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Il genocidio palestinese demolisce la narrazione occidentalista e filosionista

Da 14 mesi i caccia israeliani bombardano Gaza, una striscia di territorio costiero di appena 360 km² di superficie popolata da più di due milioni di abitanti. Le vittime ufficiali degli incessanti attacchi israeliani contro la popolazione civile sono 46.000 di cui almeno la metà bambine/i.

Ma questa è solo la cifra dei morti registrati dalle strutture sanitarie in loco, ormai quasi tutte distrutte, e non può tener conto né di quanti sono sepolti sotto le macerie, né di quanti muoiono in conseguenza delle fefrite, della fame, delle malattie.

Secondo stime diverse ed avvalorate da autorevole letteratura scientifica (per esempio la rivista inglese di  medicina Lancet) potrebbero essere gia più di 200.000 mila.

Anche ieri notte un raid israeliano sulla tendopoli di sfollati di #Nuseirat ha causato decine di morti.

Ed anche stavolta i media mainstream occidentali hanno riservato poche righe distratte all’ennesima carneficina di civili inermi in fuga da altri bombardamenti, mentre la stragrande maggioranza dei politici occidentali tacciono, complici.

Soltanto Papa Francesco ha aperto (dopo un anno dall’inizio dei massacri) una finestra sul genocidio del popolo palestinese ad opera dell’esercito israeliano.

L’occultamento mediatico e politico del genocidio da parte di tutto l’establishment occidentale è stata, fino ad ora, una sponda perfetta per il criminale di guerra Netanyahu e per i suoi compari.

Ma questa sistematica applicazione del doppio standard sulle vittime degli “alleati” dell’Occidente bianco e quelle degli “altri”, questa odiosa, inaccettabile, divisione dell’Umanità in umani e subumani, non riesce più ad attecchire nelle masse come un tempo perché è sempre più stridente ed evidente la differenza tra il racconto “ufficiale” di ciò che avviene in Palestina e le testimonianze e le prove audiovisive di chi è sul teatro del massacro quotidiano.

Immagini, video e testimonianze durissime, in cui si vedono, senza sosta, i corpi smembrati di bambine/i e e che certificano la pressoché totale distruzione di ogni infrastruttura necessaria alla vita stessa, vengono diffuse incessantemente in rete e sui social.

Ogni volta che un Tg liquida in poche righe l’ennesima quotidiana strage di decine di civili palestinesi sempre più persone si chiedono: “Se fosse successo nel centro di Tel Aviv? A Roma? A Parigi? A New York? A Londra?“.

Una delle conseguenze dell’immensa tragedia del popolo palestinese è questa enorme crepa apertasi tra una visione dominante, bianca, colonialista, suprematista ed occidentale (nelle sue varianti liberal o apertamente reazionaria) e ciò che viene documentato in rete e sui social.

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