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Israele ha deciso di completare il genocidio a Gaza

«Il dado è tratto», hanno dichiarato ieri alti funzionari al Canale 12 israeliano e a Ynet News, «occuperemo la Striscia di Gaza».

L’obiettivo che Israele persegue da circa 80 anni – l’occupazione totale della Palestina e la cacciata/genocidio del popolo palestinese – è sempre più vicino.

Naturalmente i media occidentali continuano a presentare Israele come “l’unica democrazia del Medio Oriente”, sorvolando sul fatto che un genocidio e un’occupazione militare restano tali in qualsiasi modo siano state decise. Insomma, un “genocidio democratico” non è migliore di uno realizzato sotto un altro regime. E’ solo più falsario e ipocrita, visto che il primo termine annulla il secondo.

Anche sulla “democraticità” delle procedure dubbi pesantissimi vengono avanzati dall’interno stesso di Israele. Come riferiscono gli stessi cronisti occidentali “il parlamento ha votato all’unanimità anche per il licenziamento della procuratrice generale Gali Baharav-Miara, che si è opposta alla riforma della giustizia proposta dal premier e che guida il processo per corruzione in cui è imputato lo stesso Netanyahu. Baharav-Miara ha definito il suo licenziamento «illegale». Si attende ora la pronuncia dell’Alta Corte.

In pratica il potere esecutivo (il governo) e quello legislativo (il parlamento, controllato dalla stessa maggioranza che sostiene il governo) cercano di eliminare il potere giudiziario, ovvero quello che istituzionalmente deve controllare la correttezza dei comportamenti degli altri due.

Nulla di sorprendente, nell’Occidente attuale: accade lo stesso negli Stati Uniti, in Italia, in Francia, ecc. La “democrazia” è un lusso che, sembra, l’Occidente imperialista non si può più permettere…

La decisione di invadere anche quel poco di Gaza che ancora non era stato attraversato dalle truppe dell’Idf (appena il 25% della Striscia, comunque pesantemente bombardato) chiude ogni discorso su tregue, cessate il fuoco, ecc. Israele non tratta e non ha mai trattato davvero. Ha solo “fatto ammuina” a seconda dello sconcerto internazionale per i suoi atti genocidiari e della relativa pressione formale di alcuni governi occidentali, preoccupati che “gli eccessi” sionisti potessero ingenerare proteste più radicali.

Del resto è in linea con la politica di pulizia etnica portata avanti da sempre. Dove non bastano i bombardamenti, il blocco dei rifornimenti alimentari, la distruzione intenzionale delle strutture ospedaliere (“bombardare la croce rossa” è un crimine di guerra da antologia, ma è diventato “normale”), la strage quotidiana di civili affamati inscatolati in percorsi obbligati per renderne più “economica” l’eliminazione, ecco l’ultima risorsa: invasione totale.

Indicativa la motivazione ufficiale: “Hamas non rilascerà altri ostaggi senza una resa totale, e noi non ci arrenderemo. Se non agiamo ora, i rapiti moriranno di fame, la Striscia resterà sotto il controllo dei terroristi. Ci saranno operazioni anche nelle aree dove si trovano ostaggi.

Di fatto, il governo Netanyahu ha messo in conto la morte di tutti gli ostaggi; anzi, ne vuole consapevolmente la morte, che in ogni caso attribuirà ad Hamas (come previsto dalla “direttiva Hannibal”). E’ evidente, infatti, che nessun prigioniero israeliano – che sia detenuto in un tunnel o in una delle poche case ancora in piedi – potrà sopravvivere all’ultimo assalto, quando i combattenti si giocheranno l’ultima battaglia consapevoli di dover morire in ogni caso ma determinati a far pagare il prezzo più alto possibile agli occupanti.

Neanche l’ultima resipiscenza sorta all’interno di Israele – la lettera del Cis (Commanders for Israel’s security), ovvero generali dell’esercito in pensione, dei servizi segreti (Mossad) e di sicurezza interna (Shin Bet), comandanti di polizia e capi del corpo diplomatico – sembra in grado di fermare l’ultimo atto del genocidio. I 550 firmatari hanno scritto a Donald Trump dichiarando, sulla base della propria decennale esperienza di guerre, che «tutto ciò che poteva essere raggiunto con la forza è stato raggiunto».

Ma Netanyahu si è affrettato a garantire che Trump sostiene l’occupazione totale. l’Occidente imperialista ha scelto nel suo insieme di dare via libera al genocidio, e anche quando ha “storto il naso” (dichiarando per esempio di voler riconoscere lo Stato di Palestina quando sta venendo sepolto) ha accuratamente evitato di fare l’unica mossa che avrebbe potuto mettere in difficoltà i massacratori sionisti: bloccare il flusso di armi e munizioni verso Israele.

Inutile anche far notare che nelle stesse ore l’Idf “ha annunciato la cancellazione dello stato d’emergenza bellica in vigore dal 7 ottobre, che prevedeva l’estensione obbligatoria del servizio di riserva per i soldati di leva regolare di altri quattro mesi. Alleggerimenti nel personale militare che porteranno a una riduzione dell’esercito regolare già nelle prossime settimane“.

Significa che la situazione sul campo – tra Gaza, Libano e Siria – richiede ora meno truppe di quante ne siano state mobilitate. In pratica, che “la minaccia” è meno forte di prima.

Proprio per questo, pare, i genocidi si sentono ora in grado di portare a termine la “soluzione finale”.

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2 Commenti


  • antonio D.

    Con la sua ultima dichiarazione e pratica genocida Netanyahu e il suo governo sionista-zelota (altroché ebraico – sic!) sta svelando completamente il ruolo e la funzione vera della supremazia del mondo globale a guida “occidental-statunitense” – tramite la creazione “coatta” dello stato israeliano – sulle terre palestinesi – proprio nel “cuore” del MedioOriente – per sconvolgerne – modificandole – le forme statuali; identitarie e prospettive future – per far si che le “ricchezze e risorse materiali energetiche (petrolio ecc..) minerarie venissero messe sotto controllo e dominio delle potenze imperialiste occidentali ed euroatlantiche.
    Con la eventuale e possibile creazione del “grande Israele” si completa così il disegno strategico che fin dalla sua “nascita” ha contrassegnato la politica e la strategia di dominio suprematista coloniale di quelle èlite dominanti sull’intero pianeta.
    https://www.treccani.it/vocabolario/elite/


  • Pasquale

    Morirà anche lui, insieme al crollo del pirata americano. Non vivrà in eterno e non è il messia, anche se, poveraccio, egli ci crede. Resterà nella storia come un criminale sanguinario e dovrà rendere conto al pari di tutti gli altri suoi complici nazisionisti che lo sostengono. Gaza non diventerà una rassegna di balere per oligarchi ladri e cialtroni e tornerà a vivere fino a quando rimarrà un fratello palestinese. La massomafia anglogiudaicoamericana laggiù avrà vita dura. RESISTENZA sempre.

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