Negli Stati Uniti, l’intelligenza artificiale è usata per la sorveglianza di massa di attivisti solidali con la Palestina e di cittadini stranieri, in particolare degli studenti che manifestano contro il genocidio perpetrato da Israele. L’accusa alle autorità statunitensi arriva da Amnesty International, e di mezzo c’è anche Palantir, uno dei nuovi attori della filiera bellica stelle-e-strisce.
L’organizzazione per i diritti umani ha esaminato diversi documenti del Dipartimento per la Sicurezza interna (DHS), insieme a varie altre informazioni concernenti bandi, regolamenti sulla privacy, e così via. Quello che emerge è che sia attivisti sia migranti, richiedenti asilo e rifugiati sono ‘valutati’ attraverso l’utilizzo di sistemi automatizzati basati sull’intelligenza artificiale.
L’obiettivo è quello di individuare i soggetti da sottoporre alla campagna ‘Catturare e revocare’, con la quale l’amministrazione Trump sta colpendo in particolare gli studenti stranieri che studiano negli States, ai quali viene revocato il visto e vengono espulsi dal paese. Il tutto si basa, sostanzialmente, sui contenuti diffusi sui social media, ma anche sulle ‘emozioni’.
Infatti, uno dei due principali strumenti di questa sorveglianza di massa è Babel X, prodotto da Babel Street. Esso analizza le probabili intenzioni della persona sulla base del comportamento online, ed evidenzia conetnuti collegabili al terrorismo. Una formulazione che è usata per reprimere ogni espressione di dissenso: basta guardare quel che accade nel Regno Unito con Palestine Action, o in Germania.
Babel X monitora continuamente ogni nuova informazione su una persona già sottoposta a verifica. In questo modo, esso trasforma in maniera automatica il soggeto in un ‘sospettato’, ricomparendo continuamente nei database. E così, basta davvero poco per passare dall’indignazione, anche ruvida, espressa nei confronti della pulizia etnica dei palestinesi ad avere gli occhi puntati addosso.
E basta altrettanto poco per arrivare a ricevere una visita dell’ICE, l’Agenzia per l’immigrazione statunitense. Se Babel X è in dotazione all’Agenzia per la Protezione della dogana e delle frontiere sin dal 2019, l’ICE usa già dal 2014 un sistema di controllo dei migranti fornito da Palantir.
Nel 2025, l’organismo federale ha firmato con l’azien un contratto da 30 milioni di dollari per entrare in possesso dell’ultima versione di tale sistema di sorveglianza, l’Immigration OS. La mancanza del rispetto della correttezza di procedure di tutela per le persone e dei loro diritti fondamentali è già stata posta sotto osservazione da Amnesty in passato.
Erika Guevara Rosas, alta direttrice delle ricerche e delle campagne di Amnesty International, ha dichiarato: “è profondamente preoccupante che il governo statunitense impieghi tecnologie invadenti basate sull’intelligenza artificiale nel contesto di un programma di espulsioni di massa e di repressione delle espressioni in favore delle persone palestinesi, realizzando così un sistema di violazioni dei diritti umani“.
“Queste tecnologie – ha continuato – consentono alle autorità di rintracciare rapidamente e prendere di mira studenti e altri gruppi marginalizzati con una velocità e un’ampiezza senza precedenti. Ne derivano arresti illegali ed espulsioni di massa, un clima di paura e un effetto raggelante ancora più diffuso tra le comunità migranti e tra le studentesse e gli studenti internazionali nelle scuole e nei campus universitari“.
In generale, tutte le tecnologie probabilistiche di sorveglianza di massa, spesso anche legate ad analisi biometriche, sono state criticate con nettezza da varie organizzazioni internazionali. Non solo hanno larghi margini di errore, ma possono anche restituire valutazioni discriminatorie e arbitrarie. Il risultato è una violazione dei diritti della persona, altrettanto di massa.
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