Due sere fa il Gabinetto di Guerra di Israele ha approvato un “piano per la distribuzione di aiuti militarizzati e di parte a Gaza” guidato da società di sicurezza militare private con sede negli Stati Uniti e dall’opaca ‘Gaza Humanitarian Foundation’. Analizziamo i fatti e le leggi che sostengono questa facciata di umanitarismo.
La “Gaza Humanitarian Foundation” è stata registrata in Svizzera all’inizio di quest’anno ed è guidata da David Papazian (ex CEO dell’Armenian National Interests Fund), Samuel Marcel Henderson e David Kohler (CEO di Kohler Co.). Nessuno di loro ha apparentemente alcun legame o esperienza con gli aiuti umanitari.
Gli obblighi di Israele in quanto potenza occupante derivano, tra l’altro, dall’art. 43 e art. 48 del Regolamento dell’Aja e dell’art. 59 della Quarta Convenzione di Ginevra. Deve ripristinare e garantire la vita pubblica e l’ordine nei territori palestinesi occupati, “nella stessa misura in cui il governo legittimo era tenuto a farlo“.
Se la popolazione di un territorio occupato (ad esempio Gaza) o una sua parte non è adeguatamente rifornita, deve accettare programmi di soccorso per conto e nell’interesse della popolazione palestinese (non nel proprio interesse) e deve agevolarli con tutti i mezzi a sua disposizione.
L’art. 59 sostiene che gli interventi di soccorso debbano essere intrapresi da organizzazioni umanitarie imparziali, capaci, secondo il commento del CICR, di agire efficacemente e degne di fiducia. In primo luogo, se l’assistenza viene fornita in modo non imparziale, non può essere classificata come umanitaria.
In secondo luogo, gli articoli della Commissione di diritto internazionale delle Nazioni Unite sulla protezione delle persone in caso di catastrofi stabiliscono che un attore che presta assistenza è un’organizzazione intergovernativa competente, o un’organizzazione o entità non governativa pertinente, nel rispetto dei principi di umanità, neutralità e imparzialità, e sulla base della non discriminazione, tenendo conto delle esigenze delle persone particolarmente vulnerabili..
Israele, incanalando gli aiuti attraverso società di sicurezza militare private (PMSC), spera di sottrarsi alla responsabilità per gravi violazioni del diritto internazionale umanitario codificate come crimini di guerra (ad esempio, la distruzione di proprietà, la fame della popolazione civile e il suo trasferimento forzato).
Tuttavia, il “Documento di Montreux sugli obblighi giuridici internazionali pertinenti e sulle buone pratiche per gli Stati in relazione alle operazioni delle società militari e di sicurezza private durante i conflitti armati” stabilisce che i funzionari governativi, siano essi comandanti militari o superiori civili, oppure direttori o dirigenti delle PMSC, possono essere ritenuti responsabili dei crimini ai sensi del diritto internazionale commessi dal personale delle PMSC sotto la loro effettiva autorità e controllo.
La sezione A(1) del Documento di Montreux, che prevedeva che un occupante, come Israele, scaricasse le responsabilità, sostiene che le potenze occupanti, anche se stipulano contratti con PMSC per svolgere determinate attività, hanno l’obbligo di adottare tutte le misure in loro potere per ripristinare e garantire l’ordine pubblico e la sicurezza, vale a dire, esercitare la vigilanza nel prevenire violazioni del diritto internazionale umanitario e del diritto dei diritti umani.
Una volta chiarite queste norme, si possono trarre tre conclusioni: in primo luogo, la “Gaza Humanitarian Foundation”, a prima vista, non è un fornitore di aiuti competente e imparziale, il che solleva serie preoccupazioni sul fatto che non si tratti di un genuino facilitatore di aiuti. In secondo luogo, il presunto incanalamento degli aiuti attraverso società di sicurezza militare private è palesemente in contraddizione con i principi umanitari di indipendenza e imparzialità nella distribuzione degli aiuti.
In terzo luogo, il piano presentato da Israele non lo esonera in alcun modo dal suo dovere di concordare e facilitare la presenza e le attività di organizzazioni umanitarie imparziali, come probabilmente affermerà l’@CIJ_ICJ nelle prossime settimane. Infine, l’Humanitrain Country Team- con il fermo supporto del Capo UNOCHA, UNReliefChief Tom Fletcher e del Segretario Generale ONU Antonio Guterres – ha giustamente chiarito che “non parteciperemo ad alcun programma che non aderisca ai principi umanitari globali di umanità, imparzialità, indipendenza e neutralità. Nei Territori Palestinesi Occupati, i responsabili di tutte le entità delle Nazioni Unite e delle organizzazioni non governative che fanno capo all’Humaniitarian Country Team hanno ribadito all’unanimità questa posizione“.
* International Lawyer, PIL, LoAC
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