Trump ha ordinato ieri all’agenzia federale per il controllo delle dogane e l’immigrazione (Immigration and Customs Enforcement, Ice) di rafforzare le operazioni di deportazione di immigrati irregolari nelle grandi città governate dal Partito Democratico, in particolare Los Angeles, Chicago e New York, teatro nel fine settimana di vaste manifestazioni di protesta contro le sue politiche migratorie. Trump ha sollecitato gli agenti federali “a fare tutto il possibile” per portare avanti quella che ha definito “la più grande operazione di deportazione di massa di immigrati illegali nella storia”.
In un messaggio pubblicato sulla piattaforma sociale Truth, il presidente USA ha lodato il lavoro degli agenti dell’Ice e ha duramente criticato i suoi detrattori, che lo accusano di tendenze autoritarie: “Ogni giorno, gli uomini e le donne coraggiosi dell’Ice sono vittime di violenze, minacce e molestie da parte dei politici democratici radicali, ma nulla ci fermerà dall’eseguire la nostra missione”.
Secondo un piano delineato dal consigliere della Casa Bianca Stephen Miller, l’obiettivo minimo dell’amministrazione sarebbe di almeno 3.000 arresti al giorno di immigrati irregolari, dando priorità agli individui con precedenti penali. Trump ha accusato le città governate dai democratici di essere “il cuore del potere della sinistra radicale”, sostenendo che gli immigrati irregolari vengano usati per “aumentare la base elettorale, truccare le elezioni e far crescere lo Stato assistenziale, sottraendo lavoro e benefici ai cittadini americani”. Il presidente ha poi concluso: “Questi democratici radicali odiano il nostro Paese e vogliono distruggere le nostre città”.

Manifestazioni contro Trump all’insegna dello slogan “No Kings” si sono svolte in decine di città statunitensi.
Nel paese intanto cresce il livello di violenza politica.
Dopo l’assassinio della parlamentare democratica Melissa Hortman in Minnesota da parte di un seguace trumpista, a Salt Lake City durante una manifestazione “No Kings” contro Trump, un uomo è stato ucciso a colpi di arma da fuoco e un altro è rimasto ferito. La polizia non ha ancora chiarito la dinamica dei fatti.
L’uomo accusato di aver assassinato la deputata democratica del Minnesota e di aver cercato di ucciderne un altro, è stato arrestato nella tarda serata di ieri in una zona rurale dello stato. Nel materiale trovato nell’auto del killer sono stati trovati 70 nomi di politici, inclusi tutti i democratici al Congresso del Minnesota, oltre che dei gestori di alcune cliniche per l’aborto. Boelter è un cristiano evangelico contrario all’aborto e, insieme alla moglie, gestisce una società di sicurezza privata, la Praetorian Guard Security Services.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa
