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La guerra di Merz. Alla logica, più che alla Russia

Dio confonde coloro che vuol perdere”. Il vecchio detto si adatta alla perfezione quando si guarda ai dirigenti del più forte paese europeo, la Germania.

Pur strapazzata oltre ogni limite di decenza – basti ricordare la distruzione del gasdotto NorthStream, che la nutriva di gas russo a buon mercato, proprio davanti alle sue coste e ad opera dei suoi “alleati” (Stati Uniti, Gran Bretagna ed Ucraina) – Berlino si era fin qui allineata agli ordini di Washington cercando di mantenere comunque un profilo basso nello schieramento guerrafondaio europeo.

L’arrivo del democristiano di destra Friedrich Merz, detto “l’amerikano” – è stato tra l’altro presidente del consiglio di sorveglianza di BlackRock – ha fatto però cadere le ultime foglie di fico che avevano malamente coperto i socialdemocratici alla Scholz. E quindi non stupisce che una delle sue prime decisioni di politica estera sia quella di dare a Kiev la versione “long range” dei suoi missili Taurus.

Una decisioni “pericolosa” perché chiaramente finalizzata a consentire attacchi in profondità in territorio russo, ben oltre la stessa Mosca. Ma anche una scelta miope, visto che di missili così nei magazzini della Wermacht non ce ne sono moltissimi e i tempi – e i costi – per produrne altri non sono indifferenti.

La mossa arriva proprio mentre l’amico di Washington, Donald Trump, fa capire di volersi sfilare quanto prima dal groviglio ucraino, possibilmente guadagnandoci sopra. Il che diventerebbe possibile con il “riarmo europeo”, dato che notoriamente le fabbriche militari del Vecchio Continente possono sfornare – sia pure in quantità limitate – proiettili, carri armati, ecc, ma quasi nulla in droni, satelliti, aerei da combattimento, ecc.

Inevitabile dunque che si faccia “debito pubblico” scavando nelle tasche degli europei – con più tasse e/o meno welfare e servizi pubblici – per comprare armi statunitensi da regalare in parte a Kiev e il resto per ricostruire una forza militare “indipendente”.

Anche qui è la Germania di Merz a mostrare le crepe nel cervello, ponendosi come obiettivo la costruzione del “più forte esercito europeo”, ossia “nazionale”, che cozza direttamente contro l’ipotesi di metter su un esercito continentale comunitario.

Intanto, però, si porta avanti nel sostegno alla guerra in atto, spiegando che Non ci sono più limitazioni sulla portata delle armi consegnate all’Ucraina. Né per gli inglesi, né per i francesi, né per noi. Nemmeno per gli americani“, perché l’Ucraina deve essere autorizzata a contrattaccare “colpendo infrastrutture militari in territorio russo“.

Resta da spiegare perché, dopo aver “svelato” questa volontà di far guerra alla Russia per interposto ucraino – ma si sa che certi sistemi d’arma vengono maneggiati direttamente da militari/tecnici dei paesi che li producono – Mosca dovrebbe astenersi dal colpire, sia pure indirettamente, “i volenterosi” idioti che ancora non vogliono capire che il progetto iniziale (mettere la Russia in crisi e favorirne semmai lo smembramento, o come minimo un “cambio di regime”) è ormai fallito.

Siamo quindi nelle mani di gente che magari sa calcolare le entrate e le uscite in un bilancio aziendale, e capisce quindi chi ci guadagna da una decisione politica o un’altra, ma risulta totalmente a digiuno di rapporti di forza strategici.

Non è un segreto neanche per loro che buona parte della forza di “deterrenza” della Nato consiste – o consisteva – nell’”ombrello nucleare” statunitense, a sua volta “orientato” dal sistema satellitare Usa (sia pubblico che privato, come lo Starlink di Elon Musk).

Ma una volta che lo “zio d’America” si sfila, più o meno nettamente, dal conflitto in corso, ai “volenterosi” macellai europei resta in mano un mucchio di ferraglia che a fatica spaventerebbe un paese arretrato, ma certamente non impensierisce una potenza nucleare come la Russia.

Roba che può servire a mandare a morire qualche altra decina di migliaia di ucraini e di russi, non a ribaltare il corso delle cose. Lo capisce chiunque. Probabilmente anche Merz.

La domanda diventa perciò: ma quanto state messi male per andare avanti come zombie verso il baratro?

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2 Commenti


  • moreno stievano

    i “famosi” Taurus non potranno cambiare il corso del conflitto, ma potrebbero acuirlo, evidentemente i volenterosi non vogliono assolutamente terminare il conflitto, almeno per ora. Nella mente di questi geni è partorita l’idea che il riarmo contro la Russia è meglio farlo con Putin impegnato in un conflitto, pensando di impedirgli così di essere troppo concentrato a rispondere alla corsa agli armamenti europea. La volontà tedesca verso la corsa al riarmo esprime il chiaro desiderio di essere, oltre che un gigante economico (seppur in crisi), anche un gigante militare, l’Europa, secondo i piani di Mertz, inevitabilmente dovrà accodarsi dietro alla locomotiva/carro armato tedesca. Tutto ciò porta i ricordi al secolo scorso, dove qualcun’altro aveva mire di espansione e che finì malamente sotto i colpi dell’armata sovietica. L’eventuale e paventato ritiro Usa, faciliterebbe anche il passaggio verso una “indipendenza” europea nella speranza di contare maggiormente nel nuovo mondo multipolare,


  • Marco da Zurigo

    A dire la verita` Merz non ha detto esplicitamente che fornira` i Taurus. La SPD e` ancora contraria. La sua dichiarazione e` piu un ballon d’essai per muovere le acque … per ora le reazioni sono assai limitate . Comunque alle roboanti dichiarazioni teutoniche non seguono importanti azioni sul campo … una brigata in Lettonia! Un po` poco, anche se gia` troppo …

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