Menu

Miriam Adelson, la miliardaria che sostiene la repressione nei campus Usa

Per far capire fino a che punto è disposta a spingersi per difendere Israele, la Casa Bianca ha usato la deportazione di Mahmoud Khalil, studente laureato alla Columbia University, punito per il suo ruolo nelle proteste universitarie contro la mattanza di Gaza. Una decisione, quella di arrestare ed espellere un residente permanente degli Stati Uniti che non ha commesso alcun reato penale, definita da molti osservatori – persino conservatori, come Candace Owens e Ann Coulter – come senza precedenti.

Ma dietro la repressione di Donald Trump nei campus c’è un alleato di cui si parla poco, sui grandi media europei: Miriam Adelson, israelo-americana, 30 miliardi di dollari di patrimonio stimatoquinta donna più ricca degli Stati Uniti. Sopratutto, finanziatrice-chiave delle ultime tre campagne presidenziali di Trump.

Il sostegno di Adelson alla repressione anti-palestinese non è una novità, ma mai come ora era riuscita a trascinare con sé le istituzioni statunitensi nella sua visione. Una storia che però va oltre il semplice sostegno finanziario: è una vicenda di potere e ideologia.

Dalle origini umili al potere globale

Nata in Israele negli anni Cinquanta, Adelson ha vissuto un’infanzia modesta. Da bambina, sognava di vestirsi come la regina Ester, eroina biblica che salvò il popolo ebraico dalla distruzione. Oggi, Adelson incarna quel ruolo: attraverso la sua ricchezza e il suo attivismo, si è posta come protettrice spietata di Israele, utilizzando le sue risorse per spingere la politica dove vuole lei.

Dopo aver sposato Sheldon Adelson, magnate dei casinò che accusava i Democratici di essere troppo critici con Netanyahu, nel 1991, Miriam ha trasformato la sua passione per la sicurezza di Israele in una missione politica. Insieme, sono diventati una power couple del Partito Repubblicano: hanno donato centinaia di milioni di dollari a candidati repubblicani pro-Israele, lobby filo-israeliane e super-PAC, organizzazioni che influenzano moltissimo i finanziamenti della politica statunitense, ma in molti casi operano in modo poco trasparente.

L’influenza su Trump e la politica USA

L’alleanza tra Adelson e Trump è stata determinante, sin dal 2016 quando i coniugi Adelson donarono 25 milioni di dollari alla sua campagna vittoriosa contro Hillary Clinton. Da presidente Trump dichiarò “legali” tutti gli insediamenti israeliani nei territori occupati (che sono illegali secondo il diritto internazionale), gli Stati Uniti riconobbero Gerusalemme come capitale di Israele e spostato l’ambasciata da Tel Aviv, una mossa che ha esacerbato le tensioni con i palestinesi. 

Trump è anche l’unico presidente della storia ad avere una colonia israeliana a lui dedicata, che porta il nome di Trump Heights, sulle alture del Golan.

In quest’ultima corsa elettorale Trump ha ricevuto dalla vedova Adelson (Sheldon è morto nel 2021) un finanziamento da 100 milioni di dollari in cambio di consentire l’annessione totale dei territori palestinesi in Cisgiordania. Ed è chiaro che Adelson non si è limitata a finanziare campagne: ha plasmato l’agenda politica della destra populista, che pure nella sua base mostra più di una corrente critica con l’espansionismo israeliano (si pensi ad agitatori del MAGA come Tucker Carlson, o a Nick Fuentes).

Il Maccabee Task Force e la repressione del dissenso

Oltre al sostegno politico, Adelson ha finanziato il Maccabee Task Force(MTF), un’organizzazione che combatte l’antisemitismo nei campus universitari ma che, in pratica, attacca chi critica Israele.

Con un budget di quasi 70 milioni di dollari, a partire dal 2016, MTF ha condotto campagne sui social media contro attivisti come Khalil, MTF, sotto la presidenza di Adelson, ha accusato Khalil di essere un “sostenitore di Hamas” senza alcuna prova, applaudendo alla decisione di Trump di espellerlo.

La sua influenza non si limita agli Stati Uniti. In Israele, ha sostenuto a lungo Benjamin Netanyahu, contribuendo alla sua ascesa politica. La sua visione è chiara: un Israele forte, senza concessioni ai palestinesi, e l’egemone statunitense schierato incondizionatamente al suo fianco.

La storia di Adelson è quella di una donna che ha trasformato la sua ricchezza in potere, influenzando non solo la politica americana ma anche il destino di una regione contesa. 

Ma c’è da chiedersi quale sarà il prezzo pagato per questa influenza da Trump, che si è raccontato come un uomo di pace e libero dai vecchi condizionamenti, per questa influenza, l’impatto lungo termine sulle relazioni tra l’asse israelo-americano e i suoi alleati.

* da InsideOver

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *