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L’harakiri Usa sull'”informazione indipendente”

Quel che sta avvenendo negli Usa, con la seconda presidenza Trump, è una ristrutturazione reazionaria drastica che punta contemporaneamente a ridurre i costi dell’amministrazione pubblica e aumentare la pressione nei confronti del resto del mondo.

Il problema è però: è possibile far marciare le due cose insieme?

Vediamo quel che sta succedendo con la più nota delle agenzie non spionistiche (almeno ufficialmente), ovvero UsAid, il programma federale di “aiuti” in casa e all’estero che ha rappresentato il braccio operativo “civile” degli Stati Uniti nel governare, manipolare, indirizzare le sorti di parecchi paesi.

Elon Musk, con l’autorizzazione di Trump, ha bloccato programmi per centinaia di miliardi, definendola un’“organizzazione criminale”, addirittura e «nido di serpi dei marxisti della sinistra radicale». Non male per quella che stata nella storia la facciata “perbene” della Cia e dei golpe…

L’agenzia risulta al momento chiusa, i funzionari e gli impiegati sono rimasti a casa, il sito è “spento”. Il nuovo Segretario di Stato Marco Rubio ha annunciato di essere stato nominato direttore ad interim dell’agenzia, suggerendo che le sue operazioni sarebbero state trasferite al Dipartimento di Stato.

Per provare a capire l’importanza di questa agenzia per la politica estera statunitense conviene forse concentrarsi su uno solo dei suoi comparti: il controllo dell’informazione a livello mondiale.

Quasi immediatamente dopo l’entrata in vigore del congelamento, le organizzazioni giornalistiche di tutto il mondo che ricevono finanziamenti americani hanno iniziato a contattare Reporter Sans Frontieres (Rsf, il ramo più noto di questo comparto) esprimendo confusione, caos e incertezza.

Le organizzazioni interessate includono grandi ONG internazionali che supportano media definiti – con autentico sprezzo del ridicolo – “indipendenti”, come l’International Fund for Public Interest Media e media più piccoli, addirittura individuali, mirati ad un pubblico che vive in paesi come Iran e Russia.

Il congelamento dei finanziamenti per gli aiuti americani sta seminando il caos in tutto il mondo, anche nel giornalismo. I programmi che sono stati congelati forniscono un supporto vitale ai progetti che rafforzano i media, la trasparenza e la democrazia. Il presidente Trump ha giustificato questo ordine accusando, senza prove, che una cosiddetta “industria degli aiuti esteri” non è allineata con gli interessi degli Stati Uniti.

La tragica ironia è che questa misura creerà un vuoto che fa il gioco dei propagandisti e degli stati autoritari. Reporter Senza Frontiere (RSF) fa appello ai finanziatori pubblici e privati ​​internazionali affinché si impegnino per la sostenibilità dei media indipendenti.”

Clayton Weimer

Direttore esecutivo, RSF USA

La faccia come il culo è in clamoroso primo piano. Da un lato ti proclami “indipendente”, dall’altra ammetti che se la Casa Bianca ti taglia i viveri tu smetti di campare…

I programmi USAID hanno fin qui supportato i media filo-americani in oltre 30 paesi, ma è difficile valutare la piena portata dei problemi che stanno sorgendo nell’insieme dei media globali.

Secondo una scheda informativa USAID, che da allora è stata rimossa offline, nel 2023 l’agenzia ha finanziato la formazione e il supporto per 6.200 giornalisti, ha assistito 707 organi di informazione non statali e ha supportato 279 organizzazioni della società civile del settore dei media dedicate al rafforzamento dei “media indipendenti”.

Un vero esercito di “disinformatori” a busta paga per seminare nel mondo la versione Usa, o “euro-atlantica”, spacciata per la corretta e libera informazione.

Il budget per gli aiuti esteri del 2025, ora sospeso, includeva 268.376.000 di dollari stanziati dal Congresso per sostenere “i media indipendenti e il libero flusso di informazioni“. Così libero” da dipendere totalmente dal finanziatore a Washington…

In tutto il mondo, i media e le organizzazioni hanno dovuto sospendere alcune delle loro attività da un giorno all’altro. “Abbiamo articoli programmati fino alla fine di gennaio, ma dopo, se non avremo trovato soluzioni, non potremo più pubblicare“, spiega una giornalista di un media bielorusso in esilio che ha preferito rimanere anonima.

In Camerun, il blocco dei finanziamenti ha costretto  DataCameroon, un media di interesse pubblico con sede nella capitale economica Douala, a sospendere diversi progetti, tra cui uno incentrato sulla sicurezza dei giornalisti e un altro che copriva le imminenti elezioni presidenziali.

Un media iraniano in esilio – anche questo ha preferito rimanere anonimo – è stato costretto a sospendere la collaborazione con il suo staff per tre mesi e a tagliare gli stipendi al minimo indispensabile per sopravvivere.

Una giornalista iraniana in esilio intervistata da RSF avverte che l’impatto del blocco dei finanziamenti potrebbe mettere a tacere “alcune delle ultime  voci libere rimaste, creando un vuoto che la propaganda di stato iraniana inevitabilmente colmerebbe. “Chiuderci significherebbe che avranno più potere“, afferma. 

Da sottolineare l’assoluta assenza di ironia e consapevolezza. E’ come se ognuno di questi “giornalisti” dicesse: “abbiamo sempre lavorato per voi, ai vostri ordini, non potete abbandonarci così…

Il grido di dolore più forte arriva ovviamente dall’Ucraina. dove  9 canali su 10 si affidano ai sussidi, e USAID è il principale donatore, diversi media locali hanno già annunciato la sospensione delle loro attività e stanno cercando soluzioni alternative.

Slidstvo.Info, l’80% del nostro budget è interessato“, afferma  Anna Babinets, CEO e co-fondatrice di questo canale che si definisce di “informazione investigativa indipendente” (per il residuo 20%, evidentemente)

E dire che questa sospensione – si ammette esplicitamente – “potrebbe aprire la porta ad altre fonti di finanziamento che potrebbero cercare di alterare la linea editoriale e l’indipendenza di questi media”. Insomma, se ti pagano gli Usa sei “indipendente”, se ti paga qualcun altro sei “eterodiretto”. Semplice, no?

Secondo  Oleh Dereniuha, almeno dal 2024, i media ucraini “indipendenti” hanno scoperto che garantire la sostenibilità finanziaria è quasi impossibile a causa del calo dei donatori. Di conseguenza, anche piccoli tagli al budget potrebbero ora mettere questi media “combattenti” in una posizione precaria.

Inoltre, oltre al calo del sostegno dei donatori in Ucraina, i media stanno anche affrontando crescenti minacce ai loro finanziamenti e modelli economici in altri paesi.

La legge sulla trasparenza dell’influenza straniera della Georgia, modellata sulla legislazione russa (ma praticamente identica a quella statunitense…), ha messo a rischio numerose organizzazioni mediatiche niente affatto “indipendenti”.

E, sarà un caso, ma da quando sono stati fermati i soldi si sono fermate anche le manifestazioni “europeiste” a Tblisi…

Secondo il governo degli Stati Uniti, questa sospensione dovrebbe durare ufficialmente solo 90 giorni. Tuttavia molti dei “sussidiati” temono che le revisioni dei contratti di finanziamento potrebbero richiedere molto più tempo o addirittura essere tagliati definitivamente.

Sospendendo bruscamente gli aiuti, insomma, gli Stati Uniti hanno reso vulnerabili molti organi di stampa e giornalisti, infliggendo un duro colpo alla cosiddetta “libertà di stampa”.

Da questa patetica rassegna di servi stupidi emerge dunque il quadro strategico del problema creato dalla “ristrutturazione” a là Musk.

Distruggere un arsenale operativo per sostituirlo con un altro meno costoso è sicuramente possibile, ma tagliare spese e personale “politicamente orientato ed esperto” non è come tagliare dipendenti che compiono mansioni seriali (meccaniche o informatiche che siano).

Nel tagliare si perdono competenze specifiche, costruite negli anni; risorse preziose, contatti, reti di conoscenze. Si perde insomma efficacia nell’azione.

Il rischio per gli Usa – e auguriamo ovviamente al mondo intero che diventi realtà – è di ritrovarsi tra qualche tempo con una macchina amministrativa iper-tecnologica e a basso costo. Che avrà l’unico inconveniente di non funzionare.

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3 Commenti


  • Anna

    Evviva! Spero che il finanziamento alla mefitica USAID non venga mai più rinnovato


  • antonio D.

    …in tutta questa strategia; penso che valga ancora molto ciò che disse il “grande timoniere” a proposito del “pesante macigno” che il “capitale” sollevava sopra il proprio …capo – a dimostrazione della propria potenza e forza – per vederselo poi ricadere addosso proprio sulla sua stessa …testa!
    Olè: ciò a proposito dell’acume e della intelligenza che “costoro” ritengono di possedere …”unilateralmente”!


  • Ta

    Condoglianze, RSF… con tutti i servizi che gli avete reso, agli americani! Sono proprio degli ingrati…

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