Nel dicembre 2018 Brian Kolfage, un veterano mutilato della guerra in Iraq appartenente alla destra suprematista americana, lancia su GoFundMe una campagna intitolata “We Build The Wall“.
Kolfage si propone di raccogliere un miliardo di dollari per costruire il celebre muro di cui tutti parlano in quei mesi: quello lungo il confine tra il Messico e gli Usa.
Motto dell’impresa: “Non sarà facile, ma è nostro dovere come cittadini“.
Dopo tre giorni, Kolfage ha già raccolto 9 milioni di dollari: sono moltissimi gli emeriti stronzi a stelle-e-strisce che donano, quasi ambissero a vedere il loro nome inciso sui singoli mattoni dell’opera.
Il successo è così eclatante che Kolfage, dopo appena un mese, esce dalla piattaforma di crowdfunding e crea un’organizzazione no profit con il medesimo obiettivo.
I suoi soci nell’impresa sono dei razzisti dell’alt-right talmente stupidi che in un Paese normale non riuscirebbero nemmeno a vendere degli accendini a Zdenek Zeman.
A capo della cricca c’è Steve Bannon, l’uomo che dopo aver inventato l’universo trumpiano è riuscito a farsi cacciare dalla Casa Bianca dopo soli sette mesi di incarico alla corte di Donald.
Perché persino i consiglieri di Trump lo considerano troppo coglione.
Dato però che i testicoli, visti da lontano, sembrano dei cervelli in scala, Steve Bannon fa in tempo a diventare celebre in Italia per un’ospitata alla festa di Fratelli d’Italia del 2018, quella nella quale invita i ceti popolari e i poveri a rivoltarsi contro le élite. (https://www.agi.it/…/2018…/steve_bannon_atreju-4407129/).
Mentre lui gioca a fare il Robespierre dei sovranisti nostrani, la polizia americana colleziona tonnellate di denunce sul suo conto e su quello degli altri eroici protagonisti del progetto “We Build The Wall“.
Perché è vero che i suprematisti americani sono particolarmente stupidi nelle donazioni economiche, ma la loro idiocracy tende a diventare isterica quando i conti non tornano – esattamente come accade alla mafia.
Nell’agosto del 2020 Steve Bannon viene accusato di essersi intascato un milione di dollari degli oltre 25 milioni raccolti dalla campagna fino a quel momento.
Viene arrestato mentre si trova sul mega-yacht del miliardario cinese Guo Wengui, uno che fa la vita dorata in America fingendosi un perseguitato politico e un dissidente. (Perché le élite contro cui rivoltarsi bisogna conoscerle dall’interno…)
I sodali di Bannon finiscono tutti al gabbio, Kolfage si prende quattro anni e sei mesi, ma Steve resta libero.
Viene graziato dall’allora uscente presidente Trump con uno degli ultimi atti della sua amministrazione, nell’ottobre del 2020.
Per una di quelle stranezze che caratterizzano il sistema giudiziario americano, però, il Procuratore Generale di New York può continuare a indagare e il 24 agosto 2024 rinvia a giudizio Bannon per truffa e riciclaggio su un totale di 15 milioni di dollari.
Nel frattempo Bannon sta già scontando una condanna a quattro mesi per oltraggio al Congresso. Perché è così stupido da non presentarsi quando viene obbligato a deporre sui fatti di Capitol Hill.
Nella sua strenua lotta contro le élite, Bannon arriva persino al livello “astronave da 30.000 punti” quando viene denunciato dai suoi stessi avvocati, perché non vuole pagarli. (https://lavocedinewyork.com/…/bannon-non-paga-i-suoi…/)
L’11 febbraio scorso – quindi dieci giorni prima del saluto nazi alla platea del CPAC – Steve Bannon è stato condannato a tre anni di carcere.
Pena sospesa (vedi la sfiga) perché si è dichiarato colpevole: e sempre per le stranezze del sistema giudiziario americano, grazie a questa dichiarazione di colpevolezza eviterà il carcere e non dovrà nemmeno risarcire le vittime della sua mega truffa.
Tutto questo per dire che forse il problema non è tanto il braccio, ma il curriculum.
E in particolare la capacità dei sovranisti di fottere sistematicamente i loro stessi sostenitori senza mai pagare dazio.
* da Facebook (max stirner via guizzo)
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