“Troveremo chiunque abbia preparato questo ordigno esplosivo, prenderemo chiunque ci sia dietro e faremo i conti con questi terroristi.” – affermazioni nette e determinate. Così ha parlato Benjamin Netanyahu poche ore dopo l’esplosione il 18 aprile 2021 di una bomba su un autobus a Gerusalemme, rivendicata in seguito da Hamas. E dove ha proferito queste ferme parole? Durante una commemorazione degli 85 anni dalla fissazione dell’anno della fondazione dell’Irgun, o Etzel, la milizia clandestina pre-statale diretta da Menachem Begin.
Purtroppo Netanyahu ha dimenticato di specificare a quali “terroristi” si riferisse: quelli di cui stava celebrando l’85mo compleanno, o quelli che hanno fatto saltare in aria un autobus quel giorno al mattino presto?
Pochi giorni più tardi, Moshe Arens si è unito a Netanyahu. In un editoriale (Haaretz, 26 aprile) anche lui ha mostrato la sua quota di memoria selettiva e di concreta ipocrisia. Nel suo tentativo di compiacere il deputato Zouheir Bahloul (dell’Unione Sionista), Arens ha spiegato la fondamentale differenza tra “i gruppi clandestini ebrei” e “le organizzazioni terroristiche palestinesi”.
I combattenti per la libertà ebrei, si è vantato l’ex membro dell’Irgun, attaccavano i soldati del mandato britannico [sulla Palestina. Ndtr.], non i civili, mentre i terroristi palestinesi prendono di mira principalmente i civili. “Questa è l’essenza del terrorismo – uccidere civili,” ha scritto Arens.
Per risvegliare la memoria di Arens e di chiunque altro soffra di amnesia volontaria, qui di seguito c’è un piccolo campione, una goccia nell’enorme bacino di “lodevoli” imprese realizzate dagli eroi dell’Irgun e del Lehi (la milizia guidata da Yitzhak Shamir e nota come la Banda Stern). Tutte provengono da fonti ufficiali revisioniste [cioè della destra sionista. Ndtr.]:
14 novembre 1937 – Uomini armati dell’Irgun a Gerusalemme mettono in atto un “attacco a colpi di arma da fuoco” uccidendo due passanti arabi a Rehavia. Più tardi, cecchini sparano a un autobus arabo, uccidendo tre passeggeri e ferendone otto. Bravo, Irgun!
17 aprile 1938 – Per la prima volta (ma non per l’ultima) l’Irgun lancia una bomba in un caffè arabo, con risultati modesti: una persona uccisa, sei ferite.
5 aprile 1938 – Una serie di attacchi terroristici contro passanti a Jaffa, Tel Aviv e Gerusalemme. Bombe e spari contro gli autobus. I risultati “migliorano”: muoiono 11 arabi, 22 rimangono feriti.
6 luglio 1938 – L’Irgun colloca un ordigno esplosivo in un mercato all’aperto di Haifa, al di fuori di “motivazioni politiche”. L’ordigno è composto da alcuni bidoni del latte di metallo, riempiti di esplosivi e di chiodi: 18 arabi uccisi, 38 feriti.
16 luglio 1938 – Un ordigno dello stesso tipo nel suk arabo di Gerusalemme: 10 morti, 31 feriti.
26 luglio 1938 – Di nuovo ad Haifa e un altro ordigno esplosivo dell’Irgun: 27 arabi rimangono uccisi, 46 feriti.
26 agosto 1938 – Questa volta il suk di Jaffa: “Un potente ordigno”, come hanno detto. L’Irgun rivendica: muoiono 24 arabi, 35 sono feriti.
29 maggio 1939 – L’Irgun fa saltare in aria un cinema di Gerusalemme: 5 spettatori uccisi, 18 feriti.
20 giugno 1939 – Un’operazione contro un suk particolarmente riuscita: 78 arabi (e un asino) sono uccisi da un’esplosione in un mercato all’aperto di Haifa. L’asino era carico di esplosivo.
Tra il giugno e il luglio del 1939 l’Irgun ha ucciso dozzine di persone in tutto il Paese. L’unica colpa delle vittime era il fatto di essere arabi. Neppure l’Irgun sostiene il contrario.
Seguono alcuni anni relativamente tranquilli, ma verso la fine del Mandato Britannico queste gloriose operazioni di combattimento riprendono la loro frenesia.
4 dicembre 1947 – Bombe nei caffè, un barile di esplosivo in una stazione degli autobus, lancio di granate, sparatorie: dozzine di arabi sono uccisi.
29 dicembre 1947 – Una bomba dell’Irgun alla Porta di Damasco della Città Vecchia di Gerusalemme: 17 vittime.
30 dicembre 1947 – Membri dell’Irgun attaccano un gruppo di manovali arabi nella baia di Haifa, uccidendone 6 e ferendone 40.
4 gennaio 1948 – Un’auto-bomba del Lehi a Jaffa uccide 70 arabi.
7 gennaio 1948 – L’Irgun tenta di emulare il suo “piccolo fratello” con una bomba alla Porta di Jaffa nella Città Vecchia di Gerusalemme. “Solo” 24 arabi uccisi.
18 febbraio 1948 – Una bomba nel mercato di Ramle uccide 37 arabi.
E per concludere – 9 aprile 1948: l’Irgun entra a Deir Yassin, nei dintorni di Gerusalemme, e massacra 245 abitanti del villaggio. Sei giorni dopo, una folla di arabi attacca un convoglio medico diretto al Monte Scopus di Gerusalemme, massacrando 36 persone. (Chiunque tiri frettolose conclusioni in merito alla relazione tra questi due eventi non è altro che un maledetto post-sionista).
I successivi massacri e atrocità sono messi a segno dall’esercito del nascente Stato, piuttosto che dai gruppi clandestini che hanno aderito alla purezza-delle-armi [autorappresentazione dell’esercito israeliano, che si definisce “il più morale al mondo.” Ndtr.].
Questa è solamente una manciata di rimembranze. Ci sono molti più esempi di simili atti umani, con centinaia di civili innocenti che sono stati uccisi.
Se qualcuno, Dio non voglia, tenta ancora di paragonare le “atrocità degli assassini arabi” con le “glorie dei combattenti ebrei” (solo per il fatto che entrambi hanno commesso azioni assolutamente identiche), spiegheremo ancora una volta che la differenza tra il terrorismo ismaelita e i combattenti per la libertà ebrei è la stessa che passa tra i riccioli ebrei e il codino dei cinesi. “Anche un bambino sa che un boccolo dell’uomo ebreo è il culmine di bellezza e di purezza mentre un codino cinese è semplicemente disgustoso.“
Non c’è davvero confronto… (maggio 2021)
* Il terrorista sionista cerchiato nella foto è Menachem Begin, poi primo ministro.
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Raf
di recente ho visto il film “shoshana”, racconta anche altro. buona visione
Enrico
Ma c’è una differenza fondamentale, invece, a quel che leggo in questo articolo. i terroristi sionisti uccidevano coloro a cui volevano rubare la terra, quelli palestinesi, in condizione di disperazione, uccidono i loro aguzzini e occupanti. Anche Andreotti se ne era reso conto!! Strano che l’articolista non l’abbia rilevata.