In una nota, il gabinetto del premier israeliano Netanyahu ha precisato che Israele “cesserà ogni ingresso di merci e rifornimenti nella Striscia di Gaza”. Intervenendo alla Knesset lo stesso Netanyahu ha annunciato con cinismo che “E’ ora di dare al popolo di Gaza la libertà di andarsene”.
A rincarare la dose è intervenuto anche il ministro della destra sionista Smotrich secondo cui per i palestinesi di Gaza “sospendere gli aiuti è solo l’inizio, la prossima fase sarà il taglio di elettricità e acqua”.
E’ ormai evidente il progetto israeliano di rendere impossibile la vita ai palestinesi di Gaza per costringerli ad andarsene e realizzare così la pulizia etnica della Striscia alla quale punta da tempo.
Lo stesso Trump ha lanciato mercoledì quello che ha definito un “ultimo avvertimento” ad Hamas affinché rilasci gli ostaggi israeliani detenuti nella Striscia di Gaza. “Rilasciate tutti gli ostaggi ora, non più tardi, e restituite immediatamente tutti i cadaveri delle persone che avete assassinato, o per voi è finita”, ha scritto Trump in un lungo post sulla sua piattaforma social Truth e sugli altri social media.
L’Unicef ha condannato duramente il blocco israeliano, che sta mettendo a grave rischio i servizi sanitari essenziali per i bambini di Gaza, in particolare i neonati che dipendono da interventi medici salvavita.
Rosalia Bollen, portavoce dell’Unicef, ha criticato aspramente l’ostruzione israeliana agli aiuti umanitari, affermando che il divieto di vaccini e ventilatori per i neonati prematuri “avrà un impatto catastrofico nel mondo reale” sui bambini e sulle loro famiglie.
Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha chiesto che “gli aiuti umanitari tornino immediatamente a Gaza”.
Nella giornata di ieri Francia, Germania e Regno Unito hanno espresso “profonda preoccupazione” per la sospensione degli aiuti umanitari a Gaza da parte di Israele, esortando le parti a impegnarsi in negoziati per le prossime fasi dell’accordo di cessate il fuoco.
“È fondamentale che il cessate il fuoco sia sostenuto, che tutti gli ostaggi siano rilasciati e che siano garantiti flussi continui di aiuti umanitari a Gaza”, si legge in una dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri dei tre paesi europei che hanno accolto con favore gli sforzi di mediazione di Egitto, Qatar e Stati Uniti per estendere il cessate il fuoco e chiesto un impegno costruttivo per garantire la fine permanente delle ostilità.
La dichiarazione ha fatto seguito alla decisione di Israele di fermare le spedizioni di aiuti a Gaza poche ore dopo la scadenza della prima fase del cessate il fuoco e dell’accordo di scambio di prigionieri tra Hamas e Israele.
La tregua iniziale di sei settimane, in vigore dal 19 gennaio, si è conclusa alla mezzanotte di sabato. Israele non ha accettato di procedere alla seconda fase dell’accordo, che mira a porre fine definitivamente alla guerra a Gaza.
C’è della tensione intanto nei rapporti tra Israele e Stati Uniti dopo la diffusione della notizia di colloqui diretti tra l’amministrazione USA e Hamas.
Un funzionario israeliano ha rivelato al New York Times che Israele ha scoperto i dettagli dei negoziati non attraverso gli Stati Uniti, ma attraverso “altri canali” non specificati. Il funzionario ha dichiarato che le discussioni si sono svolte nella capitale del Qatar, guidate dall’inviato degli Stati Uniti Adam Boehler. Secondo quanto riferito, i colloqui si sono concentrati sul rilascio del prigioniero israelo-americano Edan Alexander, che si pensa sia vivo, e sul rimpatrio dei resti di quattro cittadini statunitensi.
L’addetto stampa della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha parlato dei negoziati con Hamas, affermando: “L’inviato speciale impegnato in questi negoziati ha l’autorità di parlare con chiunque. Israele è stato consultato su questa questione”.
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