In particolare gli ex-manager di T.I. Sparkle, per le attività svolte nel periodo precedente all’arrivo di Bernabè, sono accusati di associazione a delinquere, riciclaggio ed evasione fiscale nell’ambito di alcune operazioni di rivendita di traffico telefonico internazionale, per un importo superiore ai 2 miliardi di euro. Ricordiamo che per questa vicenda, Telecom Italia l’anno scorso ha dovuto pagare una multa sull’IVA di 507 milioni di euro.
Dopo il clamore iniziale suscitato dallo scandalo a marzo 2010 sono trascorsi molti mesi di silenzio e nonostante il processo sia ormai in piena fase dibattimentale, quasi nessun mezzo d’informazione ha dedicato la minima attenzione alla vicenda; tra l’altro inquieta non poco il mancato avvio da parte del CdA di Telecom Italia di una procedura di responsabilità nei confronti degli ex manager Sparkle imputati, come pretenderebbe anche la Legge 231.
A prescindere dall’esito del processo, vogliamo evidenziare che le principali vittime di questa squallida vicenda sono sicuramente i lavoratori di tutto il gruppo Telecom Italia, ai quali è stato indirettamente presentato un salatissimo conto da pagare. Basti pensare che solo l’importo della multa sull’IVA equivale al corrispettivo economico dei 5000 esuberi dichiarati nel piano industriale 2011-2012. In particolare, nel caso di Sparkle, l’azienda sta procedendo ad una ristrutturazione che prevede la riduzione di un quarto del personale in organico.
Ancora una volta a causa dell’ingordigia, dell’inettitudine e in taluni casi della disonestà di alcuni manager viene seriamente compromesso il futuro dei lavoratori e di aziende strategiche per il Sistema-Paese. Si tratta di un copione già scritto, mentre all’estero si progettava l’iPad in Italia si inventava la “frode carosello”.
RSU e Segreteria Nazionale SNATER Sparkle
J.Romano, D.Cortese, A.Caruso, U.Consolazio, R.Trischitta
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