Gli attacchi “false flag” (falsa bandiera) sono una costante in tutte le guerre. Consistono nel costruire intenzionalmente un “incidente” ai propri danni (reali o solo potenziali) che possa funzionare da giustificazione per un attacco altrimenti immotivato o fuori dalla “legalità internazionale”.
L’esempio più noto è “l’incidente del Tonchino” che servì a giustificare la guerra statunitense contro il Vietnam del Nord, e decine di altri meno noti o dimenticati. Per stare agli eventi recenti, abbiamo la pletora di “droni russi” su diversi paesi europei, curiosamente quasi mai abbattuti (dopo la figuraccia polacca) né, tanto meno, mostrati al pubblico. E dire che un drone, prima o poi, deve comunque ricadere a terra…
Ieri la Russia ha dichiarato di aver sventato un piano ucraino-britannico per dirottare un caccia MiG-31 equipaggiato con un missile ipersonico Kinzhal e utilizzarlo per compiere un attacco sotto “falsa bandiera” contro una grande base aerea NATO in Romania. Il missile, proprio perché “atteso” dalla contraerea, sarebbe stato sicuramente abbattuto o comunque reso non devastante già prima del lancio.
L’FSB, l’agenzia di intelligence interna russa, ha diffuso un comunicato in cui si afferma che la presunta operazione era diretta dalla direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa ucraino e dai “suoi manovratori britannici“.
L’azione, concretamente, non era particolarmente complessa. Ci sarebbe infatti stato il tentativo di convincere un pilota russo a far volare il suo MiG-31 armato con un missile balistico Kinzhal verso la città rumena di Costanza, dove la NATO sta costruendo la sua più grande base aerea nel sud-est Europa.
L’aereo sarebbe poi stato abbattuto dalle difese aeree, fornendo una “provocazione su larga scala” che avrebbe dimostrato sia l’intenzione aggressiva contro i paesi europei sia l’efficienza delle difese, ovviamente da implementare con dosi massicce di miliardi per il riarmo.
Ma non si tratta solo di parole (come sempre reversibili e smentibili). La televisione di stato russa ha mostrato immagini di messaggi e registrazioni di un uomo che lavorava per i servizi segreti ucraini e britannici, il quale avrebbe offerto 3 milioni di dollari al pilota russo per partecipare al piano, oltre alla cittadinanza di qualsiasi paese europeo da lui scelto.
A rendere più credibile la ricostruzione c’è il precedente di un pilota russo di elicotteri, Maxim Kuzminov, che nell’agosto del 2023 defezionò pilotando il suo elicottero da trasporto Mi-8 – che conteneva parti segrete e documentazione tecnica di valore – atterrando in territorio ucraino. I suoi due compagni di viaggio furono immediatamente uccisi appena misero piede a terra, mentre Kuzminov fu premiato con mezzo milione di dollari e un passaporto, acclamato come un eroe dai media occidentali.
Naturalmente la defezione era concordata, altrimenti l’elicottero sarebbe stato facilmente abbattuto non appena avesse sorvolato la linea del fronte. Kuzminov non ebbe comunque modo di godersi a lungo il premio. Il 13 febbraio 2024, Kuzminov fu trovato morto in un parcheggio sotterraneo della sua residenza a Villajoyosa, nella provincia di Alicante, una zona turistica con una significativa comunità di immigrati russi e dell’Europa dell’Est.
Ma anche nel 2022 l’FSB aveva affermato che il Regno Unito aveva partecipato a un’operazione ucraina per dirottare un caccia avanzato Sukhoi Su-34 corrompendo il pilota e offrendo la cittadinanza occidentale.
Come in ogni guerra, ciascuna delle parti in conflitto fa ampio ricorso alla propaganda. Rivolta all’interno per mantenere la coesione, o all’esterno per mostrare una condizione di forza superiore al reale e quindi “sconsigliare” il nemico.
Stabilire – senza avere “informazioni riservate” – chi dica qualcosa di più vicino al vero è cosa complicata, che costringe a valutare l’attendibilità in base a diversi elementi di contorno.
In questo esercizio qualsiasi osservatore può constatare che sul campo di battaglia l’esercito ucraino è messo molto male. L’avanzata dell’armata russa sta accelerando, Pokrovsk è praticamente caduta (si dà la colpa alla nebbia, in mancanza di meglio) e dopo questa linea di difesa c’è territorio agricolo vuoto per decine di chilometri. Ma su tutti i fronti la situazione è simile.
Le infrastrutture energetiche sono praticamente semidistrutte e non garantiscono più la fornitura necessaria, mentre i vertici sono sotto inchiesta per corruzione.Il tempo per evitare il crollo è ormai minimo.
Aggiungiamoci che i servizi segreti ucraini, fin dall’inizio della guerra, hanno provato a compensare la superiorità russa con operazioni “spot”, molto propagandabili ma non sempre anche incisive sul piano strettamente militare (qualche uccisione di alti ufficiali a casa loro, a Mosca o altrove; droni lanciati da camion all’interno stesso della Russia e molto lontano dal fronte, ecc).
Su tutte queste operazioni spicca però l’attentato al gasdotto Nord Stream, nel Baltico, che portava gas russo in Germania. Anche lì i media occidentali attribuirono subito alla Russia la responsabilità – contro ogni logica, visto che era stato costruito da Mosca e costituiva una fonte di entrate notevole – e solo la magistratura tedesca, indagando, arrivò infine ad identificare gli autori in un gruppo di agenti ucraini supportati dall’”alleato” britannico. Uno degli autori, anzi il capo del nucleo, è stato arrestato in Italia e attende l’estradizione.
Del resto la “strategia” del governo Zelenskij è fin dall’inizio chiarissima: portare in guerra la Nato, e soprattutto gli Stati Uniti. E’ la stessa “strategia” dei paesi baltici e della Polonia “europeista”.
Per riuscirci – visto che l’attuale amministrazione Trump ha di fatto scaricato sull’Unione Europea la “patata bollente ucraina” – l’unica speranza è che un “attacco russo” vada a colpire direttamente le forze Usa stanziate in Europa. E siccome il Cremlino non ha alcuna intenzione di fare una stupidaggine così clamorosa, allora non resta che inventarsi “falsi attacchi”.
Gioco pericoloso, certo. Che dimostra soprattutto la completa irrazionalità della posizione “europea” – stile Picierno o Calenda, per intenderci – che si lega mani a piedi a degli squinternati nazisti ormai consapevoli che la sconfitta è vicina.
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Kolektanto
Totalmente condivisibile! La medesima analisi che posso dire di aver fatto io stesso in precedenza.
È possibile aggiungere una constatazione. Gli Stati Uniti hanno lasciato all’Europa il compito di supportare il regime ucraino (assumendosene gli oneri economici) perché si stanno preparando per la seconda fase programmatica dell’imperialismo atlanteuropeista, l’attacco alla Cina.