“Per noi militanti ‘in difesa dell’umanità’, obiettivo che ci ha affidato esplicitamente lui stesso fondando REDH, Fidel rappresenta uno dei pilastri teorici più profondi del pensiero antimperialista e del socialismo rivoluzionario. Egli trascende le specificità e le contingenze diventando esempio e fondamento per tutte le rivoluzioni antimperialiste capaci di difendere e rilanciare la cultura come progetto di integrazione internazionale, in linea con Hugo Chavez, José Carlos Mariátegui e l’ALBA.
Luciano Vasapollo, decano di economia alla Sapienza di Roma e dirigente politico della Rete dei Comunisti, fondatore con Rita Martufi del Capitolo italiano della REDH (la Rete di artisti e intellettuali in difesa dell’umanità) analizza, in un’intervista a FarodiRoma, l’eredità del Lider Maximo della Rivoluzione Cubana che è destinata certamente all’Isola Caraibica e all’America Latina ma anche – in una prospettiva internazionalista – a tutti i popoli e a tutti gli uomini che si ribellano alle ingiustizie e all’imperialismo.
“Fidel – infatti – ci ha insegnato che ‘la Rivoluzione è il senso del momento storico’. La proposta socialista rivoluzionaria, spesso derisa o accusata di arretratezza da populismi elettoralisti, diventa invece un’alternativa straordinaria, soprattutto in una crisi sistemica del capitale senza precedenti. Non è solo un orizzonte per Cuba e il Venezuela chavista, ma un’occasione per tutte le organizzazioni di classe nel mondo per concretizzare l’utopia socialista—giustizia sociale, libertà, uguaglianza”.
Vasapollo per più di 12 anni ha strettamente collaborato con Fidel Castro anche nella preparazione e gestione dell’evento annuale sulla globalizzazione, insieme all’allora presidente dell’Anec Roberto Verrier. “E da Fidel come da Chavez – racconta l’ economista – ho imparato a fare politica e a indirizzare il mio senso della vita con anche molta rigorosità e senso del partito e della disciplina dell’organizzazione, al punto di infastidirmi considerevolmente chi non ce l ha o fa prevalere il protagonismo personale e autoreferenziale”.
Secondo Vasapollo, “la Cuba fidelista e guevarista ha continuato a servire con dignità e passione il suo popolo e quello dei paesi dell’ALBA, trasformando sogni in realtà politiche. Questo cammino, che continua in Venezuela e altrove, è un esempio per noi marxisti militanti: una politica al servizio dei lavoratori, capace di superare il capitalismo qui e ora, consapevoli dei rapporti di forza internazionali. Oltre alla centralità medica e solidale – le cure gratuite e le missioni sanitarie contro il Covid-19 anche in Italia –, Fidel ha incarnato una rivoluzione che contrasta l’imperialismo e smentisce le previsioni di una ‘normalizzazione capitalistica’ dell’isola, come ha detto recentemente Díaz-Canel, l’attuale segretario del PCC e presidente cubano, dunque il successore dei Fratelli Castro.
Professor Vasapollo, oggi ricordiamo Fidel Castro a 99 anni dalla nascita. Che cosa rappresenta per lei e per i socialisti rivoluzionari di oggi?
Per tutti noi socialisti rivoluzionari si tratta di indicare chiaramente una delle basi teoriche più profonde del pensiero antimperialista e delle prospettive socialiste. Fidel è un riferimento che riesce ad andare oltre la particolarità e la contingenza, affermandosi come fondamento di tutte le rivoluzioni antimperialiste che hanno la capacità e la forza di proporre il salvataggio della cultura. Come ci hanno insegnato Fidel e Chavez, questo si inserisce in un progetto di integrazione internazionale, quello che è alla base dell’ALBA, che unisce e sostiene le esperienze socialiste in America Latina. Paesi come Cuba, Venezuela, Nicaragua e Bolivia, resistono e mantengono vivi gli ideali di autodeterminazione.
Lei parla spesso della “battaglia delle idee” di Fidel. Che cosa significa concretamente?
Fidel ci ha sempre indicato la strada della battaglia delle idee, ricordandoci che ‘la Rivoluzione è il senso del momento storico’. Ciò che per qualcuno, in modo superficiale, può sembrare arretrato, diventa in realtà la straordinarietà dell’alternativa socialista rivoluzionaria, a partire dall’esempio della Rivoluzione cubana, dentro una crisi sistemica del capitale senza precedenti. Questo deve diventare un’occasione per tutte le organizzazioni di classe socialiste e comuniste del mondo di giocarsi ancora una volta la scommessa di costruire concretamente un orizzonte di giustizia sociale, libertà e uguaglianza, nel grande progetto del socialismo scientifico.
Qual è oggi il messaggio della continuità rivoluzionaria cubana?
Cuba guevarista e fidelista porta avanti da decenni, con dignità e passione, il servizio leale al suo popolo e ai popoli dell’ALBA e dei Sud del mondo sfruttati. Lo fa trasformando i sogni in realtà concrete della transizione socialista, esattamente come pensavano Fidel e Che Guevara. Anche noi, nel nostro piccolo, lavoriamo in questa direzione: una politica al servizio dei lavoratori, volta a superare il capitalismo e ad affrontare, qui ed ora, le contraddizioni fra socialismo desiderabile e socialismo possibile secondo gli attuali rapporti di forza internazionali.
Che cosa significa, oggi, l’eredità concreta di Fidel Castro?
Significa cure mediche gratuite per tutti, missioni sanitarie internazionali che hanno aiutato i paesi più colpiti dal Covid-19, Italia compresa. Significa la continuità politica rivoluzionaria confermata da Miguel Díaz-Canel, che ha smentito le previsioni della grande stampa occidentale su un presunto avvio di Cuba verso il capitalismo. Al contrario, Cuba prosegue il suo processo socialista.
Fidel è un patrimonio dell’umanità: non si tratta di una frase retorica perché oggi l’imperialismo continua a minacciare i popoli che hanno avuto la forza di cercare la strada dell’indipendenza economica e l’autodeterminazione politica. Esso commina sanzioni pesantissime a chi non segue le sue regole – che vanno di pari passo con l’imposizione delle ricette neoliberiste, le quali hanno provocato solo miseria economica e esistenziale. Cuba, il Venezuela, il Nicaragua, ma anche la Siria, l’Iran e il Libano subiscono un blocco pesantissimo, che causa fame e malattie. Ciononostante, continuano a resistere. E’ necessario difendere e appropriarsi del patrimonio ideale e pratico che il Comandante Fidel ha lasciato ai popoli e ai lavoratori.
Lei insiste molto sul legame fra eredità politica e attualità storica. Perché Fidel non va “monumentalizzato”?
Perché monumentalizzarlo significherebbe anestetizzarlo, relegarlo al passato, come è stato fatto con altre figure epiche del Novecento. Non serve rispondere alle accuse pretestuose di dittatura, ma è fondamentale difendere e appropriarsi del patrimonio ideale e pratico che Fidel ha lasciato ai popoli e ai lavoratori. Oggi l’imperialismo minaccia i paesi che perseguono indipendenza economica e autodeterminazione politica, imponendo sanzioni pesantissime e ricette neoliberiste che generano miseria. Cuba, Venezuela, Nicaragua, Siria, Iran e Libano resistono, nonostante blocchi che provocano fame e malattie. Dobbiamo sostenere questi popoli, come Fidel e Cuba hanno fatto in concreto per oltre mezzo secolo. Va per questo valorizzato il ruolo delle alleanze internazionali come strumento di rilancio di una lotta su scala globale, che può ampliarsi in maniera diversificata a partire dagli importanti processi di cambiamento nei vari paesi dell’ALBA a partire dalla grande tenuta eroica della rivoluzione socialista cubana.
Ecco perché l’analisi teorica e il nostro operare e agire politico si relazionano e hanno a che fare direttamente, ora anche qui in Italia e in Europa, con la dimensione dell’internazionalismo di classe, con la collocazione politica internazionale di ogni movimento, organizzazione e partito della sinistra di alternativa e di classe, comunista, nella consapevolezza che la nostra sfida ‘qui ed ora’ sia quella di mantenere viva anche nella realtà europea della crisi sistemica l’idea e la pratica del superamento rivoluzionario del modo di produzione capitalista. Ciò avviene in termini di prospettiva reale di programma per andare oltre la solidarietà politica, praticando esperienze politiche di classe come parte di una dimensione internazionalista dell’anticapitalismo e delle transizioni concrete del socialismo possibile è necessario già in campo in varie parti del mondo.
Parliamo allora dell’internazionalismo di classe: come si colloca oggi rispetto alle sfide globali?
Discutere e realizzare transizioni al socialismo significa ragionare in termini internazionalisti, valorizzando le alleanze come strumento di lotta globale. Questo vale per i processi di cambiamento dei paesi dell’ALBA e per la resistenza eroica della rivoluzione socialista cubana. Anche qui, in Italia e in Europa, dobbiamo legare il nostro agire politico alla dimensione internazionalista, collocandoci in un fronte di classe, comunista e anticapitalista. La sfida è mantenere viva, anche nella crisi europea, l’idea e la pratica del superamento rivoluzionario del capitalismo, andando oltre la sola solidarietà politica e costruendo esperienze concrete di socialismo possibile già in campo in varie parti del mondo. partire dall’ esempio della Rivoluzione cubana, all’interno della crisi sistemica del capitale come mai si era vista; ma soprattutto come questa debba diventare una grande occasione non solo per Cuba socialista e per il Venezuela rivoluzionario chavista ma per tutte le organizzazioni di classe socialiste e comuniste nel mondo per giocarsi ancora una volta la scommessa di costruire concretamente l’orizzonte possibile dell’umanità verso la giustizia sociale, la libertà, l’uguaglianza nel grande progetto mai sopito del socialismo scientifico. compiutamente realizzato. È questo il cammino che Cuba guevarista e fidelista da lunghi decenni sta portando avanti con dignità e grandi capacità e passione servendo con lealtà infinita il popolo rivoluzionario cubano come quello venezuelano e dei paesi dell’ALBA e di tutti i Sud sfruttati, tentando di mettere insieme i suoi sogni che la politica di classe trasforma nella realtà della transizione socialista, quindi i sogni nella concretezza dell’agire di tutti noi marxisti militanti rivoluzionari.
Professor Vasapollo, in che modo ritiene che il lascito di Fidel resti attuale nel contesto geopolitico contemporaneo?
Il concetto di internazionalismo di classe vale oggi come ieri. Fidel ha promosso l’idea di un ordine mondiale multipolare e solidale, e la sua visione trova continuità nell’alleanza ALBA, nella Tricontinental decoloniale e nello sviluppo dei BRICS. Questi processi sono centri di lotta contro l’unipolarismo occidentale e a favore della giustizia sociale globale. Questa è stata in effetti fin dall’inizio l’idea di Guevara e Fidel e di Cuba rivoluzionaria e nel nostro piccolo anche la nostra sulla politica al servizio dei lavoratori in un orizzonte strategico del superamento del capitalismo e dell’immediatezza della transizione rivoluzionaria, con la consapevolezza che sono i rapporti di forza nel conflitto internazionale capitale-lavoro che oggi pongono la dinamica della contraddizione del socialismo desiderabile e che si deve costruire versus il socialismo possibile qui ed ora visto gli attuali rapporti di forza internazionali .
Cosa possiamo imparare dalla sua esperienza personale con Fidel?
Ho partecipato a numerosi forum internazionali con Fidel: esempi viventi di democrazia socialista e di forza delle ragioni rivoluzionarie. Ho visto come in condizioni geopolitiche estremamente avverse, abbia difeso la sua idea di socialismo con dignità, chiarezza e passione. Questo insegnamento, insieme al suo pensiero, è ciò che dobbiamo portare avanti oggi. E penso sia utile sottolineare la convergenza tra il pensiero di Fidel e quello di Papa Francesco: la lotta contro la guerra, il nucleare, l’ambiente e la fame mondiale condividono una radice umanistica molto vicina. Come Francesco anche Fidel rappresenta un patrimonio dell’umanità non per retorica, ma per il suo esempio attuale contro l’imperialismo, le sanzioni, le ingiustizie neoliberiste. Negli ultimi anni, dopo la malattia, Fidel rimase ‘un soldato delle idee’, proseguendo il suo impegno dalla teoria alla prassi; un lascito che considero fondamentale e che ha reso visibile come il socialismo si costruisce nella pratica: tra blocchi e sanzioni, in Cuba e in Venezuela la rivoluzione resiste viva nel popolo, non solo nei libri.
*Il FarodiRoma
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Avv alessandro balicu
l avvocato Fidel Castro un eroe comunista statista fra i piu grandi del novecento, patriota cubano ma internazionalista, pensatore universale sempre in lotta per difendere i lavoratori di tutto il mondo contro l imperialismo e la plutocrazia.un comunista immortale grazie all immanenza delle sue idee
Redazione Contropiano
“immanenza”? forse la corrispondenza tra pensiero e realtà è più appropriata…