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Vertice dei paesi arabi contro i progetti di deportazione dei palestinesi da Gaza

Il prossimo 27 febbraio l’Egitto ospiterà un vertice delle nazioni arabe per discutere “gli ultimi gravi sviluppi” riguardanti i Territori Palestinesi. E’ quanto riferisce un comunicato del ministero degli Esteri egiziano.

L’iniziativa giunge mentre Il Cairo ha detto di aver intensificato i contatti diplomatici con i paesi della regione per opporsi al piano proposto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump di trasferire forzatamente la popolazione palestinese dalla Striscia di Gaza. Il vertice è stato richiesto dalle autorità palestinesi.

Ad appesantire il clima dopo le dichiarazioni di Trump sono arrivate quelle di Natanyahu il quale durante un’intervista al canale israeliano Channel 14 aveva affermato che: “I sauditi possono creare uno stato palestinese in Arabia Saudita; hanno un sacco di terra laggiù“.

A questo delirio si è aggiunto anche il ministro dell’Energia israeliano Eli Cohen che ha invitato coloro che vogliono stabilire uno Stato palestinese a “stabilirlo nel proprio Paese“. Cohen parlando alla radio dell’esercito ha dichiarato che “chiunque voglia stabilire uno Stato palestinese può stabilirlo nel suo paese, e noi non ci opporremo“.

Hussein al-Sheikh, segretario generale dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), ha definito i commenti di Netanyahu su uno Stato palestinese in terra saudita “una violazione del diritto internazionale e delle convenzioni internazionali“. “Affermiamo che lo Stato di Palestina sarà solo sulla terra di Palestina, e apprezziamo le posizioni del Regno dell’Arabia Saudita, della sua leadership e del suo popolo, che chiedono sempre l’attuazione della legittimità internazionale e del diritto internazionale“, ha dichiarato il dirigente dell’OLP.

L’Arabia Saudita dal canto suo ha condannato fermamente i commenti del primo ministro israeliano, in cui ha suggerito che uno Stato Palestinese potrebbe essere istituito sul territorio saudita. In una dichiarazione pubblicata domenica mattina, Riyadh ha dichiarato di respingere categoricamente le dichiarazioni che “mirano a distogliere l’attenzione dai continui crimini commessi dall’occupazione israeliana contro i fratelli palestinesi a Gaza, compresa la pulizia etnica a cui sono sottoposti“.

Questa mentalità estremista e occupante non capisce cosa significhi la terra palestinese per il popolo fraterno della Palestina e il suo legame emotivo, storico e legale con questa terra“.

Anche il presidente turco Erdogan ha detto domenica che non ha senso discutere ciò che Trump ha detto su un piano per prendere il controllo della Striscia di Gaza e spostare la popolazione palestinese. Erdogan ha dichiarato in una conferenza stampa che: “Dal nostro punto di vista, non c’è nulla di cui valga la pena parlare delle proposte avanzate dalla nuova amministrazione statunitense su Gaza sotto la pressione della lobby sionista“.

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1 Commento


  • Mara

    Perche di tutti gli attori coinvolti nei colloqui di pace riguardo al conflitto Israeliano palestinese sembra che non si parli sulla base della soluzione dei due Stati, Israele e Palestina, formulata dalla Risoluzione 181 dell’ONU del 1947.

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