L’alleanza fra la destra del Likud, partito di Netanyahu e l’estrema destra di Yisrael Beitenu, formazione guidata dall’ex ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, è rimasta bloccata da intensi negoziati durati 40 giorni, con gli altri partiti, i centristi di Yesh Atid e l’estrema destra di Habayit Hayehudi (Focolare ebraico, vicino ai coloni), aghi della bilancia per ottenere la maggioranza fra i 120 seggi della Knesset.
In precedenza, Netanyahu aveva firmato un accordo anche con il partito centrista HaTnuah, guidato dall’ex ministro Tzipi Livni, che diventerà ministro della Giustizia e negoziatore israeliano nei colloqui con i rappresentanti palestinesi.
Con Yesh Atid e Jewish Home all’interno della coalizione, il governo potrà contare su un totale di 68 seggi. Il nuovo esecutivo dovrebbe prestare giuramento lunedì prossimo, 48 ore prima dell’arrivo di Obama. Il leader di Yesh Atid, Yair Lapid, avrà l’incarico di ministro delle Finanze e il suo partito potrà contare anche sui dicasteri dell’educazione, dei servizi sociali e della scienza e tecnologia. Gli ortodossi di Jewish Home avranno un nuovo portafoglio per l’economia e il commercio, oltre a quelli dell’abitazione e degli affari pensionistici. Ancora non sono stati resi noti i ministeri che finiranno nelle mani del Likud, anche se Netanyahu dovrebbe mantenere la delega degli affari esteri, almeno fino a quando non finirà il processo per frode aperto contro Lieberman. Il partito del primo ministro ha assicurato che i membri della coalizione hanno come obiettivo anche ”un accordo di pace con i palestinesi e un accordo politico che metta fine al conflitto”, i quali verranno sottoposti al Parlamento e a un referendum nazionale per l’approvazione. Almeno così dice lui…
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