L’ultima di Trump è sempre una barzelletta per boccaloni. Incalzato dagli eventi che ne smentiscono le promesse – la guerra in Ucraina va avanti senza pause, il genocidio a Gaza anche di più, le vicende interne sono da guerra civile incipiente, ecc – la sua uscita classica è buttare di nuovo la palla in avanti. Come gli aveva insegnato il criminale nazisionista Roy Cohn, “nega anche l’evidenza e attacca sempre“.
Gli chiedono di agire contro Putin – dopo aver creato un piccolo “incidente del Tonchino” – e lui risponde di esser “pronto a fare sanzioni importanti sulla Russia quando tutte le nazioni della NATO saranno d’accordo e inizieranno a fare la stessa cosa, e quando tutte le nazioni della Nato smetteranno di comprare petrolio dalla Russia”.
Il che significa indicare la reale ipocrisia di “alleati” troppo deboli per poter andare alla guerra da soli ma sufficientemente fuori di testa per pretendere che “il fratello grande” (quello che ha le bombe atomiche in numero sufficiente, nonché i satelliti) si butti nell’inferno con loro.
In effetti quasi tutti i paesi europei comprano ancora petrolio russo (e anche il gas, nonostante la distruzione del gasdotto Nord Stream da parte di ucraini, inglesi e yankee “democratici”). Di certo la Turchia – il secondo esercito della Nato, ma anche quella che non ha mai chiuso il dialogo con Mosca – oltre a Slovacchia e Ungheria (che semplicemente non hanno alternative praticabili). Tutti gli altri invece stanno facendo finta di non vedere che buona parte del greggio che acquistano da intermediari in realtà proviene da lì.
Siccome è una condizione ancora limitata, Trump ci ha aggiunto la richiesta che l’Europa ponga dazi al 50 o 100% sulle merci cinesi o indiane, visto che quei paesi hanno addirittura aumentato le loro importazioni di idrocarburi dalla Russia, in parte sostituendosi ai “clienti” europei.
Se uno ragiona con la testa, invece che con la retorica guerrafondaia abituale nelle capitali del vecchio continente, capisce subito che si tratta di “condizioni” impraticabili. Anche per dei “volenterosi”…
Le economie europee – già in crisi, costrette a impegnare più risorse verso il riarmo, private di una fetta rilevante delle esportazioni verso gli States a causa dei dazi al 15% accettati da von der Leyen, prive di risorse energetiche proprie e a rischio di ritorsioni arabe per il genocidio a Gaza, senza capacità innovativa autonoma sull’hi tech, ecc – dovrebbero suicidarsi tagliando i ponti con il resto del mondo proprio quando sono arrivate a ridurre al minimo la “domanda interna” grazie a trenta anni di blocco salariale.
Fare una proposta irricevibile significa sempre scaricare sull’altro la responsabilità di non concludere un accordo. Con queste proposte Trump dice in effetti all’Unione Europea – più a una Gran Bretagna sull’orlo dell’implosione economica, politica e sociale – di sbrigarsela da sola con la crisi ucraina. Il che rende ancora più avventurista l’escalation mediatico-militare di questi giorni sul confine orientale (l’”incidente polacco”, lo schieramento di 40.000 uomini), perché aumenta le probabilità di un “incidente vero” mentre l’insieme euro-atlantico è al minimo della coesione interna.
Naturalmente i sedicenti “democratici” europei indicano nel solo Trump il responsabile del “distacco americano”, così come indicano Netanyahu per nascondere la realtà genocida di tutta Israele. Il dito e la luna, un vecchio sketch ma sempre verde…
Ma non stiamo vivendo in una commediola all’italiana. Siamo sull’orlo della voragine della notte nucleare. Le parole insultanti con cui Trump – su un social, mica attraverso i normali canali riservati dell’alleanza militare; dunque pubblicamente, a schiaffi in faccia visibili da tutti – chiude il suo messaggio dovrebbero esser chiare pure ai sordi: o fate come dico io (le condizioni impraticabili) oppure “state solo sprecando il mio tempo e il tempo, l’energia e i soldi degli Stati Uniti“.
Se qualcuno, da Bruxelles a Riga o Londra, pensa ancora che sia praticabile la strategia di “portare” gli States alla guerra con la Russia, sarà bene che se lo tolga dalla testa. Rifacendo i calcoli con la propria pochezza.
Certo, si può sempre sperare – o cospirare – nel “miracolo” di un Trump che cambia idea, ma una strategia che dipende dai mutevoli umori di Washington non porta da nessuna parte…
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ugo
Trump e Putin giocano con l’Europa come il gatto col topo; mi piace proprio.
Gianleonardo
Non amo semplificare perché so che la realtà è complessa, ma mi sembra opportuno ragionare anche su alcune elementari considerazioni che sono alla portata di tutti ma che non vengono espresse in modo chiaro e convincente.
1) La guerra tra Russia e Ucraina è solo il primo tempo della guerra (ancora non armata) tra America e Cina.
2) L’America (repubblicana o democratica) ha capito che non può conservare i suoi privilegi se non distrugge la Cina, ma, per far questo, deve prima indebolire e portare allo stremo la Russia (e rendere ancor più mansueta l’Europa).
3) Per ottenere questo risultato preliminare, l’America ha reso incandescente la situazione dei russofoni in Ucraina fornendo soldi e armi per il colpo di stato contro il suo governo regolare e per la feroce guerra contro i russofoni per i quali, evidentemente, il diritto all’autodeterminazione non era valido ( infatti nessuno, in Occidente, ha speso una parola in loro difesa, neanche quelli che non avevano esitato a usare le bombe per difendere l’autodeterminazione di “Kossovari” ecc. ).
4) Putin ha abboccato dando inizio alla sua “operazione speciale” e diventando, nel comune sentire “aggressore” ( non so se avrebbe potuto continuare a far finta di non vedere ).
Chi è in vantaggio al momento?
1) La Russia è stata sicuramente indebolita ( anche se meno del previsto ) dalle perdite, dalle spese per la guerra e dalle sanzioni del cosidetto Occidente.
2) Gli Ucraini hanno pagato in perdite umane e materiali un costo assolutamente insostenibile ( e difficile da giustificare anche nel caso di una ormai improbabile “vittoria”.
3) Gli Europei si sono riempiti di debiti per pagare agli Americani i combustibili che non acquistano più dalla Russia, le armi che forniscono all’Ucraina e quelle che serviranno per il loro inutile riarmo ( senza considerare la ricostruzione dell’Ucraina che sarà comunque a nostre spese ).
4) Per ora vince l’America che è l’unica che ci guadagna, nell’immediato e in prospettiva della sua guerra con la Cina (… e col resto del mondo, temo, se non riusciranno a renderlo mansueto come son riusciti a fare con gli Europei).
Triste bilancio provvisorio che rischia di diventare tragico se, provocazione dopo provocazione, si arriverà al punto di non ritorno.
Ma tutto questo sembra non interessare nè a chi ci governa nè a chi dovrebbe cercare di costruire una seria alternativa di governo.
Redazione Contropiano
Non siamo d’accordo…
Mara
La Russia non è indebolita, almeno non lo è rispetto agli Usa, che sono in un disastro economico, e all’europa, che nella sua guerra contro la Russia dimostra di non avere i mezzi, la Russia si. Inoltre la Russia è fondatrice insieme alla Cina dei paesi Bric, che ralduna paesi emergenti dell’America latina e Mdio ed estremo oriente. Sono Usa ed Europa a stare in brutte acque, non la Russia
Gianleonardo
Redazione Contropiano
15 Settembre 2025 7:08
Non siamo d’accordo…
Risposta sintetica ma, a mio parere, … un po’ criptica.
E’ possibile chiarire?
(Mara ci ha provato in modo efficace almeno su un punto e, credo ci sia riuscita).
Abbiamo tutti necessità di capire.
Ascoltare e comprendere aiuta a farsi opinioni fondate.
Redazione Contropiano
Scriviamo ogni giorno, pubblichiamo, ecc… Quindi crediamo sia sufficiente. Ma sinteticamente è doveroso dire che “l’America” non sta vincendo proprio nulla. Anzi, la “soluzione Trump” è una sostanziale rinuncia al ruolo di guida di un ordine mondiale da loro stessi strutturato negli ultimi 80 anni. Il resto è lungo da spiegare, ma ogni giorno cerchiamo di farlo…
Gianleonardo
Grazie.
Spero proprio che abbiate ragione e che il mio sia solo immotivato pessimismo