Hanno provato in tutti i modi a dissimulare la partecipazione di Tony Blair al progetto di trasformare Gaza in una meta turistica, una volta completato il genocidio dei palestinesi. Sul nostro giornale avevamo già puntato i riflettori su come il Tony Blair Institute for Global Change (TBI) avesse partecipato a una presentazione sul tema, un mese e mezzo fa.
La scusa per cui il think tank fosse stato semplicemente chiamato ad assistere, senza avere un ruolo attivo nel progetto presentato durante l’incontro, oggi si mostra per una semplice dichiarazione di comodo per l’opinione pubblica.
Tony Blair in persona, infatti, si è recato alla Casa Bianca, chiamato da Trump insieme a Jared Kushner (esponente di spicco del sionismo Usa) per ragionare sul profitto che si potrà fare sulle macerie della Striscia.
Mercoledì il tycoon ha accolto a Washington i due personaggi per un incontro informale (entrambi non ricoprono alcun ruolo istituzionale), ma totalmente politico. Oltre al segretario di Stato Marco Rubio, al ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar e quello degli Affari strategici Ron Dermer, anche Blair e Kushner hanno discusso la crisi degli ostaggi, gli aiuti alimentari, e soprattutto il futuro di Gaza.
Ad annunciare l’incontro era stato l’inviato speciale Steve Witkoff. Che a sedere con questi politici, i quali sono attualmente in posizioni di rilievo ufficiali, ci siano stati anche Blair e Kushner è un elemento interessante, e perfettamente sensato rispetto agli incroci di interessi che si sono creati in Medio Oriente negli ultimi anni.
Blair è l’ex primo ministro britannico che quella regione l’ha messa a ferro e fuoco insieme a Bush jr. Kushner, invece, è il genero di The Donald, e durante il suo primo mandato ne è stato un consigliere chiave proprio in relazione al Medio Oriente, promuovendo i cosiddetti Accordi di Abramo, per la normalizzazione delle relazioni di vari paesi arabi con Israele.
Ovviamente, non è ancora stato diffuso alcun dettaglio su ciò di cui si è discusso. L’unica cosa che si sa è che Saar, interrogato alla fine dell’incontro rispetto al riconoscimento di uno Stato palestinese, ha messo bene in chiaro che non ci sarà mai. Quello che si può immaginare è che il progetto per la Striscia non si discosterà molto dalle indiscrezioni emerse negli ultimi mesi.
Tradotto: amministrazione ‘temporanea’ USA fino all’emergere di un affidabile governo palestinese – ovvero mai, se si considera che a contare sarà l’opinione sionista – che potrebbe rassomigliare all’Autorità Provvisoria della Coalizione che ha governato l’Iraq in maniera fallimentare dopo la guerra che ha sventrato il paese nel 2003.
A Israele verrebbe garantito l’insediamento in alcune zone e l’occupazione di altre attraverso alcune basi militari, mentre si tenterà di coinvolgere anche i paesi arabi nel governo della regione. E per questo la presenza di Blair e Kushner acquista un senso specifico.
Il TBI ha assunto importanti ruoli di consulenza in Medio Oriente, mentre Affinity Partner, società di Kushner, ha affari di una certa rilevanza nella zona del Golfo, come riporta InsideOver. L’asse tra i due potrebbe aiutare l’amministrazione statunitense a far accettare ai paesi arabi una tale ‘soluzione finale’ per Gaza.
Sempre InsideOver ricorda che i rapporti tra Trump e Blair sono di lunga data. Se con Kushner ci sono anche legami familiari, bisogna anche aggiungere che all’inizio del suo secondo mandato Trump ha annunciato Stargate, una joint venture tra Oracle, OpenAI, SoftBank e MGX, che avrebbe investito fino a 500 miliardi di dollari in quattro anni in infrastrutture di intelligenza artificiale negli Stati Uniti.
Il Guardian, lo scorso aprile, ha rivelato che il principale donatore della TBI è Larry Ellison, fondatore proprio della Oracle. Non sarebbe perciò assurdo rivedere anche questa sigla tra quelle che si accaparreranno una fetta di questo criminale progetto, fatto sul terreno di uno dei più terribili crimini contro l’umanità degli ultimi decenni.
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