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Il ministro Katz: “soluzione finale per gli abitanti di Gaza”

L’IDF sta compiendo in queste ore la presa del corridoio di Netzarim fino alla costa marittima di Gaza e sta tagliando in due la Striscia tra nord e sud. Così si stringerà l’accerchiamento attorno alla città di Gaza e tutti coloro che ne usciranno verso sud saranno costretti a transitare attraverso i varchi di controllo dell’IDF […] Questa è l’ultima opportunità per i residenti di Gaza che desiderino farlo di spostarsi verso sud e lasciare i militanti di Hamas isolati nella stessa città di Gaza di fronte all’azione dell’Idf, che proseguirà con piena intensità. Chi rimarrà a Gaza sarà considerato un militante o un sostenitore del terrorismo“.

Il ministro della Difesa Israel Katz, con queste parole agghiaccianti, ha praticamente annunciato che sta per essere messa in atto la soluzione finale per gli abitanti di Gaza City arrivando a chiamare “terroristi” tutti i civili che l’esercito “più morale del mondo” non è riuscito ancora ad uccidere dopo due anni di bombardamenti indiscriminati e che sono stati ridotti alla carestia ed alla disperazione.

A Gaza City, nonostante le bombe ed i continui inviti dell’esercito israeliano all’evacuazione forzata, sono rimaste 600.000 persone perché non hanno la più possibilità economica di andare via, oppure, perché non hanno più alcuna fiducia nel fatto che andare verso il sud della Striscia sia sufficiente a salvarsi la vita visto che i caccia israeliani continuano a bombardare, incessantemente, anche lì.

Una flotta pacifica, che portava aiuti materiali (cibo, medicinali et) ma che aveva come obiettivo prioritario quello di aprire un corridoio umanitario su Gaza, tra ieri sera e questa notte, è stata illegalmente fermata ed i suoi naviganti-eroi sono stati arrestati e trasportati con la forza dai militari israliani in assetto di guerra ad Ashdod per poi essere incarcerati e, dopo una probabile trattativa diplomatica, rispediti nei paesi di provenienza.

Le Navi della Global Sumud Flotilla sono state stequestrate e gli aiuti umanitari che erano stati offerti generosamente dalla gente comune di 46 paesi diversi, molto probabilmente, non andranno più ai civili palestinesi che ne hanno estremo bisogno. Com’è, ormai, consuetudine, per le autorità Israeliane, verranno rubati oppure distrutti.

E, in tutto ciò, i governi occidentali non hanno mosso un dito. Anzi, hanno continuato ad armare – sotto banco o alla luce del sole – la mano del carnefice.

Ora che questo novello Himmler, ministro della difesa israeliana, ha appena annunciato l’intenzione di sterminare mezzo milione di palestinesi, nelle prossime ore o giorni (non si è capito bene) che non saranno andati via da Gaza City, la così detta “comunità internazionale” che farà? Che intenzioni ha? Non ha nulla da obbiettare a questo mostro fanatico criminale neo-nazista? L’Unione Europea continuerà a parlare solo di nuove spese per armi ed ad agitare lo spettro russo? E gli altri? Il “laburista” Starmer? I paesi Arabi? La Spagna? Il Commonwealth? I Brics? L’ONU?

Agli Stati Uniti di Donald Trump non lo chiediamo nemmeno data la complicità organica che i suoi governi, presenti e passati, hanno avuto ed hanno ancora nel genocidio del popolo palestinese e nella distruzione totale della Striscia di Gaza.

Se, come pare ormai, sia rimasto in campo soltanto il “diritto della forza” di un Occidente in declino che calpesta ogni giorno ciò che resta del “diritto internazionale” e del “diritto umanitario”, allora non resta altra chance ai popoli in catene che ribellarsi ed organizzare la propria resistenza. E che la piantino di farci la morale. È dalla fine del nazifascismo che la parola “resistenza” non appariva a noi, occidentali, di nuovo, così piena di legittimazione.

Fuori di “noi”, nella “giungla” in cui l’Occidente capitalistico ha continuato a scaricare le proprie contraddizioni, la parola “resistenza” (e le sue espressioni organizzate) non hai smesso di avere una sua piena ed autorevole legittimità. Se il nostro destino (Gaza , in tal senso, è uno dei laboratori del moderno dominio del capitale) è quello della guerra e della sottomissione alla sua logica, allora è nostro “diritto” difenderci e riprenderci tutto quello che ci hanno tolto, con ogni mezzo possibile.

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