativo di superamento di queste difficili prove.

Fra qualche giorno si voterà di nuovo alle Nazioni Unite sulla questione del blocco economico e dobbiamo avere la massima partecipazione e attenzione affinché non ci siano paesi che votino a favore della continuità del blocco, soprattutto da parte di Stati Uniti, Israele ed Unione Europea.

Occorre mostrare la massima solidarietà con Cuba e il suo processo di transizione ed autodeterminazione socialista, antifascista ed antimperialista perché mantenere viva e rafforzare la rivoluzione cubana significa tenere vivo un faro politico non solo per tutta l’America Latina, ma di tutto il Sud globale e della Tricontinental. La solidarietà va espressa forte anche materialmente, si rende, infatti, necessaria l’attivazione di linee di aiuti materiali attraverso le associazioni della solidarietà internazionale affinché si possano inviare beni di prima necessità e tutto il necessario per affrontare questa situazione estremamente difficile.

La popolazione cubana sta affrontando un’altra prova critica. Nonostante le comprensibili difficoltà, qual è l’animo portato avanti dai cubani?

La situazione finora esposta determina delle tensioni, un malessere giusto, da parte della popolazione cubana, che nel suo complesso sta portando avanti una resistenza eroica al blocco, nel tentativo di mantenere la via della pianificazione socialista e il processo di transizione come punto di riferimento dell’area antimperialista, antifascista, del multipolarismo e del multicentrismo.

In una situazione di questo genere c’è da aspettarsi anche l’attacco da parte di forze mercenarie che attiveranno delle finte proteste della popolazione, eterodirette dall’esterno affinché si acutizzi la destabilizzazione. Già ieri sera il Tg1 ha mandato in onda un servizio a parer mio vergognoso, evidenziando il blocco come ultimo punto della condizione di disagio a cui è sottoposta l’isola, incolpando il governo cubano per questa situazione di difficoltà estrema che sta attraversando il paese, dalla questione energetica a quella alimentare.

Questo è un falso che va denunciato poiché il governo di Cuba sta facendo il massimo dello sforzo in una condizione tremenda, la peggiore probabilmente che si è vissuta insieme a quella del Periodo Especial, in cui la questione ovviamente del blocco è assolutamente primaria.

Per cui stringiamoci forte con la solidarietà militante, con la solidarietà attiva, con l’informazione libera e reale. Auspichiamo ovviamente che in questa riunione dei BRICS allargati che comincia oggi, 22 ottobre 2024, ci sia una forma di solidarietà forte verso Cuba attraverso la sua inclusione nei BRICS Plus, insieme al Venezuela, poiché potrebbe offrire e favorire uno spazio di maggiore stabilità politica ed economica ed un rilancio economico di Cuba, in una relazione nuova con i paesi del multicentrismo.

Come riportato sul quotidiano Cuba Debate il Presidente cubano Miguel Díaz-Canel ha informato la popolazione riguardo la situazione eccezionale che il Paese sta affrontando, caratterizzata da un’emergenza energetica e dall’impatto del ciclone Oscar e, a causa di questa situazione, ha annunciato che non parteciperà al vertice BRICS in Russia. Per quanto riguarda il vertice BRICS, Cuba sarà rappresentata dal ministro degli Esteri Bruno Rodríguez Parrilla, evidenziando l’importanza di tale partecipazione per i rapporti storici con i paesi del Sud globale.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *