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Israele spinge per l’evacuazione forzata di Gaza City. Palestinesi sotto pressione per accettare il Piano Trump

Il governo israeliano ha emesso un ordine di evacuazione per tutti i palestinesi che si trovano ancora a Gaza City di andarsene immediatamente.

Il ministro della Difesa Israel Katz ha avvertito che era la loro “ultima opportunità” di evacuare, aggiungendo che chiunque fosse rimasto sarebbe stato trattato come un sostenitore militante e avrebbe affrontato la “piena forza” dell’assalto israeliano.

Da quando Israele ha iniziato la sua offensiva per impadronirsi di Gaza City il mese scorso, circa 400.000 palestinesi sono fuggiti. Eppure, secondo l’Associated Press, altre centinaia di migliaia di persone rimangono intrappolate, molte delle quali non possono permettersi il viaggio verso sud o sono troppo deboli per lasciare le aree colpite dalla carestia.

Intanto sul piano deli negoziati intorno al Piano Trump per Gaza, Hamas ha chiesto ai mediatori di “apportare alcune modifiche” al piano del presidente statunitense.

A riferirlo è la televisione saudita Al-Sharq, citando fonti informate sulle trattative in corso a Doha, secondo le quali le richieste di Hamas riguardano principalmente “il disarmo, l’esilio e la necessità di garanzie per un ritiro completo delle forze israeliane da Gaza”.

Un esponente palestinese vicino a Hamas ha dichiarato ad Al-Sharq che le consultazioni interne tra i leader del movimento, le altre organizzazioni palestinesi ed i mediatori “proseguono senza sosta”. L’esponente di Hamas ha inoltre riferito che è attualmente in corso a Doha un incontro tra i mediatori qatarioti ed egiziani.

I palestinesi hanno costantemente sostenuto cinque principi chiave per qualsiasi accordo: la fine permanente della guerra, il ritiro completo da parte di Israele, il flusso di aiuti umanitari, lo scambio di prigionieri e la ricostruzione di Gaza.

Per la gran parte della fase negoziale, entrambe le parti hanno lavorato all’interno di un quadro di cessate il fuoco graduale, che prevedeva un’attuazione graduale degli impegni che portavano a una completa cessazione delle ostilità. Ma tale quadro è stato scartato il mese scorso quando gli Stati Uniti hanno cercato un nuovo quadro globale, culminato nell’annuncio di lunedì di un “accordo di pace” da parte della Casa Bianca che accoglie gran parte degli interessi israeliani rappresenta una ipoteca inaccettabile per i palestinesi.

Ieri, la delegazione negoziale di Hamas, composta da alti esponenti del movimento, ha tenuto quattro incontri a Doha con rappresentanti qatarioti, egiziani e turchi. Durante questi colloqui – riporta l’emittente saudita – i paesi mediatori hanno esortato Hamas ad accettare il piano, sottolineando l’importanza di “non offrire all’occupante l’opportunità di distruggere Gaza e di costringere la sua popolazione all’esodo”.

Il funzionario palestinese ha aggiunto che, nell’ambito delle consultazioni, sono stati avviati contatti con alcune “parti regionali influenti”, senza però specificarle. La leadership di Hamas ha inoltre informato i mediatori dell'”esigenza di ottenere garanzie internazionali sul ritiro totale delle forze israeliane dalla Striscia di Gaza e per assicurare che l’occupante non violi il cessate il fuoco, come invece sta avvenendo in Libano”.

Ma in una intervista rilasciata alla Bbc, un esponente di Hamas aveva dichiarato che probabilmente il movimento palestinese respingerà il piano e la rete britannica riferiva di come il comandante militare di Hamas a Gaza, Ez al-Din al-Haddad, sarebbe invece determinato a proseguire la lotta armata. La Jihad Islamica palestinese ha già criticato il piano Trump.

Il piano “fa gli interessi di Israele” e “ignora quelli dei palestinesi”, ha detto alla Bbc l’esponente di Hamas, secondo il quale difficilmente il movimento palestinese accetterà il disarmo e la consegna delle armi. Hamas potrebbe anche opporsi al dispiegamento a Gaza dell’ “International Stabilisation Force (Isf)”, considerata una nuova “forma di occupazione”.

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