Nelle prime ore della mattinata i lavoratori di una società partecipata della Regione Campania (l’ASTIR) hanno effettuato un blocco stradale, con cassonetti e fioriere, nella centrale Via De Gasperi, sotto la sede dell’Assessorato all’Ambiente della Campania reclamando il pagamento degli stipendi arretrati e la certezza di un serio piano industriale per l’azienda in cui sono collocati.
Quasi contemporaneamente gruppi di disoccupati, afferenti alla Vertenza Bros, hanno rovesciato cassonetti e dato alle fiamme cumuli di rifiuti nella zona di Piazza Carlo III con l’obiettivo di aumentare la pressione sulle istituzioni locali (Comune e Regione in primis) le quali stanno negando qualsivoglia forma di relazione sociale e sindacale con questi precari.
Intanto a Fuorigrotta studenti, precari e lavoratori del settore trasporto dell’Unione Sindacale di Base, dopo le giornate di lotta della scorsa settimana, che hanno interessato la rete del trasporto pubblico locale la settimana scorsa hanno tenuto una Assemblea nell’atrio della stazione Leopardi della ferrovia Cumana per continuare l’attività di controinformazione verso i cittadini e per rivendicare, unitariamente, lavoratori ed utenti, il sacrosanto diritto alla mobilità opponendosi a qualsiasi tentativo di dismissione e di privatizzazione dei servizi.
In contemporanea – a seguito delle proteste dei giorni scorsi – il Comitato dei cittadini che si sta battendo contro la chiusura dell’ospedale San Gennaro, nel popoloso quartiere Sanità, ha occupato la direzione sanitaria e gli uffici dell’ASL.
Ma è l’intera provincia ad essere interessata da proteste e varie forme di lotta.
A Giugliano monta l’incazzatura contro la ventilata ipotesi di costruire l’inceneritore prima previsto a Napoli Est, ad Acerra è in corso sotto il Comune e il Duomo un presidio dei disoccupati, a Casoria e a Castellamare c’è fermento e rabbia tra molti delegati onesti della Fiom che non hanno digerito le ipotesi di accordo che il loro sindacato nazionale ha sottoscritto, unitamente ai sindacati collaborazionisti Cisl e Uil, con le direzioni aziendali dell’Alenia e della Fincantieri.
Insomma ciò che non manca nel napoletano è il conflitto nelle sue diversificate forme di esemplificazione. Ed è questo un problema su cui discutono attivisti politici e sindacali riuniti nel Comitato NO DEBITO, impegnati nella campagna Eat the Rich e nei vari coordinamenti di zona e di scopo con l’obiettivo di connettere e socializzare tra loro le tante vertenze sociali e sindacali che, puntualmente, il corso della crisi alimenta nel tessuto sociale partenopeo.
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