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America Latina: la necessità di una Campagna Politica Nazionale

Mercoledì 10 dicembre in sette città italiane si sono svolte iniziative solidali con i popoli venezuelani e colombiani, del Caribe e dellAmerica Latina, al centro di una nuova aggressione statunitense tesa a rifare di Nuestra America il cortile di casa di Washington.

Rappresentanze diplomatiche statunitensi a Roma, Milano e Napoli, piazze centrali per la vita cittadina (Torino e Bologna) e luoghi simbolo come a Pisa e Bari, sono state animate da azioni di solidarietà in un contesto in cui lo scontro in America Latina si sta drammatizzando senza che la presunta opposizione del “campo largo” abbia nulla da dire, mentre l’attuale esecutivo ha forze al suo interno – come Fratelli d’Italia e Lega – ancora più organiche all’estrema destra statunitense e latino-americana.

Insieme alle iniziative solidali di mobilitazione internazionale in difesa del Venezuela bolivariano, Cambiare Rotta (Organizzazione giovanile comunista) e OSA (Opposizione Studentesca d’Alternativa) hanno dato vita ad una giornata di agitazione nazionale studentesca negli istituti superiori e nelle università sui medesimi temi, nel silenzio assordante di quei “corpi intermedi” della sinistra studentesca e giovanile che non avvertono come i tamburi di guerra d’oltreoceano siano pericolosamente tornati ad alto volume.

Le due organizzazioni giovanili hanno fatto sentire la propria vicinanza al Paese che nel corso dellultimo anno e mezzo ha accolto più volte le loro delegazioni. Che hanno potuto comprendere e soprattutto interagire con le nuove generazioni d’oltreoceano che nel processo di transizione socialista bolivariano rivestono un ruolo strategico d’avanguardia, oltre a toccare con mano le acquisizioni che il chavismo sta consolidando sotto la presidenza Maduro, sia in termini di democrazia partecipativa che di garanzie politiche complessive.

A confermare la necessità della difesa dellAmerica Latina nei confronti degli appetiti statunitensi, messi nero su bianco nel documento che esprime lindirizzo strategico che guida la Casa Bianca, proprio mercoledì si è verificato un nuovo atto di pirateria navale degli USA con l’assalto e il sequestro di una petroliera venezuelana nel Mare dei Caraibi.

Si è trattato di un vero e proprio salto di qualità in quella che è a tutti gli effetti unaggressione militare navale iniziata a metà di agosto nel Caribe, e lennesimo atto ostile nei confronti dellindustria petrolifera venezuelana dopo la vendita illegale dell’asset CITGO.

L’assalto è stato condotto dal Servizio di Guardia Costiera, con l’ausilio di truppe della Marina Militare statunitense, elitrasportate dalla Gerald Ford, recentemente giunta nelle acque caraibiche, che hanno minacciato, armi alla mano, l’equipaggio della Skipper e poi hanno sequestrato la nave.

Un vero e proprio atto di pirateria internazionale, come denuncia il governo venezuelano, che Washington sembra però esplicitamente voler continuare, così come gli attacchi alle imbarcazioni (“lancheros”), con la scusa del narco-traffico, al largo delle coste venezuelane e colombiane.

Iniziati il 2 settembre, dopo un dispiegamento di uomini e mezzi inedito a metà d’agosto, gli attacchi hanno colpito ad oggi una ventina di imbarcazioni sia nel mar dei Caraibi che nell’oceano Pacifico (sul quale peraltro il Venezuela non ha sbocco), mietendo quasi 90 vittime.

Nel mentre gli occhi del mondo erano concentrati su Oslo, nel vero e proprio show orchestrato per la consegna del premio Nobel per la Pace alla collaborazionista guerrafondaia M.C. Machado, sia loffensiva statunitense che la complicità occidentale sembrano sempre più di evidenza solare.

La Machado anche questa svolta ha mostrato la sua dipendenza-gratitudine al presidente statunitense affermando: ”le azioni del presidente Donald Trump sono state decisive per raggiungere il punto in cui siamo, in cui il regime è più debole che mai”.

All’ingerenza militare, alla pirateria navale, alle esecuzioni extra-giudiziarie, al furto finanziario e al blocco aereo, si somma ora l’estensione delle sanzioni annunciate questo giovedì: 4 nuove persone, 6 imprese navali e 6 imbarcazioni sono i nuovi bersagli degli USA.

Le oligarchie latino-americane legate a Washington, con lesplicito sostegno degli USA, hanno intensificato la loro azione come dimostrano anche la frode elettorale in Honduras, denunciata dal campo progressista, e larresto di Luis Arce in Bolivia.

È chiaro che il continente latino-americano, che avrà una serie di appuntamenti elettorali importanti in Cile, Colombia e Perù, è diventato una vera propria linea di faglia dello scontro geopolitico per impedire che prenda forma un mondo effettivamente multipolare.

Ma è anche diventata una trincea in cui si combatte una battaglia tra i processi di transizione socialista a Cuba, Nicaragua e Venezuela e la barbarie nord-americana che vuole riaffermare a tutti i costi la Dottrina Monroe,  scalzando anche le esperienze politiche timidamente progressiste e senza escludere alcun mezzo, come dimostra la sua storia neo-colonizzatrice nel Cono Sur.

Non si più può essere corresponsabili dellennesima sciagurata avventura bellicista delle classi dirigenti occidentali, tesa a fare di una zona di pace un teatro di guerra, precipitando nel baratro di un altro conflitto armato dagli esiti più che mai incerti.

Una parte dell’amministrazione statunitense, con Marco Rubio come alfiere, spinge per un’aggressione militare di maggiore intensità, l’opinione pubblica nordamericana è apertamente contro questa ipotesi bellica.

Per questo reiteriamo linvito a partecipare, domenica 14 dicembre al Circolo Arci GAP di Roma, in via Sabelli 23, alle ore 10, alla riunione per la costruzione di una Campana Politica Nazionale in difesa di Nuestra America con il Socialismo del XXI secolo.

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