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Cremaschi torna a criticare la scelta Fiom sulla Bertone

La Marcegaglia dice che la Fiom è ormai spaccata?

Lunedì ci sarà il comitato centrale interno del sindacato che dovrà occuparsi della questione. Detto questo, penso che i lavoratori della ex Bertone siano stati sottoposti a un ricatto terribile. Qualche lavoratore ha rischiato persino di suicidarsi. E’ stata un vero e proprio atto di usura sul luogo di lavoro, perché solo di usura si tratta quando si chiede di firmare un contratto capestro a uno che ha sette anni di cassa integrazione”.

Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom intervistato da Affaritaliani.it, risponde così al presidente della Confindustria Emma Marcegaglia, commentando il risultato del referendum sul piano della Fiat alla fabbrica di Grugliasco. “Per quanto riguarda la Fiom, è evidente che abbiamo delle contraddizioni. Il passaggio c’è, si tratta di un arretramento vero rispetto alla battaglia con la Fiat che abbiamo condotto a Pomigliano e a Mirafiori. Arretramento evidente che non si può ignorare”.

C’è uno scollamento fra la dirigenza e la base dei lavoratori?
“Non credo si tratti di scollamento, perché formalmente è stata la Segreteria nazionale, secondo me sbagliando, a dire di votare sì. Non ha detto: ‘facciamo la battaglia per il no come a Mirafiori’, ma: ‘i lavoratori fanno bene a votare sì'”.

E quindi?
“Sarà la Segreteria nazionale che in futuro dovrà chiarire a se stessa le sue posizioni. Ma sul caso ex Bertone non si tratta di scollamento, quindi la Marcegaglia sbaglia. C’è, invece, un arretramento e di questo dovremmo discutere tra di noi se continuare sulla linea di quest’ultimo anno o se la situazione è cambiata. I lavoratori, poi, hanno votato sì anche perché il mondo politico-istituzionale, da Chiamparino a Cota e Berlusconi, sta con Marchionne e gli operai si son sentiti lasciati soli, con la Fiom, nella loro decisione”.

E ora scatterà il confronto interno alla Fiom, dunque…
“Sì, lunedì si terrà il comitato centrale. Non possiamo far finta che non sia successo niente e ne dovremo discutere”.

La Fiat ha chiesto che, nonostante l’esito del referendum, ha chiesto di “verificare la disponibilità delle organizzazioni sindacali a far partire l’investimento”. Perché?
“Con i lavoratori che hanno votato sì nel referendum, la Rsu che intende firmarlo e la Fiom nazionale che, al contrario, non intende farlo, l’azienda vuole sapere ora se Landini vede bene quell’accordo. Ma è il Lingotto che deve chiarire in realtà come intende procedere: la Fiat l’investimento alla Bertone non lo vuol fare, perché dire che vuole produrre 50mila maserati quando ora ne riesce a vendere solo 5000 mi sembra una bufala e di questo, purtroppo,  non si è discusso”.

 

L’audio dell’intervista realizzata da Radio Città Aperta:


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