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Un debito che non va pagato

Questa mattina alle ore 12,00 in via Nazionale, a Roma, all’angolo con via Milano, i firmatari dell’appello “Dobbiamo fermarli” danno appuntamento alla stampa per presentare le caratteristiche e gli obiettivi della campagna: “No all’Europa delle banche, noi il debito non lo paghiamo!”. La campagna verrà lanciata sabato 1° ottobre con un’assemblea nazionale al teatro “Ambra Jovinelli” che intende portare questi temi dentro l’agenda politica.
La proposta di non pagamento del debito pubblico italiano diverrà una campagna di massa in tutto il paese e coinvolgerà posti di lavoro, territori, istanze sociali e culturali con l’intento di rompere il ricatto e respingere le manovre imposte dai diktat della Banca Centrale Europea e di quelli che i firmatari definiscono il “governo unico della banche”.
Con il pretesto di pagare il debito, si stanno distruggendo diritti, servizi e condizioni di vita per lavoratori e cittadini, già stremati da decenni di politiche di tagli.
L’appello lanciato alla fine di luglio, ha raccolto al momento più di 1.500 adesioni in tutta Italia tra delegati sindacali, attivisti sociali, esponenti di movimenti e forze politiche della sinistra alternativa. Tra i firmatari spiccano anche personalità come gli scrittori Andrea Camilleri e Valerio Evangelisti e filosofi come Gianni Vattimo. L’assemblea del 1° ottobre verrà introdotta da Giorgio Cremaschi, che sarà presente alla conferenza stampa. La Banca d’Italia afferma che ogni cittadino italiano – neonati inclusi – ha una quota di debito pubblico di almeno 30.000 euro a testa. I promotori della campagna intendono riscattare almeno uno dei neonati già ipotecati da questo ricatto.

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