Alla protesta partecipa con manifestazioni separate, in 67 città del Paese, anche il Pame, il sindacato vicino al Partito Comunista di Grecia. Sono inoltre previste manifestazioni anche per prossimo il 21 giugno, giorno della mobilitazione paneuropea, e per il giorno del dibattito in Parlamento sul Programma economico a medio termine varato dal governo greco di comune accordo con Bce, Fmi e Ue che – secondo le prime indiscrezioni – prevede nuovi tagli ai salari e alle pensioni oltre all’aumento delle tasse e delle imposte straordinarie su immobili e società. Allo sciopero generale aderiscono anche i lavoratori dell’informazione in segno di protesta per la mancata firma dell’accordo collettivo di lavoro e i tagli agli stipendi dei dipendenti del settore.
La Grecia viene paragonata oggi dal New York Times al caso della banca d’affari Usa Lehman Brothers. Secondo il giornale statunitense una ristrutturazione del debito potrebbe causare un’ondata di panico simile a quella seguita alla bancarotta della banca di investimento. Il New York Times, sottolinea che il paragone fra i due casi è divenuto più frequente la scorsa settimana con l’insistenza della Germania per una partecipazione di investitori privati nel secondo pacchetto di salvataggio della Grecia. «È una preoccupazione valida: se il Rubicone sarà varcato potrebbe esserci un default sovrano e questo potrebbe essere uno shock, non solo per le economie periferiche ma anche per la Spagna e altri paesi» afferma David Riley dell’agenzia di rating Fitch. “Anche se le banche hanno fatto molto per mettersi al riparo dalla Grecia lo scorso anno, se saranno costretti ad assumersi delle perdite e le agenzie di rating dichiareranno la Grecia in default, gli investitori inizieranno a vendere e non solo i titoli dei paesi in difficoltà, quali Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia”. E infatti l’altra agenzia di rating Standard & Poor’s ha bocciato nuovamente il rating sovrano della Grecia: l’agenzia di rating ha portato il merito di credito di Atene a ‘CCC’, tre gradini in meno rispetto al precedente ‘B’, con prospettive negative. La bocciatura, che porta il giudizio sulla Grecia ancora più in fondo nella scala dei rating speculativi e al livello più basso fra le tre maggiori agenzie, riflette l’opinione di S&P secondo cui «è aumentato significativamente il rischio di default nei prossimi 12 mesi, in base ai nostri parametri di pagamento pieno e puntuale».
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da IlSole24Ore del 15 giugno2011
di Isabella Bufacchi
Venti miliardi di extra spesa per il piano salva Grecia. Moody’s verso il taglio del rating delle banche francesi esposte con Atene – Europa divisa sugli aiuti
Di giorno in giorno le notizie che arrivano (o non arrivano) dalla Grecia stanno avendo, sui mercati finanziari, l’effetto farfalla di Edward Lorenz: basta la minima indiscrezione per provocare tensioni a ripercussione sulle piazze finanziarie globali.
E l’ultima notizia arrivata ieri sera in merito alla questione del collasso del debito pubblico di Atene – i ministri dell’Ue non hanno trovato un accordo sulla seconda tranche di aiuti rimandando la questione a domenica prossima – ha già sortito questa mattina il suo effetto domino.
Dall’indebolimento dell’euro alle tensioni dei governi dell’Ue (che potrebbero essere chiamati a contribuire con altri 20 miliardi di euro per ricapitailzzare il sistema bancario greco). Fino al declassamento delle tre big francesi del credito, particolarmente esposte in titoli greci, come indicato questa mattina dall’agenzia di rating statunitense Moody’s. Il tutto nel giorno in cui lo organizzazioni sindacali hanno proclamato per oggi lo sciopero generale che rischia di mandare in paralisi il Paese.
Servono altri 20 miliardi? Euro sotto pressione
Partiamo dall’indebolimento dell’euro che resta sotto pressione sia nei confronti del dollaro (ha aperto a 1,4389 dollari contro 1,4471 della chiusura di ieri) e, in particolare, nei confronti del franco svizzero (che viaggia sui massimi di tutti i tempi sulla divisa continentale). Pressioni sull’euro sono venute anche da un articolo del Financial Times secondo cui il piano di ristrutturazione del debito della Grecia potrebbe costringere i governi della zona euro a fornire fino a 20 miliardi extra per ricapitalizzare il sistema bancario ellenico.
Secondo il quotidiano finanziario l’ulteriore iniezione di liquidità è legata al piano di salvataggio proposto dalla Germania, che prevede la partecipazione dei creditori privati. Una mossa che costringerebbe le agenzie di rating a classificare l’estensione delle scadenze sul debito greco come «default selettivo». Secondo il Ft i ministri delle finanze europei starebbero valutando tre opzioni per il coinvolgimento del settore privato nel nuovo programma di aiuti. La più drastica prevede uno scambio volontario del debito con un’estensione delle scadenze dei bond per consentire ad Atene di guadagnare tempo e fare i conti con la crisi del debito.
Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble, suggerisce un’estensione di sette anni. I ministri europei, come si legge nella bozza discussa a Bruxelles ed entrata in possesso del Ft, calcolano che se il 100% dei creditori aderisse a questa proposta ciò «eliminerebbe virtualmente la necessità di un finanziamento ufficiale» per i prossimi 5 anni e mezzo. La seconda e la terza opzione riguardano, invece, proposte in linea con l’iniziativa di Vienna e cioè una sostituzione volontaria dei titoli in scadenza, che renderebbe meno probabile il rischio di un default. Queste due opzioni sono appoggiate dalla Bce e dalla Francia, mentre Berlino è più propensa a puntare sulla prima opzione
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