Il 24 ottobre 1984, a Lione, le autorità francesi arrestarono Georges Abdallah. Fu imprigionato perché in possesso di documenti d’identità falsi: un passaporto legalmente rilasciato dalle autorità algerine. Il governo francese si impegnò con il governo algerino a rilasciarlo rapidamente.
A quarant’anni da questo affare di Stato, Georges Abdallah rimane nelle mani dello Stato francese, nonostante abbia i requisiti per essere rilasciato da 25 anni, nonostante le sue dieci domande di liberazione condizionale – sistematicamente respinte – e nonostante due tribunali – Pau nel 2003 e Parigi nel 2013 – abbiano autorizzato la sua liberazione e si siano pronunciati a favore del suo ritorno in Libano, il suo Paese.
24 ottobre 1984 – 24 ottobre 2024: quarant’anni che illustrano magistralmente la natura stessa di questo Stato autoritario e repressivo e del suo sistema giudiziario di classe.
Quarant’anni che dimostrano con forza la piena attualità dell’analisi di Georges Abdallah, quando ci ricorda che la lotta per la sua liberazione non può essere condotta sul terreno delle “beghe legali” di un sistema giudiziario al servizio dei soli interessi di chi detiene il potere, ma piuttosto a livello delle autorità politiche – il vero luogo in cui si decidono il posto e il peso del rito giudiziario quando si tratta di prigionieri politici.
Quarant’anni per ricordare con forza e violenza che la strada per ottenere la liberazione di Georges Abdallah è destinata a essere lunga e piena di insidie per tutto ciò che Abdallah stesso rappresenta: un incrollabile combattente antimperialista; una fiamma di resistenza implacabilmente antisionista a immagine della causa palestinese e dei suoi combattenti che sono inesorabilmente in piedi; un convinto anticapitalista sempre in prima linea a fianco dei popoli in lotta; un internazionalista risolutamente antifascista.
Quarant’anni per riaffermare, contro ogni previsione, attraverso una vita di lotta fuori dai muri e attraverso i muri, che la resistenza a tutte le forme di oppressione e repressione è un diritto, la voce dell’esistenza, la legge dell’esistenza su tutti i fronti, senza rinnegare o tradire e senza mai arrendersi.
Il 24 ottobre 2024, riuniamoci in massa in tutta la Francia, davanti ai municipi, alle prefetture e, a livello internazionale, davanti ai consolati e alle ambasciate, per esprimere il nostro incrollabile sostegno al diritto alla resistenza del nostro compagno Georges Abdallah e, con lui, del popolo palestinese nella sua lotta di liberazione nazionale contro l’occupante sionista genocida, nonché del popolo libanese e kanak e di tutti i popoli oppressi.
Siamo presenti in massa, perché “ come sempre, queste autorità reazionarie criminali credono che con il tempo tutto si esaurisca, si esaurisca e forse scompaia. Eppure si sbagliano e si sono sempre sbagliati in questo senso (…) La resistenza è ancora intatta, alimentata da un inesauribile slancio di solidarietà popolare “ (Georges Abdallah).
Siamo presenti in massa in questa data simbolica, ma anche il 26 ottobre alla manifestazione nazionale di Lannemezan, per ribadire a queste “autorità criminali” la nostra ferma volontà di ottenere la liberazione di Georges Abdallah, affinché si ponga finalmente fine alla barbarie della prigione a vita.
Siamo presenti in gran numero per intensificare la pressione e il rapporto di forza, che cresce di giorno in giorno e che sta portando tutto il suo peso fino alla rottura della diga. A Parigi, in particolare, tutti noi sostenitori di Georges Abdallah ci incontreremo alle 19.00 davanti all’Hôtel de Ville per usare l’arma della solidarietà e far sentire ancora una volta, fino alla vittoria, la nostra richiesta di liberare finalmente Georges Abdallah.
Georges Abdallah, i tuoi compagni saranno là il 24 ottobre!
Perché é insieme e solo insieme che vinceremo!
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