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La corruzione corrode l’Ucraina e Zelensky

La tragedia dell’Ucraina usata per una guerra per procura si compie non solo sul campo di battaglia, ma anche nel peggioramento continuo delle condizioni politiche interne. Già dal 2014, col golpe dell’Euromaidan, la vita ‘democratica’ interna si è sclerotizzata sulle linee del nazionalismo più spinto, in ossequio ai combattenti nazisti che portavano avanti la guerra civile nel Donbass.

Dall’intervento diretto russo nella regione, la situazione è ulteriormente peggiorata. Il presidente Zelensky, che da tempo ha oltrepassato i limiti temporali del suo mandato, si è inoltre reso protagonista di una lotta interna alla classe dirigente del paese a furia di legge marziale, nomine e anche di processi per mantenere la sua posizione (che sa benissimo essere legata ai risultati della guerra).

La scorsa estate persino i finti democratici della UE non hanno potuto far finta di nulla di fronte al colpo di mano tentato verso il NABU e il SAPO, rispettivamente l’Ufficio nazionale anticorruzione e la Procura specializzata anticorruzione. E alla fine il Parlamento ucraino ha deciso di ripristinarne la formale indipendenza dal governo, sotto il quale Zelensky aveva tentato di porli.

In questi giorni, sembra che la controffensiva interna sia cominciata. Infatti, sono proprio queste due agenzie, la NABU e il SAPO, ad aver dato avvio a una serie di perquisizioni e arresti come risultato di una vasta indagine nel settore energetico, denominata MIDA. Tra i coinvolti ci sono anche il ministro della Giustizia German Galushchenko, precedentemente ministro dell’Energia, e Timur Mindich, stretto collaboratore di Zelensky.

Mindich, col presidente ucraino prima che arrivasse alla guida del paese, aveva fondato la società di produzione televisiva Kvartal95, ed è anche il fondatore di Fire Point, una delle aziende fornitrici di armi all’Ucraina. Poco prima del raid al suo appartamento, Mindich sarebbe fuggito all’estero: il che significa che ancora, su qualche amico ai vertici giudiziari, poteva contare. Una delle sue società offshore era sotto osservazione anche da parte dell’FBI statunitense.

Lui, insieme a vari altri indagati, sarebbe stato parte di una vera e propria organizzazione criminale, stando a quel che dichiarano le autorità ucraine, che portava avanti un’azione di corruzione sistematica per influenzare imprese pubbliche strategiche, e in particolare Energoatom, che si occupa della gestione delle centrali nucleari del paese.

Per evitare il blocco dei pagamenti per servizi o beni, e non essere estromessi dalla lista dei fontiori, la società era costretta a pagare tangenti fino al 10-15% dei contratti firmati. Di fatto, la direzione di Energoatom non era in mano ai funzionari ufficiali preposti a questo compito, ma in maniera informale da persone esterne che ne traevano un profitto personale.

Secondo altre informazioni ottenute da alcune registrazioni audio delle oltre mille ore raccolte, gli indagati si sarebbero resi colpevoli di aver riciclato circa 100 milioni di dollari. Il NABU ha dichiarato che le indagini si sono protratte per 15 mesi. Questo dà anche una spiegazione al perché, qualche mese fa, Zelensky abbia cercato di porre le agenzie anticorruzione sotto il ramo governativo.

Un colpo del genere direttamente ricollegabile al governo, che pone i riflettori sulla gestione e la speculazione fatte sul settore energetico, che ha un ruolo centrale negli sforzi bellici richiesti al paese, tanto più in questi giorni che le infrastrutture relative sono sotto attacco, potrebbe mettere un’altra pietra tombale sul futuro del conflitto.

Intanto, l’FSB, i servizi segreti interni russi, hanno diffuso la notizia di aver sventato il tentativo ucraino di impossessarsi di un Mig-31 russo per organizzare un attacco alla base NATO di Costanza, in Romania. L’obiettivo era, ovviamente, quello di farne ricadere la responsabilità su Mosca, e creare le condizioni per un’esclation ulteriore del conflitto, costringendo l’Alleanza Atlantica a impegnarsi in maniera più diretta in Est Europa.

Questa operazione false flag, stando alle informazioni fornite dall’FSB, sarebbe stata coordinata dai servizi ucraini con la supervisione di quelli britannici. Ci sarebbe dunque anche Londra dietro questo tentativo di scatenare la terza guerra mondiale. Il pericolo rappresentato da questa classe dirigente completamente votata alla distruzione è sempre più chiaro: sviluppare un’alternativa significa ormai lottare per la sopravvivenza.

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