Contro l’approvazione da parte del Governo della Manovra che nel Pubblico Impiego taglia il salario, blocca per un altro triennio il contratto, licenzia i precari e reitera il blocco ormai ventennale delle assunzioni, l’Usb ha convocato un primo sciopero per venerdi 15 luglio. A Roma l’appuntamento è alle ore 12.00 sotto il Ministero delle Economia e Finanze in via XX Settembre, un appuntamento al calor bianco e non solo per la temperatura. La principale confederazione del sindacalismo di base oltre al governo mette però sotto accusa anche l’accordo sottoscritto da Confindustria e Cgil, Cisl e Uil che – secondo l’Usb – “smantella quel che è rimasto del contratto nazionale, consegna la rappresentatività ai sindacati complici, calpesta qualsiasi diritto dei lavoratori a decidere sulle questioni che li riguardano, sostituisce le RSU elette dai lavoratori con le RSA designate dalle burocrazie sindacali”.
L’Unione Sindacale di Base Pubblico Impiego “dà una prima e forte risposta a tutte queste manovre, che portano il segno univoco di far pagare la crisi ai lavoratori e ai ceti popolari, proclamando lo sciopero generale del Pubblico Impiego il prossimo venerdì 15 luglio”. afferma un comunicato del sindacato. “Nessuna norma per frenare la corruzione, che ci costa 60 miliardi l’anno – denuncia Giuliano Greggi, dell’Esecutivo Nazionale USB P.I. – niente contro gli evasori, che contribuiscono per 120 miliardi l’anno al deficit. La manovra è tutta tesa all’utilizzo del ‘Bancomat Pubblico Impiego’, operando in questo modo la destrutturazione del servizio pubblico che cade come un macigno sulle spalle delle classi meno abbienti e dei dipendenti pubblici”.
“Lavoratori pubblici – sottolinea Greggi – che con il mancato rinnovo del contratto 2010-2012, hanno già pagato 6,3 miliardi di Euro, ai quali ora si vorrebbe far sborsare, con il congelamento degli stipendi fino al 2014, altri 2,5 miliardi, che diventerebbero 6,5 se, come annunciano autorevoli giornali economici, il blocco verrà reiterato anche per il triennio 2015-2017. Senza contare i tagli sul salario accessorio, che in questi ultimi anni hanno falcidiato il potere d’acquisto dei dipendenti pubblici”.
Aggiunge il dirigente USB: “L’intervento sulle pensioni devasta il futuro di chi ha lavorato una vita e avrà una prospettiva di miseria in vecchiaia. Vecchiaia che per i pubblici dipendenti sarà ancora peggiore, visti i mancati adeguamenti salariali dovuti ai blocchi contrattuali. Tutto questo – conclude Greggi – merita una prima forte risposta, che anticipa quella che da settembre verrà da una calda stagione di lotte in tutto il mondo del lavoro. Per questo la USB P.I. ha proclamato per il prossimo 15 luglio uno Sciopero Generale di tutto il Pubblico Impiego, con manifestazioni ed iniziative in tutte le regioni”.
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